economia comportamentale
Branca interdisciplinare dell’economia e della psicologia cognitiva (detta anche behavioral economics) che studia il comportamento di scelta economica con metodo sperimentale. L’e. c. è nota soprattutto per esperimenti nei quali le scelte economiche violano sistematicamente gli assiomi della teoria economica neoclassica, secondo la quale gli individui cercano di massimizzare una funzione di utilità legata alla ricchezza. Gli studi di e. c. mostrano che le persone scelgono spesso in modo irrazionale, almeno rispetto ai criteri classici di razionalità.
L’e. c. ha precedenti storici nei lavori degli anni Cinquanta del secolo scorso di Maurice Allais e di Herbert Simon. In particolare, il paradosso di Allais descrive il fatto che, in situazioni di rischio, molte persone attribuiscono valori sproporzionatamente grandi a piccole differenze di probabilità se queste rappresentano la differenza tra rischio e certezza. Il maggiore impulso all’e. c. si ha a partire dagli anni Settanta grazie ai lavori di Amos Tversky e di Daniel Kahneman. Uno dei loro risultati principali è l’osservazione che le persone tipicamente attribuiscono un valore maggiore ai beni che già posseggono. Per es., pochi minuti dopo aver ricevuto in regalo dagli sperimentatori una tazza da caffè, i soggetti testati da Kahneman e Tversky valutavano quella tazza a un prezzo più alto di quello valutato da soggetti naïf. Questo fenomeno, detto loss aversion, rende le preferenze soggettive facilmente malleabili, il che può essere la premessa di scelte non razionali. La loss aversion e altre ‘anomalie’ nei comportamenti di scelta sono formalizzate nella prospect theory, dove la funzione di utilità è definita separatamente per perdite (dove ha pendenza maggiore ed è convessa) e guadagni (dove ha pendenza minore ed è concava). In generale, esiste una corrispondenza tra la convessità o la concavità della funzione di utilità e la propensione o l’avversione al rischio. Di conseguenza, gli individui descritti dalla prospect theory sono propensi al rischio nel dominio delle perdite e avversi al rischio nel dominio dei guadagni. Al contrario, la funzione di utilità generalmente ipotizzata nella teoria economica è definita sulla ricchezza totale ed è concava su tutto il dominio, e descrive quindi individui che sono stabilmente avversi al rischio.
Un altro fenomeno molto studiato in e. c. è l’hyperbolic discounting. Dati due beni uguali, la maggioranza delle persone assegna un valore minore a quello che sarà ottenuto in un futuro più lontano. In altre parole, il valore assegnato a un bene ottenuto a un tempo t futuro è una funzione decrescente di t. Nella teoria economica, questa funzione decrescente è un esponenziale e i beni perdono valore a un tasso costante. Al contrario, molti esperimenti mostrano che le persone hanno una preferenza sproporzionata per beni ottenuti immediatamente, e che la funzione di decadimento è iperbolica anziché esponenziale. Il fatto che il valore soggettivo attribuito a un dato bene decresce a un tasso variabile può indurre preferenze non costanti nel tempo. Per es., la maggioranza delle persone preferisce ottenere 11 € tra un anno e un giorno invece che 10 € tra un anno. D’altra parte, ogni giorno, molte persone preferiscono ottenere 10 € quel giorno (oggi) invece che 11 € il giorno successivo (domani). Prese singolarmente, entrambe queste scelte sono compatibili con i principi classici di razionalità; prese insieme, invece, esse violano il principio di stabilità delle preferenze. Infatti, una persona che oggi preferisce 11€ tra un anno e un giorno, e tra un anno preferisce 10 € quel giorno, avrà cambiato idea, in modo prevedibile, nel corso dell’anno. L’hyperbolic discounting è stato osservato anche in altre specie animali.
Numerosi fenomeni di e. c. concernono scelte fatte in contesti sociali. Per es., molte persone preferiscono rinunciare a un guadagno pur di non subire quella che appare come un’ingiustizia – un comportamento comunemente osservato in teoria dei giochi sperimentale, in particolare nel cosiddetto gioco dell’ultimatum. Altri fenomeni descritti nell’e. c. includono gli effetti di framing, nei quali si osserva che la scelta economica spesso dipende da come le offerte vengono presentate, e l’avversione all’ambiguità (paradosso di Ellsberg). Alcuni dei fenomeni descritti in e. c., in particolare loss aversion e hyperbolic discouting, sono stati anche analizzati a livello neurale nell’ambito della neuroeconomia (➔).