ecocardiografia
Tecnica che si avvale dell’impiego degli ultrasuoni, nell’intervallo di frequenza fra 2 e 10 MHz, per visualizzare l’anatomia del cuore e la sua funzione. In partic., l’e. è in grado di fornire informazioni sulla contrattilità del cuore, sulla morfologia delle valvole cardiache e, mediante uno studio Doppler, sul flusso del sangue all’interno delle cavità. Queste valutazioni possono essere sia qualitative sia quantitative, misurando lo spessore delle pareti del cuore, le dimensioni delle sue cavità e la velocità del sangue al suo interno.
Si tratta di una metodica non invasiva, indolore, priva di qualsiasi danno biologico e facilmente ripetibile; quest’ultima caratteristica la rende la metodica ideale in tutte quelle condizioni in cui è necessario ripetere l’esame in tempi ravvicinati e per controllare nel tempo l’evoluzione di malattie cardiache. La e. è ormai strumento insostituibile per il percorso diagnostico e la valutazione clinica nel tempo del paziente cardiopatico (follow up). Per le stesse caratteristiche è la metodica ideale per lo studio del cuore nei neonati, nei bambini, e addirittura nel feto, consentendo di diagnosticare alcune cardiopatie congenite anche prima della nascita.
Il primo approccio diagnostico al paziente con sospetta cardiopatia avviene utilizzando l’ e. transtoracica che prevede l’impiego di una particolare sonda la quale, una volta appoggiata alla superficie del torace, emette una serie di ultrasuoni. Gli impulsi, una volta riflessi e rielaborati dall’apparecchio, permettono di visualizzare, in tempo reale, l’immagine delle strutture cardiache. L’esame può essere eseguito sia in condizioni basali di riposo che dopo stress fisico o farmacologico, con l’impiego, se necessario, di agenti di contrasto non ionizzanti, pertanto innocui per la salute. In pochi minuti è possibile acquisire le informazioni necessarie per formulare un corretto giudizio diagnostico. Un secondo tipo di approccio eseguito endoscopicamente e ancora più preciso, è l’e. transesofagea, che permette di svelare alcune forme patologiche, altrimenti difficilmente diagnosticabili, come alcuni tipi di vizi valvolari complessi, la presenza di rare malformazioni congenite, di patologie a carico dall’aorta toracica, di fonti emboligene di origine cardiaca. Recentemente è stata inoltre introdotta l’ e. 3D (tridimensionale) che consente una migliore valutazione d’insieme del cuore e che si sta dimostrando particolarmente utile nello studio delle malattie valvolari, specie della valvola mitrale, e in quello dei difetti interatriali.