ECONOMO (gr. οἰκονόμος)
Nell'Egitto ellenistico si designa con tale nome un funzionario dell'amministrazione finanziaria; esso, nel sec. III a. C., ci appare come il soprintendente alle finanze di ogni singolo nomo, in cui curava l'appalto delle imposte e il controllo degli appaltatori: soprintendendo anche al trasporto del grano dal nomo alla capitale Alessandria. Dai papiri apprendiamo inoltre l'esistenza di οἰκονόμοι minori, ed evidentemente subordinati all'economo del nomo, anche in parti del nomo stesso (così per una suddivisione, μερίς, dell'Arsinoite) e in singoli villaggi. Nel sec. II l'importanza di questo ufficio scema con lo sdoppiarsi della carica nella funzione più strettamente finanziaria (οἰκονόμος τῶν ἀργυρικῶν) e in quella di cura degli approvvigionamenti (οἰκ. τῶν σιρικῶν). L'economo infatti, che prima precedeva nella gerarchia burocratica il γραμματεὺς βασιλέως, ora gli è posposto. In epoca imperiale, ci sono attestati dei Καίδαρος οἰκονόμοι, probabilmente schiavi, amministratori dei beni dell'imperatore, residenti in Alessandria.
Bibl.: L. Mitteis-U. Wilcken, Grundzüge und Chrest. der Papyruskunde, Lipsia-Berlino 1912, I, pp. 150 segg., 158; A. Bouché-Leclercq, Histoire des Lagides, III, Parigi 1906, p. 251 segg.