CIANI, Edgardo
Nacque a Rocca San Casciano (Forlì) il 7 ott. 1864 da Federigo e Clorinda Mengozzi e frequentò le scuole tecniche di Forlì; grazie ad una borsa di studio si iscrisse all'università e fu allievo della Scuola normale superiore di Pisa. Studiò con brillanti risultati matematica e, ancora prima di laurearsi, divenne assistente di A. Nardi Dei; conseguì la laurea nel dicembre 1886 sotto la guida di R. De Paolis, uno degli allievi del Cremona. Fu poi assistente di R. De Paolis e di E. Bertini, il quale avrà una forte influenza su tutta l'attività scientifica del Ciani.
Nel 1898 fu costretto ad abbandonare la carriera universitaria a causa di difficoltà economiche sopraggiunte dopo il matrimonio con la cugina Isolina Ciani. Accettò un posto di insegnante di matematica presso l'istituto tecnico di Messina e, dopo un anno, fu trasferito a Milano. Nel 1906 fu nominato, in seguito a concorso, professore di geometria proiettiva presso l'università di Genova; nel 1924 si trasferì nell'ateneo fiorentino. Durante la sua carriera di professore universitario il C. si rivelò un ricercatore e un didatta di notevoli qualità; sono suoi allievi, tra gli altri, F. Enriques e G. Fubini.
La nuova legge che abbassava l'età del pensionamento dei professori universitari fece sì che il C. venisse collocato a riposo nel 1935; tuttavia la nomina a professore emerito gli consentì di insegnare ancora per dueanni. La grave malattia che colpì la moglie nel 1936 turbò, però, profondamente, questi anni della sua vita e lo indusse (1937), a ritirarsi nella città natale. Sino al 1940 il C. interruppe ogni produzione scientifica, poi, nonostante l'età, riprese la pubblicazione di brevi note. Sul finire del 1941 la sua salute declinò e morì, dopo penose sofferenze, il 14 sett. 1942 a Rocca San Casciano.
La carriera scientifica del C. è caratterizzata da numerosi articoli di geometria di notevole interesse; la maggior parte di essi è raccolta nelle novecento pagine del volume Scritti geometrici scelti. pubblicato a Padova nel 1937 sotto gli auspici dell'università di Firenze. Il C. è anche autore di pregevoli testi universitari di geometria. Essi sono: Lezioni di geometria proiettiva e analitica (Pisa 1912), Ilmetodo delle coordinate protettive omogenee nello studio degli enti algebrici (ibid. 1915), Introduzione alla geometria algebrica (Padova 1931), Lezioni di geometria descrittiva (ibid. 1931).
Tramite il De Paolis e il Bertini, l'opera e la concezione scientifica cremoniana ebbero sul C. grande influenza. Egli può essere, in effetti, considerato un esponente della prima fase della scuola cremoniana. Il C. quindi rimase quasi completamente estraneo agli ulteriori sviluppi del pensiero del Cremona che avrebbero portato a grandi progressi la geometria delle trasformazioni birazionali, aprendo così la strada ad una fase particolarmente feconda per la geometria italiana. Egli si occupò di questi temi in un solo, ma interessante articolo (Sistemi lineari di curve algebriche piane, in Giorn. di matematiche di Battaglini, XXXIII[1895], pp. 57-73) che seguì di qualche anno un altro sui medesimi argomenti del Castelnuovo.
Il resto della produzione del C. verte principalmente sullo studio. di proprietà di curve e superfici, in particolare curve e superfici algebriche (curve piane del 4° ordine e superfici del 3° ordine) e sull'esame di vari tipi di configurazioni (desmica, di Kummer, del pentaedro). Se, dunque, il C. fu seguace del Cremona per i temi di ricerca, lo era ancora di più per lo stile della trattazione. L'uso dello strumento analitico tendeva ad aiutare, e mai a sostituire, l'intuizione geometrica e il metodo sintetico; l'effettiva costruzione geometrica era la strada preferita per arrivare alla dimostrazione dei teoremi.
La produzione del C. è molto ampia. Si può dire che non esiste problema importante di geometria proiettiva, affrontato dalla ricerca a lui contemporanea, che il C. non abbia trattato in qualche nota o articolo. Prima di entrare in una analisi più dettagliata di tale produzione, è opportuno accennare all'importanza tutta particolare che vi ha la teoria dei gruppi finiti, di cui si rivela profondo conoscitore. Egli mostra con argomentazioni di tipo geometrico proprietà di particolari gruppi finiti; fornisce interpretazioni geometriche di gruppi conosciuti; studia classi di curve invarianti rispetto a gruppi di collineazioni spaziali.
Nell'introduzione al volume Scritti geometrici scelti, lo stesso C. citava i tre lavori scientifici che riteneva essere i più significativi della sua produzione. Nel primo di questi veniva studiata la configurazione "delle 10 bitangenti di una quartica piana di genere 3 che si ottiene escludendo dalle 28 quelle che compongono un gruppo di 2ª specie" (Sopra le serie quadratiche di coniche inviluppanti la quartica piana, in Rend. d. Ist. lomb., XXVIII [1895], pp. 659-85). Tale configurazione è nota come "Cianische Drei-Drei" dal nome datole dal geometra tedesco E. Timerding. Il secondo articolo riguarda "le biquintuple di rette dello spazio a tre dimensioni" (Sopra i gruppi finiti di collineazioni quaternarie oloedricamente isomorfi con quelli dei poliedri regolari, in Ann. di mat., s. 3, VIII [1903], pp. 1-37). In esso vengono ritrovati, per via geometrica, dei risultati che il Maschke aveva ottenuto con una trattazione esclusivamente analitica e ci si ricollega a precedenti studi del Bagnera. Infine, nel terzo articolo, viene studiato"l'esagono di Pascal dello spazio a 4 dimensioni" (Unainterpretazione geometrica del gruppo totale di sostituzioni sopra sei elementi, ibid., s. 3, XVI [1909], 5, pp. 223-53) e viene data una interpretazione geometrica del gruppo delle simmetrie su sei elementi.
Citeremo, per finire, alcuni altri significativi articoli del C.; ispirato da articoli del Bertini è lo studio sulla superficie diagonale di Clebsch (Sulla superficie diagonale di Clebsch, in Rend. d. R. Acc. naz. d. Lincei, cl. di sc. fis., mat. e nat., s. 4, VII [1891], pp. 227-234). Particolarmente interessanti i lavori sulla configurazione di Kummer di cui si vale per lo studio delle bitangenti della quartica piana (Sopra la configurazione di Kummer, in Giorn. di matem. di Battaglini, s. 2, VI [1889], pp. 62-72; Le bitangentidella quartica piana studiate mediante la configurazione di Kummer, ibid., s. 3, II [1899], pp. 53-94.Per i lavori più direttamente collegati alla teoria dei gruppi finiti ricorderemo, oltre a quelli già citati, l'articolo Contributo alla teoria del gruppo di collineazioni piane, in Ann. di mat., s. 3, V (1901), pp. 33-55.
Fonti e Bibl.: Necrol., in Boll. d. Unione matem. ital., II(1943), pp. 59 s.; in Boll. mat., s. 4, IV(1943). pp. VI-VIII; L. Campedelli, rec. a Scritti geometrici scelti, in Per. di mat., XIX (1939), pp. 165 ss.; G. Scorza, E. Bertini nel primo annivers. della morte, in Esercitazioni matematiche, VII (1934), pp. 101-17; J. C. Poggendorff, Biogr.-Iiter. Handwört. zur Gesch. der ex. Wissensch., IV, p. 252; V, p. 224; VI, p. 445.