ECUADOR.
– Demografia e geografia economica. Condizioni economiche. Storia. Architettura
Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato dell’America Meridionale. Sotto il profilo demografico l’E. (14.483.499 ab. al censimento del 2012, 15.982.551 secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs, del 2014) è un Paese molto giovane (il 47% della popolazione ha un’età compresa tra 0 e 24 anni) ed etnicamente composito (meticci, 71,9%; indigeni, 14,4%; neri, 7,2%; bianchi, 6,1%; altri, 0,4%). La povertà e le disuguaglianze di reddito, seppur ridottesi negli ultimi anni, restano elevate: secondo una stima del 2102, il 27,3% dei cittadini vive al di sotto della soglia di povertà, mentre nelle aree rurali questa condizione interessa due persone su tre. Anche l’istruzione primaria rappresenta un grave problema e, malgrado i progressi ottenuti attraverso i programmi governativi di cash transfer per migliorare il livello di istruzione e di assistenza sanitaria, l’E. rimane uno dei Paesi dell’America Latina con il più basso tasso di alfabetizzazione.
Condizioni economiche. – Il periodo di stabilità politica di cui il Paese gode da quando Rafael Correa è salito per la prima volta al potere ha permesso all’E. di raggiungere una discreta crescita economica, sostenuta soprattutto dall’elevato prezzo del petrolio sui mercati internazionali. Gli introiti del settore estrattivo, la rinegoziazione del debito estero nel 2009 e gli investimenti stranieri (in particolare quelli della Cina, principale Paese creditore) hanno permesso il rafforzamento delle infrastrutture del Paese, specie nelle città, l’espansione della spesa pubblica e un incremento della quota del PIL destinata all’educazione e alla sanità. Il programma del governo di non effettuare ricerche petrolifere all’interno del parco nazionale Yasuní in cambio di un finanziamento internazionale, che aveva fatto nascere molte aspettative tra i protettori della biodiversità amazzonica, è stato disatteso e due giacimenti, uno situato fuori dal parco, l’altro al suo interno, sono entrati in prospezione.
Storia di Ilenia Rossini. – Dopo numerose crisi politiche e colpi di Stato, nel 2006 fu eletto alla presidenza, con il 56,7% dei consensi, l’economista Rafael Correa, ex ministro e leader del neonato partito di sinistra Alianza PAIS (Patria Altiva y Soberana, Patria orgogliosa e sovrana), che si inseriva nell’alveo del socialismo del 21° secolo.
Fortemente voluta da Correa, nel 2008 fu approvata con un referendum la nuova Costituzione: essa, oltre ad attribuire maggiori poteri all’esecutivo, legalizzava le unioni civili omosessuali, riconosceva l’E. come uno Stato interculturale, plurinazionale e laico e concedeva importanti diritti alle comunità indigene (tra cui quello di essere consultate prima dell’attuazione dei piani di estrazione delle risorse naturali non rinnovabili presenti nei loro territori). Negli anni successivi, tuttavia, non mancarono le tensioni fra tali comunità e il governo, che aveva mantenuto molte concessioni minerarie su territori tutelati.
Le politiche economiche stataliste – basate sul rifiuto del liberismo, sulla rinegoziazione del debito estero e dei contratti petroliferi con le multinazionali, sulle nazionalizzazioni delle industrie dell’energia e delle telecomunicazioni – comportarono una sostenuta crescita del PIL e consentirono al governo di investire in imponenti programmi di politiche sociali. Ciò accrebbe la popolarità di Correa che, riaffermatosi nel 2009 (quasi il 52% dei voti) e superato un tentativo di colpo di Stato condotto dalle forze di polizia nel 2010, fu riconfermato nel 2013 (57,2%).
Sul piano internazionale, Correa allentò i legami con gli Stati Uniti, soprattutto attraverso il mancato rinnovo della concessione per l’uso della base di Manta sul Pacifico (2009) e la concessione dell’asilo politico a Julian Assange (2012), cofondatore di WikiLeaks (v. giornalismo), rifugiatosi nell’ambasciata londinese dell’Ecuador. Parallelamente, l’E. si avvicinò ai governi regionali di sinistra – nel 2009 si unì a Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua nell’Alleanza bolivariana per le Americhe (ALBA) – e alla Cina. Permasero, infine, forti tensioni con la Colombia: nel 2008, dopo un’operazione contro i guerriglieri delle FARC all’interno del confine ecuadoriano, Correa ruppe con la Colombia i rapporti diplomatici, poi ripresi nel 2010.
Architettura di Francesca Romana Moretti. – La cultura architettonica dell’E. riflette influenze indigene, nordamericane, latino-americane, spagnole e africane. Malgrado una lenta crescita della produttività e dell’economia, il Paese, che si trova all’interno del continente che vanta il più alto tasso di ecodiversità al mondo, secondo i dati della World trade organization (WTO), è oggi, tra i Paesi dell’America Latina, il più attrattivo per gli investitori stranieri. Nelle strategie di crescita è stata riconosciuta la priorità degli investimenti nei settori della formazione, della scienza, della tecnologia e dell’innovazione: dall’agosto 2010, governo, ministero dell’Economia e Banca Centrale dell’E. hanno messo in agenda nuovi, significativi finanziamenti destinati alla progettazione architettonica, ponendo l’accento sulla sostenibilità, come antidoto alla recessione e alla crisi.
Quito, la capitale, si è sempre divisa con la città costiera di Guayaquil il governo economico e industriale del Paese; sono queste le due città dove si è registrato il maggior numero di qualificati esempi architettonici. Edifici degni di nota nella prima sono: l’Instituto metropolitano de diseño (2014) di Mauricio González González; l’edificio per appartamenti Vivalto (2013) di Najas Arquitectos; l’addizione della Biblioteca Gerardo Anker al campus del Colegio Alberto Einstein (2013) di L+A Arquitectos; l’edificio per appartamenti Onyx (2012) di Diez + Muller Arquitectos. A Guayaquil si ricordano: il complesso commerciale Integral Iluminación (2014) di Jannina Cabal e la plaza Baquerizo Moreno (2012) di Juan Xavier Chávez.
Molte ancora sono state le architetture residenziali private degne di nota, in generale segnate da una notevole attenzione al paesaggio in cui si collocano: la casa-museo (2007) di Diego Guayasamin a Cumbayá; la casa (2012) di Arquitectura X a Cotacachi; la casa Loma (2013) di Iván Andrés Quizhpe a Cuenca; la casa Lienzo de Barro (2013) di Chaquiñán a Tumbaco; la casa Gazebo (2013) dello studio AR+C a Guayllabamba; la casa Los Chillos (2012) di Diez + Muller Arquitectos a Valle de los Chillos; la casa NR2 (2012) di Roberto Burneo Arquitectos a Balcon de Valle; la casa G1 (2012) di Gabriel Rivera Arquitectos a Guayllabamba; la casa Puente (2011) di Diez + Muller Arquitectos a Psje El Valle, nel cantone di Quito; il complesso di appartamenti Los Faiques (2011) di Duran & Hermida arquitectos asociados a Valle de Yunguilla; la casa Algarrobos (2011) di José María Sáez+Daniel Moreno Flores a Puembo; il belvedere di Quilotoa Shalalá (2013) di Jorge Javier Andrade Benítez, Javier Mera Luna, Daniel Moreno Flores a Zumbahua.