eccesso
In D. ricorre una sola volta, in senso traslato, in Pd XIX 45 [Dio] non poté suo valor sì fare impresso / in tutto l'universo, che 'l suo verbo / non rimanesse in infinito eccesso, dove sta a significare un'illimitata esorbitanza nell'ordine della spiritualità. Più specificamente nel passo citato è riferito alla smisurata potenza con cui il Verbo, cioè la sapienza di Dio, rimane " infinitamente al di sopra " di ogni creatura terrena (Buti), o di ogni creato intendimento (Lombardi), oppure del contenuto del mondo creato (Sapegno). Nello stesso significato di " grande eccedenza " è variante, in luogo di eccelso, in Pd XXIX 142 (cfr. Petrocchi, ad l.)