ebollizione
ebollizióne [Der. del lat. ebullitio -onis "atto ed effetto del bollire", dal part. pass. ebullitus di ebullire "bollire"] [FML] Passaggio rapido e violento dallo stato liquido allo stato aeriforme, che, a differenza dell'evaporazione, non è un fenomeno di superficie, ma investe tutta la massa liquida. Consiste, in sostanza, nella formazione di bolle di vapore nel-l'interno del liquido, le quali, dilatandosi per effetto termico, vengono a essere soggette a una spinta archimedea che le fa salire in superficie. Ciò si verifica quando la temperatura del liquido è divenuta tale che la tensione del vapore saturo contenuto nelle bolle supera la pressione esterna. La temperatura alla quale il fenomeno si manifesta (punto, o temperatura, di e.) varia da sostanza a sostanza e cresce al crescere della pressione esterna. Punto, o temperatura, normale di e. è la temperatura a cui una sostanza bolle alla pressione normale (1 atm≈101 kPa≈760 torr); per l'acqua è, per definizione, 100 °C (a circa 0.006 atm ≈608 Pa≈5 torr scende a 0 °C, mentre sale a circa 200 °C a circa 15 atm ≈1.5 MPa). Per ottenere l'e. di un liquido a temperatura superiore a quella normale occorre, dunque, aumentare la pressione esterna, impedendo al vapore di sfuggire dal recipiente (caldaia, autoclave, ecc.). Portato il liquido al punto di e., occorre continuare a somministrare calore, che serve a indebolire le forze intermolecolari dello stato liquido e che non provoca aumento di temperatura sinché dura l'e.; la quantità di calore necessaria a far evaporare l'unità di massa di liquido, detta calore (latente) di vaporizzazione, dipende dalla temperatura a cui avviene la transizione di fase; per es., per l'acqua, alla temperatura di 100 °C, il calore latente vale 539 kcal/kg. Il verificarsi dell'e. dipende dalla presenza nel liquido di gas disciolti: in assenza di questi, si possono verificare fenomeni di surriscaldamento e il passaggio allo stato aeriforme avviene allora bruscamente, con carattere talora esplosivo. Nella tab. sono riportate le temperature normali di e., Te, in °C, e l'entalpia molare di e. a questa temperatura, ΔH, in kJ/mol, per alcune sostanze. Dati di ebollizione di alcune sostanze ✄ La temperatura di e. di una soluzione è sempre maggiore di quella del solvente puro: così, l'acqua satura di sale (cloruro di sodio) ha punto di e. normale di circa 109 °C. Su tale fenomeno è basato uno dei metodi per la determinazione dei pesi molecolari (→ ebulliometria). Sulla dipendenza del punto di e. di un liquido (normalmente l'acqua) dalla pressione ambiente è poi fondato il metodo di determinazione di questa, e quindi l'altitudine di un luogo, mediante l'ipsometro. ◆ [FTC] [TRM] E. da pozzo: v. tubi di calore: VI 351 d. ◆ [FTC] [TRM] E. instabile: e. nella quale la nucleazione del vapore avviene in modo fortemente discontinuo; i periodi di quiete, in cui il liquido si surriscalda si alternano a formazioni improvvise e quasi esplosive di vapore, ma di breve durata: v. tubi di calore: VI 351 e. ◆ [FTC] [TRM] E. non sviluppata e sviluppata: la prima consiste in una formazione lenta e piuttosto regolare di vapore, mentre nella seconda fitti getti di bolle di piccole dimensioni si staccano dalla parte inferiore del-l'evaporatore, provocando una forte turbolenza del fluido soprastante: v. tubi di calore: VI 351 e. ◆ [FML] Calore (latente) di e. e punto di e., punto normale di e.: v. sopra: [FML].