ECUBA (῾Εκάβη, Hecŭba, Hecŭbe)
Figlia del re frigio Dimante (Il., xvi, 718) o di Cisseo, re di Tracia (ma ci sono molte altre genealogie), seconda moglie di Priamo (Il., vi, 451) a cui diede 19 figli (Il., xxiv, 496 e Schol.). Di essi i più noti sono: Ettore, Paride, Deifobo, Eleno, Polidoro, Troilo, Polite, Cassandra, Laodice e Polissena.
Nell'Iliade E. ha un ruolo abbastanza importante: la vediamo recarsi al tempio di Pallade insieme con le matrone troiane per offrire un peplo alla dea (vi, 304 ss.); più tardi, dall'alto delle mura, supplica Ettore di non affrontare Achille xxii, 82 ss.) e quindi ne piange con accenti desolati la morte (xxii, 405-8; 430 ss.); cerca poi di distogliere Priamo dal proposito di recarsi da Achille per riscattare la salma di Ettore (xxiv, 200 ss.) e infine ne fa il compianto funebre (xxiv, 746 ss.). Nella tradizione post-omerica la leggenda di E. si arricchisce di elementi nuovi per opera del ciclo epico e della tragedia (soprattutto di Euripide, che la trattò nell'Ecuba, nelle Troiane e nell'Alessandro). Tre punti vengono particolarmente sviluppati: il sogno che E. fece quando era incinta di Paride, in seguito al quale il bimbo fu affidato ai pastori; la vendetta su Polimestore, colpevole dell'uccisione di Polidoro; la trasformazione in cagna e la morte.
Le rappresentazioni di E. sono piuttosto rare. Nel periodo classico è generalmente rappresentata come una donna nel fiore della bellezza. Così appare su un'anfora di Euthymides (Monaco 2307) in atto di porgere l'elmo ad Ettore, in presenza di Priamo. Con essi è raffigurata anche su un'anfora vaticana; invece una coppa di Boston la mostra mentre, dall'alto delle mura di Troia, assiste angosciata al duello tra Ettore e Achille. L'accecamento di Polimestore è rappresentato su un vaso lucano; inoltre il Gerhard vede su uno specchio etrusco del museo di Lione il commiato di E. da Polissena. Talvolta infine E. appare nelle rappresentazioni dell'Ilioupèrsis. Nelle miniature dell'Iliade Ambrosiana, è rappresentata tra le donne nell'offerta del peplo (min. xxv), nell'incontro con Ettore (min. xxiv), e doveva trovarsi nella parte superiore, oggi guasta, sull'alto delle mura nella min. liv. Una statua, di cui si è ritrovata la base rotonda iscritta, era nelle Terme di Zeuxippos a Costantinopoli (v.).
Monumenti considerati. - Anfora di Euthymides: E. Gerhard, Auserlesene Vasenbilder, Berlino 1840-58, tav. 188; Furtwängler-Reichhold, i, p 63 ss., tav. 14; J. C. Hoppin, Euthymides and his Fellows, Cambridge 1917, tav 1; J. C. Hoppin, Red-fig., i, pag 433; E. Pfuhl, Malerei und Zeichnung, Monaco 1923, fig. 364-5; J. D. Beazley, Red.-fig., p. 24. Anfora vaticana: Museum Etruscum Gregorianum, Roma 1842, ii, p. 13, tav. 60, 2; E. Gerhard, op. cit., tav. 189; J. D. Beazley, Red-fig., p. 684. Coppa di Boston: E. Gerhard, op. cit., tav. 203; L. Pollak, Zwei Vasen aus der Werkstatt Hierons, Lipsia 1900, p 21 ss, tav. viii; J. D. Beazley, Red-fig., p. 266. Vaso lucano: J. Overbeck, Galerie heroischer Bildwerke, Brunswick - Stoccarda 1853 e 1857, tav. 28, 2, p. 670 ss.; C. J. Vogel, Scenen Euripideischer Tragödien in griechischen Vasengemälden, Lipsia 1886, parte i, p. 30 s. Specchio di Lione: E. Gerhard, Etruskische Spiegel, Berlino 1843-97, 4, parte v, p. 56 s., tav. cdi. Ilioupèrsis: J. Overbeck, op. cit., p. 623 ss.; A. Furtwängler, Beschreibung der Vasensammlung im Antiquarium, Berlino 1885, n. 3988 (anfora attica); Arch. Zeitung, xliii, 1885, p. 78 (coppa). Iliade Ambrosiana: R. Bianchi Bandinelli, Hellenistic-Byzantine Miniatures of the Iliad, Olten 1955.
Bibl.: U. Hoefer, in Roscher, I, c. 1878 ss.; Sittig, in Pauly-Wissowa, VII, 1912, c. 2652 ss., s. v. Hekabe.