ECONOMIA RURALE
. I fenomeni della produzione, anche agraria, a partire da un certo stadio di evoluzione delle discipline, sono stati tradizionalmente studiati sotto un duplice profilo: tecnico ed economico. Sotto il primo profilo, i processi per conseguire la produzione stessa si considerano in quanto qualitativamente adatti; sotto il secondo profilo non solo essi si considerano anche quantitativamente, ma si studiano particolarmente nei raffronti tra costo e prodotto: cioè, tra i processi tecnicamente possibili, si fa una "scelta economica" dei più convenienti o di maggiore tornaconto. In genere, anche lo studio economico è da principio iniziato da tecnici, e i due profili rimangono commisti e anche confusi: soltanto più tardi avviene una progrediente specializzazione dello studio degli aspetti economici. Ciò dà una prima e molto semplice idea della posizione rispettiva delle discipline tecniche e delle discipline economiche, negli studî agrarî.
I fatti economici della produzione agraria sono estremamente complessi, e per la loro piena comprensione è necessario considerarli integralmente. Tuttavia si possono mettere in evidenza alcune partizioni, secondo le quali diverse dottrine economiche possono considerarli: partizioni che si fanno per comodo di studio, che anzi in qualche punto non sono neppure nettamente separabili, e che soprattutto non debbono far perdere di vista l'unità dei fatti stessi e della scienza. Aggiungiamo che alla suddetta comprensione occorre anche la considerazione dei moventi non economici.
Con queste avvertenze, è possibile discriminare aspetti economici diversi, contrapponendo il punto di vista dell'economia sociale al punto di vista dell'economia privata (cioè dell'imprenditore agrario), e distinguendo - quanto al primo di questi punti di vista - ciò che è scienza economica pura, ciò che è scienza economica applicata, ciò che è arte economica. Così, un possibile schema di diversi aspetti economici dello studio dei fenomeni della produzione agraria è il seguente;1. per ciò che riguarda l'ordine sociale della ricchezza: a) ciò che è scienza economica pura, b) ciò che è scienza economica applicata (economia politica applicata all'agricoltura, o economia dell'agricoltura), c) ciò che è arte economica (politica agraria); 2. per ciò che riguarda l'economia privata dell'imprenditore agrario (economia rurale).
L'economia rurale, dunque, caratteristicamente considera i fenomeni economici dell'impresa agraria dal punto di vista economicoprivato dell'imprenditore, e al fine precipuo di predisporre e di conseguire il maggior tornaconto dell'imprenditore stesso. Indaga i rapporti fra i detti fenomeni e dà norme e orientamenti all'imprenditore per le combinazioni più produttive, cioè per la più conveniente organizzazione e per il più conveniente esercizio dell'impresa agraria. Occorre osservare peraltro che, così allo studioso dell'impresa agraria, come all'imprenditore agrario odierno, non interessano soltanto norme di condotta ed effetti economico-privati, ma anche la considerazione delle norme e degli effetti economico-sociali della produzione agraria, e la conoscenza dell'ambiente economico e sociale in cui si attua la produzione stessa. Si è adottata in Italia la denominazione di economia agraria (anziché economia rurale) ad affermare siffatta coordinazione, negli studî, del punto di vista sociale col punto di vista privato.
Anche se non si vogliano fondere i campi di studio dell'economia rurale, dell'economia politica applicata all'agricoltura e della politica agraria, occorre concludere che i fatti dell'impresa agraria ricevono piena luce solo dal complesso delle tre conoscenze.
Sono connessi - anche nella tradizione dell'insegnamento italiano - con l'economia agraria, l'estimo e la contabilità rurale. In fatto, la ricerca dei rapporti tra fenomeni dell'impresa agraria, l'ordinamento (cioè l'organizzazione e l'esercizio) di questa, e la risoluzione dei problemi di tornaconto hanno bisogno delle indagini statistico-contabili, e della valutazione così dei beni impiegati nella produzione, come dei beni prodotti. Parimenti, il controllo dell'impresa ha bisogno della valutazione e dell'osservazione contabile. E dalle contabilità agrarie, cioè dalle elaborazioni metodiche di masse di dati contabili, sorge viva luce sulla struttura economica delle imprese, sulle caratteristiche dei varî tipi d'impresa, sulle variazioni nello spazio e nel tempo.
