MOLTONI, Edgardo
– Nacque a Oneglia il 5 giugno 1896 da Vittorio e Linda Fazio.
Volontario in guerra nel corpo dei bersaglieri nel 1915, raggiunse il grado di tenente, passando dopo Caporetto ai reparti di assalto. Successivamente fu in Albania e in Dalmazia e si congedò nel 1920. Insignito col cavalierato di Vittorio Veneto, fu decorato altresì con una medaglia di bronzo al valore, una croce al merito di guerra e una medaglia di benemerenza per i volontari.
Compiuti studi scientifici, si laureò in scienze naturali a Torino nel 1920. Divenne subito assistente alla cattedra di zoologia e anatomia comparata all’Università di Sassari e, alla fine dell’anno successivo, fu chiamato come aiuto di ruolo alla cattedra di zoologia e anatomia comparata all’Università di Cagliari. Nel 1922 vinse il concorso per professore aggiunto addetto alla collezione ornitologica «E. Turati», presso il Museo civico di storia naturale di Milano. Successe così a G. Martorelli nella direzione della collezione ornitologica più ricca d’Italia per numero di esemplari.
Da questo momento i suoi studi, che in un primo tempo si erano rivolti ad alcune specie di Crostacei (Nota su casi di simbiosi tra l’Hermella alveolata L. e l’Anomia ephippium L. con le due specie di Crostacei decapodi Xantho floridus (Montagu) e X. hydrophilus (Herbert), in Natura, XIII [1922], pp. 56-60; Contributo alla conoscenza dei crostacei decapodi brachiuri e anomuri della Liguria, in Comitato talassografico italiano, IC [1922], pp. 1-31) e alla sperimentazione in campo entomologico (Esperienze sulle condizioni di vita delle larve di alcuna zanzare nelle pozze d’acqua salata nei dintorni di Cagliari, in Natura, XVIII [1927], pp. 28-37), si orientarono all’ornitologia, abbracciando i diversi aspetti della disciplina, dalla sistematica alla bromatologia, dalla morfologia alla biologia riproduttiva, mantenendo sempre la faunistica come interesse principale.
Fece parte, con E. Arrigoni degli Oddi e A. Ghigi, del Comitato ornitologico venatorio, costituito a Milano nel 1927 per organizzare un’inchiesta finalizzata alla realizzazione di un censimento delle più comuni specie di selvaggina e di un prospetto delle condizioni, delle modalità di svolgimento e dell’indotto dell’attività venatoria. Di tale progetto il M., relatore insieme con G. Bonelli, riassunse i risultati nel volume Selvaggina e caccie in Italia secondo i risultati dell’inchiesta ornitologica venatoria compiuta nel 1928 (Milano 1929). Alla fine degli anni Venti intraprese una stretta collaborazione scientifica con Arrigoni degli Oddi, massima autorità italiana del tempo in campo ornitologico, un sodalizio che portò alla pubblicazione a quattro mani di alcuni articoli.
Particolare interesse rivolsero allo studio delle colonie di aironi, per il quale promossero l’inchiesta sulle garzaie allo scopo di stabilirne il numero, la distribuzione, l’entità e la composizione. Lanciata nel 1931, la ricerca fu portata avanti dal solo M. a causa della grave malattia che colpì Arrigoni degli Oddi sul finire dello stesso anno. I primi risultati furono presentati all’ottavo Congresso ornitologico internazionale (Oxford 1934) e, aggiornati e integrati con dati sull’alimentazione, pubblicati due anni più tardi (Le garzaie in Italia con osservazioni particolareggiate su alcune di esse e sugli aironi ivi nidificanti, in Riv. italiana di ornitologia, s. 2, VI [1936], pp. 109-148, 211-269).
Il più importante risultato del sodalizio scientifico con Arrigoni degli Oddi fu quello di ridare vita alla Rivista italiana di ornitologia, la cui stampa era del tutto cessata da alcuni anni dopo essersi fatta sporadica nel dopoguerra. La pubblicazione riprese nel 1931 come seconda serie a cura di un comitato di redazione composto, oltre che dal M., da Arrigoni degli Oddi, che ne era direttore, insieme con F. Cavazza, F. Chigi, E. Festa, Ghigi, E. Ninni e A. Trischitta. Dal 1933 la rivista passò sotto la direzione del M., che per quasi cinquant’anni ne fu anche proprietario e principale realizzatore.
Tramite la rivista, per decenni unico periodico italiano di ornitologia, il M. ebbe il merito di far pubblicare sia a professionisti, sia a semplici dilettanti o cacciatori, un incredibile numero di osservazioni avifaunistiche che, senza la sua indiscussa autorità e i suoi rapporti personali con l’intero mondo ornitologico italiano, sarebbero probabilmente andate perdute. Nelle stesse pagine curò periodicamente il repertorio Bibliografia ornitologica italiana e lavori ornitologici di Italiani, in modo da facilitare i lettori nello studio dell’avifauna italiana.
