eccellenza
Esemplato sul latino e per lo più nell'uso astratto, il vocabolo ha in D. senso generico di " elevata superiorità " rispetto ad altri, per particolari ragioni o doti personali, in Rime XLVII 4 Savere e cortesia, ingegno ed arte / ...prodezza ed eccellenza, giunte e sparte, / este grazie e vertuti.... / con lo piacer di lor vincono Amore; Cv I IV 7 [gli invidi] temono, per la eccellenza di quel cotale, meno esser pregiati; Pg XVII 116 E' chi per esser suo vicin soppresso / spera eccellenza, " Vi sono tali che sperano primeggiare se altri vada in rovina " (Scartazzini-Vandelli; cfr. Tomm. Sum. theol. II II 162 3 ad 4 " superbia dicitur esse amor propriae excellentiae, inquantum ex amore causatur inordinata praesumptio alios superandi "); Pd XII 110 ben ti dovrebbe assai esser palese / l 'eccellenza de l'altra [dell'altra rota de la biga, s. Francesco].
Nel significato specifico di " perfezione spirituale sovrumana ", ricorre in Cv II IV 16 Né si meravigli alcuno se queste e altre ragioni... non sono del tutto dimostrate; che però medesimamente dovemo ammirare loro eccellenza [l 'eccellenza delle " sustanze separate ", ossia gli angeli] - la quale soverchia gli occhi de la mente umana, sì come dice lo Filosofo nel secondo de la Metafisica -, e affermar loro essere (il richiamo a questo luogo aristotelico è anche in Vn XLI 6, dove D. esprime lo stesso concetto dell'impossibilità del suo intelletto di comprendere Beatrice nella sua vera essenza [qualitade]; cfr. Tomm. Comm. Metaphys. I 2 lect. I " Sunt maxime cognoscibilia secundum naturam suam quae sunt maxime in actu, scilicet entia immaterialia et immobilia, quae tamen sunt maxime nobis ignota. Unde manifestum est quod difficultas accidit in cognitione veritatis maxime propter defectus intellectus nostri ").
Indica inoltre il " grado di perfezione ", riferita sia agli atti (per la sua [della Donna gentile] eccellenza manifesta, avere si può considerazione de la sua virtude, Cv III I 12: " Dov 'è manifesta eccellenza, c 'è maggior virtù ", Busnelli-Vandelli), sia alla bellezza: quando dico: Elle soverchian lo nostro intelletto, escuso me di ciò, che di tanta eccellenza di biltade poco pare che io tratti sovrastando a quella (III VIII 14: " intrattenendomi su quella eccellente bellezza ", Busnelli-Vandelli); sia, infine, all'arte, nelle parole di Oderisi da Gubbio, che ricorda lo gran disio / de l'eccellenza ove mio core intese (Pg XI 87), " cioè dell'avanzamento: però ch' io arei voluto esser tenuto che io avanzasse ogni uno " (Buti); più chiaramente, Benvenuto: " idest, propter magnum desiderium excellendi caeteros in arte mea ".
Unita alla preposizione ‛ per ', forma una locuzione avverbiale che vale " per antonomasia ": questo officio per eccellenza Imperio è chiamato, sanza nulla addizione [" senza aggiungervi altra qualifica "], però che esso è di tutti li altri comandamenti [" comandi "] comandamento (Cv IV IV 7); cfr. Mn I II 2 Est ergo temporalis Monarchia, quam dicunt Imperium, unicus principatus et super omnes in tempore vel in hiis et super hiis quae tempore mensurantur).