EDERA (lat. sc. Hedera helix L.; fr. lierre; sp. yedra, hiedra; ted. Epheu; ingl. ivy)
L'edera comune appartiene al gen. Hedera (Tournefort ex-Linneo, 1737) della famiglia Araliacee; è comune in Europa, nell'Asia media, Giappone, Africa settentrionale e isole Canarie; ha fusto legnoso, ramoso, coi rami vegetativi muniti di ciuffi di piccole radici aeree che servono per adesione ai sostegni e foglie palmato-lobate con 3-5 lobi triangolari; i rami fertili non sono radicanti e hanno foglie intere, ovato-rombiche e acuminate; i fiori verdicci sono riuniti in ombrelle, il frutto è una bacca subdrupacea, globoso-conica, di colore nerissimo, nella specie tipica, giallo dorato nella var. chrysocarpa Walsh. o H. poëtarum Bert. L'edera ha proprietà amare aromatiche, astringenti e le sue foglie venivano usate esternamente per medicare le piaghe prodotte dai vescicatori, per uso interno come eccitanti, emmenagoghe e parassiticide. I frutti hanno azione venefica, per una sostanza acre (acido ederico?) contenuta nella polpa: ma essendo appetiti dai merli e dai tordi la pianta è coltivata nei roccoli. Gli antichi l'avevano dedicata a Bacco. A scopo ornamentale se ne coltiva una forma a foglie variegate di giallo. L'altra specie del gen. Hedera è l'H. colchica, spontanea dal mar Nero al Giappone, che viene spesso coltivata.