eclissi
. Il nome del più avvertibile, anche per l'occhio meno preparato, dei fenomeni celesti, è più volte usato da D. per illustrare con un esempio la natura della deduzione scientifica. Così l'e. solare, provocata dall'interporsi del corpo lunare tra il Sole e l'osservatore posto sulla Terra, mostra la rispettiva posizione delle sfere dei due astri in rapporto alla Terra: la sfera della Luna è più vicina a noi di quella del Sole (Cv II III 6, Quaestio 61). Ugualmente, l'e. solare può essere invocata per rigettare l'ipotesi di un corpo lunare translucido (Pd II 80). Quanto all'e. della Luna, essa serve a dimostrare che uno stesso istante è, per una parte del mondo, quello del sorgere del Sole e, per un'altra parte, quello del suo tramonto (Quaestio 54) e, di conseguenza, che la Terra è rotonda. Il riferimento di D. a una tale osservazione degli astronomi non riguarda un fenomeno preciso, ma deriva dal problema generale di determinare le differenze di longitudine tra due punti della Terra, mediante l'osservazione simultanea di un'e. di Luna (diversamente dall'e. di Sole, quella della Luna è visibile da ogni punto della Terra).
Si tratta di una questione frequentemente esposta nei trattati di astrolabio (cfr. il trattato di Messahalla, in R.T. Gunther, Early Science in Oxford, V, Chaucer and Messahalla on the astrolabe, Oxford 1929, 224-225) o di astronomia (cfr. il commentario di Robertus Anglicus alla Sphaera di Sacrobosco, ediz. L. Thorndike, The Sphere of Sacrobosco and its Commentators, Chicago 1949, 196-197).
Tra le e. solari ve n'è una che ha posto dei problemi tanto agli astronomi che ai teologi: quella, cioè, che avrebbe provocato l'oscurarsi dell'astro, segnando il momento della morte di Cristo sulla croce. D. rifiuta la realtà di una simile e. (Pd XXIX 97-102; un'allusione a detta e. in XXVII 35), in quanto non naturale e non miracolosa: le e. naturali difatti, a differenza delle e. lunari, non sono universalmente visibili; d'altronde i Vangeli sono espliciti, l'oscuramento fu visibile da tutta la Terra, da ovest a est (dalla Spagna in India, precisa D., e avrebbe potuto aggiungere - sulla scorta di s. Gerolamo e Sacrobosco, ediz. L. Thorndike, op. cit., pp. 116-117 - che un'e. solare si verifica solo con la Luna nuova, mentre la Pasqua ebbe luogo con la Luna piena). Un'e. miracolosa avrebbe richiesto un brusco retrocedere della Luna sulla sua orbita, con un salto indietro di quasi 180°, per venirsi a trovare di fronte al Sole; tuttavia i tre evangelisti hanno precisato che si ebbero delle tenebre, senza fare allusione ad alcun intervento della Luna. Questa pretesa e., quindi, non ebbe luogo e l'oscuramento dell'astro si verificò di per sé.