Harris, Ed (propr. Edward)
Harris, Ed (propr. Edward). – Attore e regista cinematografico statunitense (n. Englewood, NJ, 1950). Trasformista dallo sguardo impenetrabile, denso di sfumature ambigue, ha saputo rappresentare con estrema credibilità sia il ruolo dell’eroe sia il suo contrario. Si è affermato negli anni Novanta vincendo un Golden Globe come miglior attore non protagonista per The Truman show (1998) di Peter Weir. Ha esordito alla regia nel 2000, con il biografico Pollock, regalando una toccante interpretazione del tormentato artista statunitense. Da allora ha ottenuto ruoli di maggiore rilevanza, come in A beautiful mind (2001) di Ron Howard, in Enemy at the gates (2001) di Jean-Jacques Annaud o in The hours (2002) di Stephen Daldry, dove interpreta l'amante appassionato di Virginia Woolf. Ha rappresentato spesso personalità misteriose dal passato torbido, come il feroce assassino dal volto sfigurato in A history of violence (2005), drammatica analisi di David Cronenberg sulle zone d’ombra dell’animo umano. L’anno successivo ha fornito un ritratto intenso e disperato del compositore Ludwig Van Beethoven in Copying Beethoven (2006; Io e Beethoven) di Agnieszka Holland. Nel 2008 ha girato il suo secondo lungometraggio, Appaloosa, omaggio al cinema western delle origini, nel quale si è riservato la parte dello sceriffo. Nel 2010 è tornato a lavorare con Peter Weir per The way back, interpretando un prigioniero statunitense che tenta di fuggire da un gulag siberiano.