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ecciplesso

di Andrea Ciccioli - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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ecciplesso

Andrea Ciccioli

Specie chimica formata dall’unione di un atomo (o di una molecola) che si trova in uno stato elettronico eccitato con un altro atomo (o molecola) diverso, che si trova invece nello stato fondamentale (cioè quello a più basso contenuto energetico). L’ecciplesso è dunque un complesso eccitato (excited complex, da cui il nome). Le proprietà e i meccanismi di formazione degli ecciplessi sono analoghi a quelli degli eccimeri, da cui differiscono per il fatto che in quest’ultimo caso le due entità che si aggregano sono uguali. Gli ecciplessi trovano applicazione in un particolare tipo di laser, i laser a ecciplessi (spesso indicati impropriamente come laser a eccimeri), che emettono radiazione nella regione ultravioletta dello spettro elettromagnetico. L’ecciplesso, infatti, tende a decadere rapidamente, con emissione di radiazione, nel suo stato fondamentale che, essendo instabile, si dissocia immediatamente nei due monomeri di partenza. Il laser a ecciplessi trova importanti applicazioni in medicina (correzioni chirurgiche dei difetti della cornea) e nella microlavorazione di molti materiali (polimeri, ceramici, vetri, semiconduttori), soprattutto nell’industria elettronica e optoelettronica. Tra i laser a ecciplessi più usati vi sono quelli basati su un gas nobile e un alogeno, per es. sull’ecciplesso formato da un atomo di xeno e un atomo di cloro, XeCl (emissione a 308 nm), o da un atomo di cripto e un atomo di fluoro, KrF (emissione a 248 nm). I gas nobili, infatti, mentre sono notoriamente assai poco reattivi nei loro stati fondamentali, possono interagire più facilmente con altre specie quando si trovano in uno -stato eccitato. L’eccitazione viene in genere realizzata mediante una scarica elettrica o un bombardamento elettronico, e gli impulsi hanno durata fino all’ordine dei nanosecondi. Altre applicazioni degli ecciplessi e degli eccimeri sono allo studio nel campo dei dispostivi optoelettronici (per es., nei LED, Light emitting diodes, o in dispositivi ottici per misure chimico-analitiche).

→ Fotochimica

Vedi anche
fotochimica Parte della chimica che studia gli effetti chimici permanenti dell’interazione fra radiazioni elettromagnetiche (nel campo del visibile e dell’ultravioletto) e materia. 1. Generalità Alla fotochimica ha dato un forte impulso l’avvento della teoria quantistica che ha consentito di fornire spiegazioni ... elementi alogeni In chimica, denominazione data da J.J. Berzelius (1825) agli elementi capaci di combinarsi con i metalli per dare sali non contenenti ossigeno ( sali aloidi). Più specificamente, gli elementi chimici del gruppo VII B del sistema periodico: fluoro, cloro, bromo, iodio, astato. Per le loro proprietà fisiche ... radioisotopo Nuclide che presenta radioattività, sia naturale sia indotta artificialmente. I radioisotopo naturali con numero atomico Z maggiore di 83 sono tutti radioattivi. Altri elementi naturali con Z<83 presentano una debole attività, sia per la presenza molto scarsa dell’isotopo o degli isotopi specificamente ... cripto (krypton) Elemento chimico, di simbolo Kr, di numero atomico 36, peso atomico 83,7, di cui si conoscono numerosi isotopi. Scoperto nel 1898 da W. Ramsay e M.W. Travers, fu così chiamato perché per lungo tempo non era stato identificato tra i componenti dell’aria. Fa parte del gruppo dei gas nobili; si ...
Categorie
  • FISICA ATOMICA E MOLECOLARE in Fisica
Tag
  • SPETTRO ELETTROMAGNETICO
  • OPTOELETTRONICA
  • FOTOCHIMICA
  • ALOGENO
  • FLUORO
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