economia sperimentale
Branca dell’economia di natura empirica che analizza il comportamento degli agenti economici in contesti di interazione controllata. Suo obiettivo è la verifica empirica delle ipotesi alla base dei modelli di scelta economica attraverso esperimenti.
L’indagine s. si articola per fasi. La prima consiste nel reclutamento dei soggetti che parteciperanno allo studio da effettuare sulla base dei principi di rappresentatività statistica del campione e neutralità rispetto al contesto di scelta. Successivamente, si procede con l’implementazione dell’esperimento in contesti artificiali e controllati, i laboratori. Attraverso il disegno s., il ricercatore si prefigge di isolare l’ipotesi (ossia la relazione causa-effetto) oggetto di studio e di controllare eventuali ulteriori effetti spuri. Per far ciò, un esperimento deve prevedere almeno una situazione di scelta base, denominata controllo, e un trattamento che differisce dal primo solo in una dimensione opportunamente manipolata. La terza e ultima fase consiste nell’analisi statistica dei risultati s. e nella formulazione delle conclusioni sulla validità empirica dell’ipotesi oggetto di indagine.
Seppure lo sviluppo dell’e. s. sia avvenuto in concomitanza con quello della psicologia sociale di tipo s., le due discipline presentano importanti differenze metodologiche. Innanzitutto, l’e. s. si concentra su questioni di natura puramente economica, che spaziano dai problemi di scelta in contesti di interazione strategica (quali la fornitura volontaria di beni pubblici, la competizione in aste, la contrattazione di mercato) a problemi di scelta intertemporale o in condizioni di rischio (quali le lotterie). In secondo luogo, l’e. s. ripudia il deception, ossia la pratica di comunicare ai soggetti coinvolti nell’esperimento informazioni non veritiere sulla struttura dell’esperimento. Infine, gli esperimenti economici garantiscono ai partecipanti una remunerazione di natura monetaria la cui entità dipende dalle scelte compiute in laboratorio.
L’ampio riconoscimento scientifico di questa disciplina è stato formalmente sancito nel 2002, in occasione dell’assegnazione del premio Nobel per l’economia a V.L. Smith (➔) «per gli sviluppi nell’utilizzo degli esperimenti di laboratorio quali strumenti di analisi empirica di natura economica».