eco
èco [s.m. o s.f., pl. echi unicamente m. Der. del lat. echo, dal gr. echó] [ACS] Fenomeno acustico per il quale un suono, riflettendosi contro un ostacolo, può tornare a essere udito nel punto in cui è stato emesso. Un fenomeno analogo a quello acustico si verifica per altri tipi di propagazione di energia per onde, per es. radioonde, e per segnali elettrici che si propagano lungo linee. Perché un e. sonoro si produca è necessario che vi sia una distanza opportuna tra la sorgente sonora e la superficie riflettente; infatti, non riuscendo l'orecchio umano a percepire suoni distinti che si susseguono a intervalli minori di circa 0.1 s, occorre che tra l'istante in cui il suono cessa di essere emesso e l'istante in cui arriva il suono riflesso sia trascorso almeno tale tempo, cioè tra la sorgente sonora e la superficie riflettente vi sia, nell'aria, almeno una distanza di 17 m (essendo la velocità di propagazione del suono nell'aria uguale a circa 340 m/s). Tale distanza minima è sufficiente a produrre l'e. solo se il suono è di brevissima durata; ma se, per es., si pronunzia una sillaba, che dura in media 0.2 s, di fronte a una parete, questa, perché l'e. possa prodursi, deve essere a una distanza non minore di una cinquantina di metri. L'e. si avverte tanto più distintamente quanto maggiore è la distanza tra la sorgente sonora e la superficie riflettente, purché naturalmente essa non sia così grande da rendere, per fenomeni d'assorbimento, difficilmente percepibile il suono riflesso. Se il suono viene prodotto tra due superfici all'incirca piane e parallele, il suono riflesso dall'una torna a riflettersi sulla seconda, quindi di nuovo sulla prima, e così via; si ha il cosiddetto e. multiplo, per il quale un breve suono può essere udito più volte. La riflessione può anche effettuarsi su più di due superfici, come nel caso del tuono, nel quale il rumore secco prodotto dalla scarica elettrica temporalesca viene riflesso sulle innumerevoli superfici costituite dalle nubi e dal terreno fornendo all'orecchio un gran numero di sensazioni sonore rapidamente susseguenti così da fondersi in un unico mutevole rumore, che è appunto il tuono. Dell'e. sono state fatte importanti applicazioni per la misurazione della distanza (→ ecometro). Come accennato, considerazioni analoghe valgono per segnali elettrici, onde radio, ecc. ◆ [ELT] E. associato a un segnale: nella tecnica delle telecomunicazioni, si chiama e. il segnale cui un segnale dà luogo in seguito a fenomeni di riflessione da esso subiti nel mezzo di trasmissione (linea, cavo, atmosfera terrestre nel caso di radioonde, ecc.) se in questo sono presenti discontinuità dell'impedenza: e. telefonico, radioeco, ecc.; si tratta di segnali spuri e nocivi, per sopprimere i quali si ricorre a dispositivi speciali, detti soppressori d'e. (v. oltre). ◆ [FME] E. di spin: nei metodi di spettroscopia nucleare con impulsi a radiofrequenza, segnali ritardati che s'accompagnano a quelli principali; il ritardo può essere doppio di quello relativo al segnale (cosiddetti e. normali) oppure può essere pari al ritardo del segnale più il tempo di rilassamento longitudinale (e. stimolati): v. risonanza magnetica nucleare in fisica medica: V 29 e. ◆ [ELT] E. radar ed e. di seconda traccia: v. radar: IV 649 a, c. ◆ [GFS] E. sparsi: v. ionosfera: III 310 f. ◆ [ACS] [ELT] Attenuazione d'e.: il livello, in dB, del segnale utile rispetto al suo eco. ◆ [ACS] [ELT] Camera d'e.: dispositivo (ingl. echo box) per simulare un mezzo trasmissivo che dia luogo a e.; applicata a un generatore impulsivo (sonoro, ultrasonoro, radar, ecc.) consente di effettuare le stesse prove che, con maggiore difficoltà, potrebbero effettuarsi disponendo a distanza opportuna una superficie o un corpo riflettente. ◆ [ELT] Soppressore d'e.: dispositivo usato nei circuiti telefonici a 4 fili a grande distanza e nei ponti radio bidirezionali per sopprimere i segnali di e. (v. sopra: E. associato a un segnale); ve ne sono di vari tipi (a relè, a diodi, a transistori), tutti basati sul principio d'impedire la propagazione dei segnali nella direzione opposta a quella del segnale utile, cioè nella direzione di propagazione dell'eco.