eczema
Eczemi di origine allergica
La dermatite allergica da contatto (DAC) è l’esempio tipico di eczema di origine allergica che insorge a livello cutaneo in seguito al contatto con sostanze allergizzanti provenienti dall’esterno. La dermatite allergica da contatto si può complicare per una sovrapposizione batterica indotta dal grattamento o dalla erosione dei tessuti epidermici soprastanti.
La dermatite da contatto può essere di due tipi: allergica o irritativa. La dermatite allergica da contatto (DAC) si distingue dalla dermatite irritativa da contatto (DIC) perché le lesioni eczematose si localizzano non solo a livello dell’area di contatto ma anche a distanza. Nella DAC il sintomo cardine è il prurito, mentre nella DIC talora è presente bruciore. Nella DAC le lesioni hanno sempre il tipico aspetto eritemato-vescicolo-crostoso mentre nella DIC si possono avere lesioni talora diverse secondo il tipo di irritante che causa la dermopatia. La forma prevalente è la DIC ma ricordiamo come la DAC possa essere talora preceduta proprio da una fase irritativa prolungata. Per la DAC si riconoscono due momenti principali: la fase di sensibilizzazione e la fase di scatenamento.
Questa fase inizia nel momento in cui una sostanza allergizzante penetra gli strati superficiali dell’epidermide. Circa 3.000 sostanze chimiche sono state riconosciute essere causa di DAC. Le sostanze allergizzanti sono in realtà molecole relativamente piccole, gli apteni. Questi per divenire veri e propri antigeni devono essere complessati con molecole più grandi, di regola proteine carrier. Infatti l’aptene, una volta superato lo strato corneo, viene inglobato dalle cellule di Langerhans, poste a livello della parte alta dello strato spinoso, in prossimità di quello granuloso. Le cellule di Langerhans sono cellule dendritiche facenti parte delle APC (➔). Questa cellula complessa l’aptene con una propria proteina carrier e lo presenta successivamente al linfocito T. Questi processi avvengono in parte a livello di epidermide e derma, in parte a livello dei linfonodi locoregionali. Infatti sia il linfocito T che le cellule di Langerhans sono in grado di migrare dalla cute ai linfonodi e viceversa. In questa prima fase di sensibilizzazione si formano linfociti T della memoria, in grado di stimolare la risposta allergica durante la successiva fase di scatenamento. La durata dell’intero processo di sensibilizzazione viene stimato essere di circa 14 giorni.
In seguito alla fase di sensibilizzazione, quando l’aptene penetra di nuovo nella cute, i linfociti T di memoria sensibilizzati sono in grado di riconoscerlo come sostanza estranea. Di conseguenza si scatena una risposta infiammatoria con formazione di vescicole (spongiosi) in sede intraepidermica. Ha luogo poi, in rapida successione, l’essudazione e la formazione di croste. Quando il processo persiste e si cronicizza, l’epidermide si ispessisce formando una lichenificazione. La fase di scatenamento insorge in genere dopo 48÷72 ore dal contatto con l’allergene.
La diagnosi di una dermatite allergica da contatto deve essere confermata tramite i patch test o prove epicutanee. I patch test sono eseguiti apponendo al dorso del paziente dischetti, sui cui sono depositati gli apteni da indagare, che vengono mantenuti a stretto contatto della cute del paziente e rimossi dopo 48÷72 ore. L’evidenziazione di una reazione eczematosa documenta la sensibilizzazione del paziente nei confronti di quella determinata sostanza. In genere si saggiano in prima battuta una serie di sostanze standard (serie standard europea o della SIDAPA, Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale) come il solfato di nichel, il bicromato di potassio, un mix di profumi (essenze mix), ecc. Sono inoltre disponibili serie specifiche di allergeni per categorie particolari di lavoratori: parrucchieri, lavoratori dell’industria della gomma, di quelli del comparto del cuoio, ecc. In molti casi infatti la DAC è da considerarsi una vera patologia professionale e come tale è riconosciuta dalla legislazione italiana sul lavoro.
Circa 25 sostanze chimiche sono responsabili per la metà di tutti i casi di DAC. Il nichel è l’allergene più frequentemente chiamato in causa, soprattutto nella DAC indotta da oggetti di bigiotteria, come orecchini o collane. Anche lavoratori che utilizzano il nichel possono sviluppare la DAC. In soggetti che usano con frequenza guanti di gomma si può manifestare DAC delle mani per allergia a uno o più allergeni presenti nella gomma. La formaldeide è causa frequente di DAC. Alcuni preservanti chimici presenti in shampoo, lozioni, prodotti idratanti, possono rilasciare formaldeide. Un altro conservante riconosciuto con una certa frequenza è il Kathon CG, presente in molte creme cosmetiche. Anche le essenze presenti nei profumi possono causare DAC. Circa 4.000 differenti molecole sono utilizzate per la formulazione di profumi: tra i prodotti profumati che con una certa frequenza possono indurre DAC ci sono i deodoranti. Soggetti con dermatite da stasi delle gambe, talora complicata da lesioni ulcerative, possono sviluppare con frequenza DAC per sensibilizzazione, soprattutto nei confronti degli antibiotici utilizzati per le medicazioni (in particolare, neomicina). Dermatite palpebrale si manifesta in soggetti che usano prodotti oculistici contenenti thimerosal. Negli ultimi anni sono aumentate le segnalazioni di DAC da prodotti topici corticosteroidei, in particolare budesonide.
La terapia della DAC consiste nell’allontanamento del paziente dalla sorgente dell’allergia, cioè dall’allergene. Nel momento della fase acuta può essere utile un trattamento sintomatico topico con soluzioni antiessudanti o corticosteroidi, eventualmente associati a antistaminici o corticosteroidi per via sistemica. Nella fase cronica può essere utile un trattamento topico con corticosteroidi eventualmente alternati a trattamenti topici idratanti.