Nello studio recente dell'economia agraria in Italia si possono notare, tra l'altro, i seguenti fatti: anzitutto, la trattazione dell'economia rurale si liberò di quelle cognizioni propriamente tecniche, che senza vantaggio l'appesantivano; inoltre, tutti gli studî di economia rurale e di estimo, si vennero, man mano, più rigorosamente collegando con quelli d'economia pura e d'economia applicata; si accentuò, poi, la preoccupazione di allargare le indagini dei fatti dell'impresa agraria, anche alla considerazione degli effetti sociali; infine il metodo induttivo ebbe a mano a mano più larga parte negli odierni indirizzi degli studî di economia agraria, nei quali l'osservazione dei fatti tende a divenire sempre più vasta, profonda e metodica (esempio, gli uffici di contabilità agraria) al fine di risalire, per ordini omogenei, a caratteristiche o a leggi comuni. IL sorgere dell'Istituto nazionale di economia agraria ha dato recente incremento in Italia alla ricerca economico-agraria, e ne ha chiariti e unificati i metodi.
Ciò definito, passeremo a sintetizzare il contenuto essenziale dell'economia rurale, secondo uno schema che non perde di vista quella coordinazione con l'economia applicata e la politica agraria, che abbiamo dianzi accennato come necessaria.
L'impresa di trasformazione fondiaria. - Sebbene le graduali trasformazioni fondiarie d'ordinario si compiano contemporaneamente alla coltivazione, sicché esercizio dell'agricoltura e trasformazione fondiaria coesistono, non è men vero che, in teoria, si può concepire la trasformazione fondiaria precedere l'esercizio dell'agricoltura. O più esattamente, partire essa trasformazione da un regime fondiario e un ordinamento produttivo rudimentali, ed avere per meta un regime fondiario e un ordinamento produttivo elevati. Il fondo agrario è appunto il risultato di tale continua trasformazione della terra primitiva; trasformazione che, nel tempo, può essere lenta, ovvero può (come nel caso delle recenti trasformazioni fondiarie in grande stile) portarsi con relativa rapidità, e soprattutto secondo una coordinazione integrale bene stabilita di opere e quindi di investimenti di capitali, a un dato stadio di evoluzione. Ad essa trasformazione subentra, in tale stadio, l'esercizio dell'agricoltura, pur continuando gradualmente, anche posteriormente a ciò, la trasformazione fondiaria.
Vi ha dunque tipicamente, in questo caso, un'impresa di trasformazione fondiaria; come, questa compiuta, si avrà un'impresa di esercizio dell'agricolturȧ nel fondo così trasformato. In ambo le imprese si ravvisa la combinazione, fatta dall'imprenditore a proprio rischio, di determinati mezzi di produzione: combinazione e rischio che appunto definiscono ogni impresa.
Nello studio economico dell'impresa di trasformazione fondiaria (e cioè dei regimi fondiarî, preesistente e conseguente alla trasformazione) hanno particolare rilievo la considerazione della divisione, per possessi e per imprese, delle terre; lo studio delle condizioni di abitabilità del territorio; lo studio dell'economia dei capitali stabilmente investiti nel terreno (tale investimento attua segnatamente e più evidentemente la trasformazione fondiaria), e cioè delle sistemazioni del terreno, delle opere di governo delle acque e di prosciugamento e d'irrigazione, delle opere di viabilità e di difesa, dei fabbricati rurali, delle piantagioni legnose; lo studio, infine, del sistema di colonizzazione, cioè dei rapporti tra regime fondiario e popolazione. Lo studio dell'economia dei capitali stabilmente investiti, oltre che per singoli elementi, va fatto nella loro coordinazione e nel loro funzionamento interdipendente, al fine integrale della trasformazione fondiaria da conseguire. Come ogni impresa, l'impresa di trasformazione fondiaria ha il suo bilancio, nel quale si confronta il costo (diretto e indiretto) della trasformazione, all'utile generato dalla trasformazione stessa ed espresso dall'increm-nto di valor capitale del fondo trasformato. Anziché in termini di capitali, tale bilancio si può fare in termini di redditi; e allora esso confronta l'interesse annuo dei capitali investiti nella trasformazione, all'incremento di valor locativo annuo del fondo trasformato.
