ECATOMBE (gr. ἑκατόμβη)
Significa letteralmente "sacrificio di cento buoi"; ma i Greci usavano la parola anche per designare un numero minore di vittime, bovine o di altro genere. I poemi omerici ci rammentano alcune di queste ecatombi offerte dai loro eroi per propiziarsi gli dei, e anche, certamente, per beneficare i sudditi con lauti e giocondi banchetti: così l'ecatombe di 81 buoi consacrata da Nestore a Posidone (Od., III, 7 segg.), quella di 50 montoni che Peleo sacrificò allo Sperchio (Il., XXIII, 146), e altre composte di bestiame diverso (Il., I, 447; IV, 120; XXIII, 873, ecc.). In età storica una vera e propria ecatombe di cento buoi venne offerta da Conone dopo la battaglia di Cnido (Athen., I, 5): avvenimento quasi straordinario perché di buoi si faceva economia: talvolta si offrivano ecatombi βούπρῳροπι o βούαρχοι cioè composte d'un solo bue e di altro bestiame meno costoso. Per eccezione si trova ricordata un'ecatombe di tre sole vittime, ed è anche raro il caso che la parola ne designi più di cento.
Bibl.: P. Stengel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, coll. 2786-87; id., Griech. Kultusaltertümer, Monaco 1920, p. 119; G. Busolt, Griech. Staatskunde II (1926), p. 1218, n. 5.