Organizzazione per la cooperazione economica
L’Organizzazione per la cooperazione economica (Eco) è un’organizzazione internazionale costituita nel 1985 per incoraggiare la collaborazione economica tra i suoi membri, e di cui attualmente fanno parte diversi stati dell’Asia meridionale e centrale, assieme all’Azerbaigian e alla Turchia.
L’Eco ha sostituito un’istituzione intergovernativa fondata nel 1964 da Turchia, Iran e Pakistan, la Cooperazione regionale per lo sviluppo. Quest’ultima era nata per iniziativa dei membri dell’Organizzazione del Trattato centrale (Cento), un’alleanza di breve durata tra Regno Unito, Turchia, Iran e Pakistan siglata nel 1959 e formalmente protrattasi fino al 1979 (malgrado l’intervento turco a Cipro nel 1974 l’avesse già compromessa), di cui doveva essere la controparte economica. Assieme allo scioglimento della Cento, anche la Cooperazione venne abbandonata, salvo venire ripristinata sei anni dopo attraverso un nuovo patto tra i tre paesi già membri. In effetti l’organizzazione restò dormiente fino al termine della Guerra fredda, quando in una riunione tenutasi a Islamabad (1991) i ministri dei tre paesi membri la rilanciarono con l’ambizione di trasformarla in un effettivo blocco economico regionale. Nel 1992, in seguito alla dissoluzione dell’Unione Sovietica, l’Eco fu allargata per accogliere molti paesi di nuova formazione (Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Kirghizistan, Tagikistan), oltre all’Afghanistan, ma le strutture permanenti dell’organizzazione restarono distribuite sui territori dei tre paesi fondatori. Il Segretariato dell’Eco ha infatti la sua sede a Teheran, mentre il dipartimento economico è in Turchia e quello scientifico in Pakistan.
L’Eco funziona in sostanza come un forum, all’interno del quale i membri possono discutere delle modalità per sviluppare il commercio e delle opportunità di investimento. Come obiettivo di lungo periodo, l’organismo si propone di costituire un mercato unico per beni e servizi, sul modello dell’Unione Europea, mentre a breve e medio termine mira a uno sviluppo economico stabile e sostenibile, alla progressiva riduzione delle barriere commerciali, allo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e comunicazione tra i membri, alla maggior liberalizzazione e privatizzazione economica, e alla massimizzazione delle potenzialità industriali e agricole della regione.
L’attuale situazione politica pone seri ostacoli al processo d’integrazione proposto dall’Eco. Innanzitutto, l’Organizzazione è tanto vasta da includere regioni dell’Asia centro-meridionale e del Medio Oriente che sono eterogenee dal punto di vista storico, culturale, politico ed economico. L’unico ipotizzabile tratto comune tra i paesi membri, quello della religione, vedrebbe comunque i paesi a maggioranza sciita (Iran e Azerbaigian) divisi da tutti gli altri, a maggioranza sunnita. D’altra parte, anche le possibili convergenze sul piano politico appaiono limitate. Se, infatti, Turchia e Iran sembrano aver recentemente rinsaldato legami storici che sembravano da lungo tempo spezzati, Teheran ha però dovuto affrontare l’ulteriore inasprimento delle sanzioni economiche imposte delle Nazioni Unite a causa della prosecuzione del suo programma nucleare. Inoltre l’Afghanistan e il Pakistan soffrono oggi di una grande instabilità politica, e la regione dell’Asia centrale è una sorta di sottosistema regionale all’interno del quale i diversi paesi hanno rapporti reciproci non sempre e non necessariamente pacifici.
Il Consiglio dei ministri è l’organo supremo dell’Eco. Questo è composto dai ministri degli affari esteri dei 10 paesi membri o da plenipotenziari nominati dai governi. Il Consiglio si riunisce annualmente in sessione ordinaria, e la riunione ha luogo in uno dei paesi membri, a rotazione. Sotto a quest’organo si trova il Consiglio dei rappresentanti permanenti, che condivide la sua sede di Teheran con il Segretariato dell’organizzazione. Quest’ultimo si suddivide in sette differenti comitati direttivi, suddivisi per competenze: trasporti e comunicazioni; commercio e investimenti; agricoltura, industria e turismo; energia e ambiente; relazioni internazionali; progetti, ricerche e statistiche; risorse umane e sviluppo sostenibile.
Il Consiglio dei ministri ha inoltre il potere di istituire agenzie specializzate e istituzioni regionali, le quali rispondono al Segretariato e al Consiglio stesso.
Afghanistan, Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Uzbekistan.