L'impresa d'esercizio dell'agricoltura. - L'impresa d'esercizio dell'agricoltura si studia sotto due essenziali punti di vista 1, l'ambiente economico e sociale nel quale l'impresa agraria esiste e funziona; 2. l'ordinamento economico interno dell'impresa stessa.
Quanto l'impresa agraria è interdipendente con gli elementi fisici dell'ambiente, altrettanto lo è con gli elementi economici (mercato, così dei prodotti come dei servizî produttivi) e sociali dell'ambiente stesso, e con i fatti della politica agraria. Sicché, sistematicamente, lo studio del mercato e dei fatti della politica agraria può precedere lo studio dell'ordinamento dell'impresa. Quelli che (con vecchia frase) si chiamano genericamente rapporti esteriori dell'impresa agraria, riguardano appunto i fatti dell'ambiente economico e sociale dell'impresa, il mercato e i fatti della politica agraria che più direttamente influiscono sull'organizzazione, sull'esercizio e sui risultati dell'impresa: l'organizzazione statale e sindacale, il regime tributario, il regime doganale, il commercio interno ed estero, il credito, la cooperazione, ecc. La materia è vasta. Si posano, qui, tra altri, problemi dell'influenza della politica economica in genere, e di quella agraria in specie, sull'agricoltura, sulle classi agrarie e sul progresso sociale di esse; problemi complessi e mutevoli nel tempo e nello spazio. Qui rientra in pieno lo studio della popolazione rurale e delle classi rurali, e delle loro condizioni.
L'ordinamento dell'impresa ricerca e fissa (data un'impresa, in un dato tempo e mercato) i modi più convenienti per ordinare - cioè per organizzare e per esercitare - l'impresa stessa; e ciò mediante una serie, contemporanea e coordinata, di scelte economiche, che riguardano essenzialmente alcuni fattori o momenti principali così dell'organizzazione come dell'esercizio.
a) L'organizzazione dell'impresa. - Comprende:1. la combinazione colturale. Qui la scelta economica deve determinare le specie e varietà di piante economicamente più convenienti da coltivare, la superficie relativa che più conviene attribuire a ciascuna di esse, l'eventuale consociazione, la rotazione più conveniente per le colture erbacee; e infine, per le colture arboree, la forma di governo economico più conveniente ad esse. I gruppi di fatti economici che dettano criterî per queste scelte, sono, tra altri, l'adattamento della combinazione colturale alle condizioni demografiche, economiche generali e del mercato; l'economia dei capitali occorrenti per la combinazione colturale, e l'economia del lavoro umano, delle macchine e delle forze motrici disponibili; le condizioni di smercio dei prodotti, ecc.; 2. la trasformazione dei prodotti. Quivi con la scelta economica si deve decidere se, e quali, prodotti diretti del suolo, anziché smerciarli come tali, siano da trasformare. I motivi di orientamento per queste scelte sono complessi e mutevoli, essendo taluni motivi imperiosi, e altri soltanto di convenienza. In questa seconda ipotesi, la trasformazione di alcuni prodotti diretti può dar modo di meglio profittare delle condizioni del mercato; o dar luogo a una minore esportazione di materie utili dall'azienda; o ad un'utilizzazione di forze di lavoro non altrimenti utilizzabili o a un impiego di residui non meglio utilizzabili, ecc.; 3. i rapporti personali (cioè tra le persone cooperanti alla produzione agraria) tra imprenditore e proprietario, tra imprenditore e personale direttivo, tra imprenditore e mano d'opera. Essi rapporti - di portata così economica, come giuridica, morale, sociale - possono essere ben diversi e ben diversamente combinati: alcuni tipi principali di queste combinazioni personali danno luogo