ÉCIJA (A. T., 39-40)
Capoluogo di partido judical (1192 kmq. con 34 mila ab.) nella provincia di Siviglia. Il centro abitato sorge sulla sinistra del Genil, affluente del Guadalquivir, dove questo fiume diviene navigabile, in mezzo a una zona quasi pianeggiante, in parte coperta di lagune (Ruiz Sánchez). È una delle regioni più calde di tutta la Spagna, detta perciò sartén (padella) de Andalucía. Produce olio, cereali e frutta. La città, che sembra di origine greca ('Αστιγίς) ed ebbe un periodo fiorente sotto i Romani (sede di conventus iuridicius), fu elevata a sede episcopale all'epoca della dominazione gotica. Decadde con gli Arabi; fu riconquistata da Ferdinando IV nel 1265. Attualmente è il centro più popoloso (30 mila ab. con i sobborghi) e più ricco della provincia dopo la capitale. Oltre che per il commercio agricolo, Écija ha importanza per alcune piccole industrie, ma esclusa com'è, per la sua posizione dalle grandi vie di comunicazione del paese, sembra ormai da decennî pressoché stazionaria.