eccellente
Il vocabolo è usato 18 volte da D., prevalentemente nel Convivio, che ha 13 occorrenze, di cui - cosa notevole - 10 al superlativo. Assume il significato di " straordinario " (nel senso etimologico di " fuori dell' ordinario, del comune ") in Vn XXVl 4 volendo ripigliare lo stilo de la sua [di Beatrice] loda, propuosi di dicere parole, ne le quali io dessi ad intendere de le sue mirabili ed eccellenti operazioni, gli effetti mirabili e straordinari che la sua persona e il suo comportamento producevano in chi la vedeva. Riferito a linguaggio, e significa " prezioso ", " raffinato ": E ' [" essi ", gli uomini " mondani raffinati ", Contini] parlan con vocaboli eccellenti (Rime LXXXIII 45); in CVI 30, con riferimento ai componenti la corte dei beati, vale " eccelso ", " sommo ": Vertute, al suo fattor sempre sottana, / lui obedisce e lui acquista onore, / donne, tanto che Amore / la segna d'eccellente sua famiglia [" l'annovera tra i suoi eccelsi famigliari "] / ne la beata corte; e così pure in Cv III II 16, usato al superlativo; in IV III 9 (integrazione dell'ediz. Simonelli) ha valore simile, più propriamente " supremo ": Queste due oppinioni [l'una che gentilezza, ossia nobiltà, fosse antica possession d'avere / con reggimenti belli, " bei costumi ": Le dolci rime 23-24; l'altra che bastasse a farla sussistere la sola possession d'avere] ... due gravissime ragioni pare che abbiano in aiuto: la prima è che dice lo Filosofo che quello che pare a li più, impossibile è del tutto essere falso; la seconda ragione è l 'eccellentissima autoritade de la diffinizione de lo imperadore (di Federico II). Sia nella '21 che in Busnelli-Vandelli si legge è l 'autoritade, ecc.
In Cv II IV 10 e. vale " perfetto ": Onde, con ciò sia cosa che quella che è qui l'umana natura non pur una beatitudine abbia, ma due, sì com 'è quella de la vita civile, e quella de la contemplativa, inrazionale sarebbe se noi vedemo quelle [le Intelligenze de li cieli, motrici dei cieli: § 5] avere la beatitudine de la vita attiva, cioè civile, nel governare del mondo, e non avessero quella de la contemplativa, la quale è più eccellente e più divina (cfr. Tomm. Comm. Eth. I lect. X " Ex quo potest accipi quod felicitas principalius consistat in vita contemplativa quam in activa "); e così anche in analoga espressione in IV XVII 11; significato di " assoluto " assume in II XIV 19 la quale [la Divina Scienza] non soffera lite alcuna d 'oppinioni o di sofistici argomenti, per la eccellentissima certezza del suo subietto, lo quale è Dio; di " nobile ", " illustre ", in IV XXIX 1 sono ingannati... coloro che, per essere di famose e antiche generazioni e per essere discesi di padri eccellenti, credono essere nobili, nobilitade non avendo in loro; di " sublime ", in III XI 14 fine de la Filosofia è quella eccellentissima dilezione [" quel sublime amore "] che non pate alcuna intermissione o vero difetto, cioè vera felicitade che per contemplazione de la veritade s' acquista; di " nobilissimo ", in IV I 4 E a ciò s 'alcuna persona intende, la mia eccellentissima donna intende massimamente; di " elettissimo ", in III XII 14 Oh nobilissimo ed eccellentissimo cuore, che nella sposa de lo Imperadore del cielo [cioè la Filosofia] s 'intende.
In quattro espressioni analoghe e. al superlativo ha il significato di " famosissimo ": Plato, uomo eccellentissimo (Cv II IV 4); e cfr. VII 4, XII 3 e IV V 17, dove, riferito ai massimi personaggi del mondo romano, assume valore sostantivato di " uomo grandissimo ": manifesto esser dee, questi eccellentissimi essere stati strumenti con li quali procedette la divina provedenza ne lo romano imperio.
Inoltre e. ricorre due volte nella Commedia, la prima in Pd IX 41 vedi se far si dee l'omo eccellente, / sì ch'altra vita la prima relinqua, dove assume valore di " famoso " (chiosa Benvenuto: " idest, ut prima vita, scilicet, temporalis, relinquat aliam vitam perpetuam per famam ", e analogamente, e più chiaramente, il Buti: " chi à fama, quando muore, lassa un'altra vita dopo la prima, cioè la vita della fama dopo la vita corporale "; cfr. Brunetto Tesoro volgarizzato II II 102 " gloria dà all'uomo valente una seconda vita, ciò è a dire che, dopo la morte sua, la nominanza che rimane delle sue buone opere fa parere che egli sia tuttora in vita "); la seconda in Pd XXXII 60, col significato di " elevato ", " alto " in beatitudine: e però questa festinata (" affrettata ", Buti: i bambini che si affrettarono alla vita celeste] gente / a vera vita non è sine causa / intra sé qui più e meno eccellente (chiosa il Buti: " cioè che l'uno avanza l'altro... l'uno à più beatitudine che l'altro ").