ai cosiddetti sistemi di amministrazione (conduzione diretta, affitto, colonia parziaria), pure importante oggetto di studio nei riguardi dell'economia dell'impresa e dell'economia sociale. Qui rientra lo studio specifico dell'economia del lavoro umano, nell'impresa agraria, per quanto concerne problemi di organizzazione scientifica (razionalizzazione) del lavoro, e la distribuzione di questo nel tempo e nello spazio; 4. l'ampiezza dell'impresa. È conseguenza delle precedenti scelte menzionate: fra l'altro, è in parte notevole conseguenza dei rapporti personali. Comunque, essa scelta è correlativa, oltre che al grado d'attività dell'impresa, alla migliore possibile utilizzazione del lavoro umano, alla necessità o meno di far compartecipare i lavoratori ai prodotti, di adottare date macchine, di compiere date trasformazioni fondiarie, ecc., nonché alle necessità della direzione dell'impresa. Con le scelte inerenti ai quattro fattori o momenti menzionati, si è provveduto all'organizzazione. Esse, nel loro insieme, costituiscono quello che, secondo alcuni, si dice "sistema di economia agraria".
b) L'esercizio. - Le scelte relative all'esercizio dell'impresa si riassumono in due momenti: 1. i mezzi di fertilizzazione, cioè, in genere, quei mezzi che - data un'organizzazione dell'impresa - influiscono a elevare la produzione. Quivi si tratta delle scelte di convenienza relative alle concimazioni, alle lavorazioni del suolo, all'uso dell'acque irrigatorie, alle cure colturali in genere, compresi i metodi di lotta contro le cause nemiche delle colture; 2. i modi di esecuzione delle operazioni campestri. Si tratta di scegliere, nel riguardo economico, forze motrici, macchine operatrici e trasformatrici, bestiami, i quali - data l'impresa, la sua organizzazione e i mezzi di fertilizzazione adottati - diano luogo alla massima convenienza nell'esecuzione delle operazioni necessarie.
Ordinata l'impresa, ne risultano determinati, tra l'altro, la quantità media degli elementi di produzione: ne risulta, anzi, determinato l'intero bilancio dell'impresa. Gli elementi della produzione sono il lavoro dell'uomo e i capitali dell'impresa agraria.
I capitali e il bilancio dell'impresa. - I capitali, per l'imprenditore agrario, sono il capitale fondiario (terra e capitali in essa investiti) e i cosiddetti capitali industriali (o agrarî, o tecnici, o di esercizio), i quali comprendono i capitali di scorta e i capitali di circolazione o anticipazione. Lo studio dei capitali dell'impresa agraria, sia per singoli elementi, sia nelle loro coordinazioni, è sommamente importante. Dei capitali stabilmente investiti nel terreno abbiamo fatto menzione a proposito dell'impresa di trasformazione fondiaria, ma essi hanno essenziale importanza anche nello studio dell'impresa di esercizio dell'agricoltura. Quanto ai capitali di scorta, è specialmente importante lo studio dell'economia dei bestiami e delle macchine agrarie, il quale studio tocca importanti problemi di tornaconto.
Quanto al bilancio dell'impresa agraria, esso raffronta il valore della produzione al costo di essa, in un ciclo produttivo, e dà luogo alla conoscenza dei risultati economici dell'impresa. Tra questi, il prodotto netto o reddito globale dei capitali e del lavoro, e il reddito netto dell'imprenditore. La "distribuzione" del prodotto netto o reddito globale - tra le persone economiche del proprietario fondiario, del proprietario dei capitali d'esercizio, del lavoratore, del direttore, dell'imprenditore - scaturisce pure dal bilancio. Esso mostra per tal modo i risultati, anche sociali, dell'impresa; e il suo studio si ricollega a quello delle condizioni di vita delle classi cooperanti alla produzione.
