Wood, Ed (propr. Edward Davis Jr)
Scrittore, sceneggiatore, attore e regista cinematografico statunitense, nato a Poughkeepsie (New York) il 10 ottobre 1924 e morto a North Hollywood (California) il 10 dicembre 1978. Nel 1980 gli è stato attribuito dai critici M. e H. Medved il titolo di "peggior cineasta di tutti i tempi"; negli anni Novanta è invece iniziato un tentativo di riabilitazione della sua opera, scandito da alcune pubblicazioni (Grey 1992; Alexander, Karaszewski 1995) e soprattutto dal film-omaggio Ed Wood (1994) di Tim Burton. In realtà i film di questo regista dalla marginalità triste e tuttavia appassionata sono maldestri ma mai insignificanti, e la loro goffaggine è attraversata da lampi di una grazia illogica. Vi abbondano i messaggi apocalittici, diretti agli spettatori ma forse anche all'umanità nel suo insieme, con toni che oscillano tra la profezia e le grida degli imbonitori dei parchi di divertimenti; ma la sproporzione tra la passione creativa di W. e i suoi mediocri risultati dà luogo a una paradossale inversione, per cui la forma, grottesca ma dotata di una certa bellezza plastica, si impadronisce del messaggio, mettendone in luce un significato involontario. Di quasi tutti i suoi film fu anche sceneggiatore e attore.
Dopo alcuni cortometraggi (il western The streets of Laredo, 1948, e il thriller televisivo The Sun was setting, 1951) realizzò Glen or Glenda (1953; Due vite in una), il suo primo lungometraggio e la sua opera più significativa: sorprendente proclama a favore della tolleranza nei riguardi delle diverse inclinazioni sessuali, vide la partecipazione (oltre che di W., sotto lo pseudonimo di Daniel Davis) di Bela Lugosi, tornato sul set dopo molti anni di assenza. Dopo due cortometraggi western (il televisivo Crossroad avenger: the adventures of the Tucson Kid e Boots, entrambi del 1953), W. girò il noir Jail bait (1954), passando poi ai film di fantascienza che rimangono le sue opere più celebri: i lungometraggi Bride of the monster (1955) e Plan 9 from outer space (1959), entrambi con Lugosi (anche se il secondo solo per due scene), e Night of the ghouls (1959); i cortometraggi The night the banshee cried e Final curtain (entrambi del 1957).
In quel periodo sceneggiò anche film di altri registi: il western The lawless rider (1954) di Yakima Canutt, in cui non fu accreditato; The violent years (1956) di Franz Eichrorn, un exploitation movie che capovolge il cliché del genere, dato che narra di un giovanotto ingenuo violentato da una banda di ragazze; e The bride and the beast (1958) di Adrian Weiss, storia di una ragazza che al momento delle nozze scopre di essere stata in una vita precedente la regina dei gorilla.
Dopo aver diretto The sinister urge (1961), un exploitation movie, non trovò più finanziamenti. Dovette quindi ripiegare sul lavoro di sceneggiatore, di aiuto regista e dal 1963 anche di scrittore (pubblicò almeno settantacinque libri, un terzo dei quali tra il 1967 e il 1968).
Riuscì poi a girare altri tre film, gli erotici Take it out in trade (1970), The only house e Necromania (entrambi del 1971), che furono però degli insuccessi. Concluse la sua vita in miseria. Dopo la sua morte è stato ritrovato un manoscritto sulla sua esperienza nel cinema, pubblicato nel 1994 con il titolo The Hollywood rat race.
R. Grey, Nightmare of ecstasy: the life and art of Edward D. Wood, Jr., Los Angeles 1992; S. Alexander, L. Karaszewski, Ed Wood, London 1995.