Metodi d'osservazione. - Dopo questo schema, diremo che la forma di ragionamento scientifico prevalente nell'economia agraria è l'induzione, che consente di risalire dall'osservazione dei fatti alle caratteristiche o alle leggi che li governano. Giacché i fenomeni dell'impresa agraria sono, statisticamente, atipici, l'osservazione per ricercare le caratteristiche di essi, è quella per masse. Appunto nei grandi numeri, vengono poste in evidenza tali caratteristiche.
Tra i principali metodi di osservazione dell'economia agraria sono i seguenti: 1. la tradizione locale dei migliori imprenditori agrarî; 2. la sperimentazione sistematica, diretta a fini economici: 3. la statistica agraria; 4. la statistica economica basata sui dati degli uffici di contabilità agraria; 5. la contabilità delle singole imprese; 6.l'inchiesta agraria, ricerca occasionale e non continuativa, mediante rilevamenti sopraluogo e la raccolta di ogni altro positivo elemento (essa ha in Italia i precedenti dell'Inchiesta agraria del 1880 e dell'Inchiesta parlamentare sulle condizioni dei contadini nelle provincie meridionali del 1910); 7. la monografia economica (di zona agraria, oppure di impresa tipica, oppure di famiglia contadina, ecc.); 8. la comparazione tra sistemi di economia agraria. Qhesti studî di economia agraria comparata, pongono in evidenza, per ciascun tipo d'impresa, le caratteristiche e la struttura dell'impresa, le condizioni ambientali fisiche, economiche e sociali in cui quel tipo esiste, il reddito, la sua distribuzione tra le persone cooperanti alla produzione. Mostra, dunque, per sistemi definiti d'economia agraria, il funzionamento e i risultati dell'impresa, e, nella sfera di possibilità dei raffronti, pone in risalto i termini per questi necessarî.
L'economia rurale negli studi esteri. - In Germania un tempo fu netta la distinzione tra il punto di vista dell'economia generale (nazionale) e il punto di vista dell'economia privata. Al primo corrisponde l'Agrarpolitik, e al secondo la Landwirtschaftliche Betriebslehre o recentemente e più correttamente, Wirtschaftslehre des Landbaus.
L'Agrarpolitik ha contenuto di scienza (i principî secondo i quali l'attività dello stato può dirigersi allo sviluppo sistematico dell'economia agraria nazionale) e ha contenuto di arte (le provvidenze che costituiscono l'attività stessa). In seguito, oltre l'attività dello stato, essa studia anche le influenze economiche esercitate dalle organizzazioni e dai partiti politici. Essa s'inizia forse a mezzo del sec. XVIII, quando la scuola dei cameralisti s'occupa di questioni agricole, con concetti spesso ispirati dal mercantilismo, e soprattutto nei riguardi demografici e fiscali.
La Landwirtschaftliche Betriebslehre, riunì, da principio, discipline tecniche ed economiche. Lo studio economico dell'impresa agraria fu a mano a mano influenzato, oltre che dalle teorie di economisti, da quelle di chimici; ma negli ultimi decennî del sec. XIX esso tornò pienamente al punto di vista economico. E da alcuni decennî si ha una più forte attività di questi studî, sotto il nome più generale di Wirtschaftslehre des Landbaus.
Con questo termine si comprende l'organizzazione e la direzione dell'impresa agraria (Betriebslehre), le valutazioni (Schȧtzungslehre) e la contabilità agraria; alcuni autori vi aggiungono la geografia agricola, la storia dell'agricoltura, il commercio agricolo e altri rami. La separazione netta, che già dominò tra Agrarpolitik e Landwirtschaftliche Betriebslehre, si cancella man mano. Un recente sviluppo è poi la Landarbeitslehre, come applicazione del taylorismo all'agricoltura, cioè come razionalizzazione, o organizzazione scientifica, del lavoro agricolo.
Negli Stati Uniti d'America, da alcuni decennî, il nome comprensivo di Agricultural Economics (economia agraria) riguarda le discipline economiche dell'agricoltura. In consonanza all'indole pratica di quel popolo e a particolari problemi che sorgono in quel paese a nuove terre, l'Agricultural Economics attinge da altre scienze, tra cui l'economia e la sociologia, i principî necessarî, ma, coordinandoli a un vastissimo materiale statistico, sperimentale e di ricerca economico-agraria, s'indirizza in prevalenza a fini applicativi dell'economia privata, e a fini di politica economica. L'Agricultural Economics sorge forse primamente come ricerca dei costi di produzione (alcune ricerche datano dal 1850) e dapprima vi lavorano più tecnici agricoli che economisti. La ricerca, a fini in prevalenza applicativi, sui sistemi d'economia agraria ebbe poi successivi sviluppi, specie verso il 1900, con larghe ricerche metodiche su imprese rappresentative di tipi di produzione definiti e importanti. L'espressione farm management (assimilabile all'italiano ordinamento dell'impresa, e al tedesco Betriebslehre), che dapprima significava solo l'arte dell'ordinamento e dell'amministrazione dell'impresa agraria, prese così un più pieno e complesso significato scientifico-economico.
Nel riguardo dei costi, i sistemi di metodiche osservazioni e indagini, che proseguono, vengono chiamati cost accounting methods (metodi della contabilità dei costi), e conferiscono vasto materiale di ricerca all'Agricultural Economics. Il Ministero d'agricoltura promosse ricerche economiche d'ampio stile in farm management, e costituì all'uopo pubblici servizî, tuttora permanenti. Altro momento si ebbe con la pubblicazione, da parte della Cornell University (1911), dei risultati della Tompkins Count survey (inchiesta sulla contea di Tompkins), che affermò l'importanza della survey (inchiesta) che abbraccia tutte le imprese di una zona, mentre il cost accounting method si limita a serie d'imprese tipo.
Stabilite le basi teoriche dell'Agricultural Economics essa attualmente si può dire che comprenda: l'organizzazione e l'esercizio dell'impresa, lo studio dei costi di produzione, i problemi della redditività e quelli dell'ampiezza delle imprese; la cosiddetta finanza agraria (credito, imposte, assicurazioni, ecc.); il Marketing (studio dei mercati e dei prezzi, dell'organizzazione dei mercati, delle pratiche commerciali, della standardizzazione dei prodotti agrarî, delle cause che influenzano la domanda, l'offerta e la distribuzione dei prodotti, ecc.); la cooperazione agraria, l'economia della terra (Land Economics); la sociologia rurale; la storia dell'agricoltura.
Per Land Economics s'intende lo studio dei problemi economici delle terre, non solo nei riguardi dell'agricoltura, ma delle altre utilizzazioni industriali, minerarie, edilizie, ecc., e dei relativi fabbisogni nazionali.
La Rural Sociology (sociologia rurale) ha raggiunto da circa venticinque anni a oggi grande sviluppo, meglio assettandosene poi il sistema scientifico e allargandosene la sfera. Essa è un ramo di sociologia che studia i ceti e le comunità rurali, per dettare i principî del loro progresso sociale. Accettando specialmente i risultati della ricerca economica, essa studia l'influenza dei fatti così accertati, sulle classi rurali e sulle condizioni d'esistenza di queste. Insomma, studia la natura e lo sviluppo della società rurale, le condizioni e i movimenti demografici della popolazione rurale; le condizioni fisiche, economiche e politiche delle classi rurali, le istituzioni rurali, i rapporti tra città e campagna, ecc.
Accanto alle branche menzionate dell'Agricultural Economics è di recente sviluppata la Home Economics (economia domestica), che studia l'impianto razionale e il governo della casa, l'alimentazione e l'allevamento umano, le industrie e le attività domestiche.