Nel 1933, in seguito a concorso, fu nominato vicedirettore del Museo civico di storia naturale di Milano.
La carriera scientifica e museale del M. fu fortemente condizionata dagli effetti della seconda guerra mondiale e, in particolare, dall’incendio dovuto a un bombardamento aereo che nel 1943 distrusse la massima parte del museo e della collezione ornitologica «E. Turati». Da quel momento, molte delle sue energie furono destinate alla ricostruzione del museo, delle collezioni e alla riapertura delle sale espositive, scopo che seppe perseguire con energia, competenza e dinamismo.
Dopo esser stato nominato direttore nel 1952, carica che mantenne per dodici anni, iniziò il progressivo riallestimento delle ostensioni ottenendo rapidissimi ed efficaci risultati e riuscendo, in poco più di dieci anni, a restituire alla pubblica fruizione la quasi totalità delle sale. Anche dopo il pensionamento continuò a frequentare il museo, dedicandosi alla ricerca, alla direzione della Rivista italiana di ornitologia e alle escursioni ornitologiche sul campo, i cui risultati compendiava puntualmente nelle sue numerose pubblicazioni.
Fu segretario della Società italiana di scienze naturali dal 1924 al 1943, vicepresidente dal 1944 al 1964 e consigliere dal 1965 alla morte. Per molti anni ne curò le pubblicazioni, svolgendo la maggior parte del lavoro di redazione dei tre periodici sociali: Atti della Società italiana di scienze naturali e del Museo civico di storia naturale di Milano, Memorie della Società italiana di scienze naturali e del Museo civico di storia naturale di Milano e Natura.
La produzione scientifica del M. si concretizzò in più di 500 pubblicazioni fra monografie, articoli e brevi note, evidenziando un interesse primario per lo studio degli uccelli italiani, ai quali sono dedicati circa 450 contributi.
Fu tuttavia anche ottimo conoscitore di avifaune esotiche, soprattutto africane, e pubblicò una quindicina di articoli sulla Libia, poco meno del doppio sull’Africa Orientale e pochi altri su ulteriori zone dell’Africa, sul Karakorum e su Haiti.
Ebbe in studio numerose raccolte ornitologiche radunate da vari esploratori: Elenco degli uccelli riportati dalla «Missione Desio nel deserto libico», in Atti dell'Acc. nazionale Lincei, Rendiconti, cl. di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 6, XV (1932), pp. 398-403; Elenco degli uccelli raccolti dal prof. G. Scortecci nella Somalia centrale settentrionale nel 1931, in Atti della Soc. italiana di scienze naturali, LXXII (1933), pp. 245-267; Missione del prof. E. Zavattari nel Sahara libico - 1934 (Uccelli), ibid., LXXIV (1935), pp. 5-18; Uccelli raccolti dal prof. L. Cipriani in Rhodesia nel 1929-1930, ibid., pp. 311-332.
Nel 1938, in una collezione di uccelli raccolta da E. Zavattari dal paese dei Borana, in Abissinia meridionale, riconobbe un esemplare appartenente a un genere e una specie nuovi per la scienza, il cosiddetto Corvide di Zavattari, che denominò Zavattariornis stresemanni (Zavattariornis stresemanni novum genus et nova species Corvidarum, in Ornithologische Monatsberichte, XLVI [1938], pp. 80-83).
Lo stesso M., nell’aprile 1935, compì un viaggio di studio in Tripolitania e nel 1937 fu per quasi tre mesi in Libia per una missione ornitologica. Tuttavia, per la maggior parte, condusse le sue escursioni in territorio italiano contribuendo così, negli anni, a illustrare le avifaune di numerose aree tra cui: Valle d’Aosta, Valtellina, Lago Trasimeno, Sila, Gargano, varie isole delle Eolie, delle Pelagie, delle Ponziane, dell’Arcipelago toscano, oltre ai Parchi nazionali di Stelvio, Gran Paradiso e Abruzzo.
Particolarmente importanti i due Elenchi di uccelli italiani (in Riv. italiana di ornitologia, XV [1945], pp. 33-78; ibid., XLVIII [1978], pp. 65-142), antesignani delle moderne check-list, il secondo dei quali, realizzato in collaborazione con P. Brichetti, è ancora oggi l’ultimo elenco avifaunistico italiano redatto a livello sottospecifico.
Nonostante le indiscusse competenze e l’autorevolezza conseguita nella sua lunga carriera, il M. non legò il suo nome a un trattato italiano di ornitologia, ma si limitò a curare, in collaborazione con C. Vandoni, due riedizioni de Gli uccelli d’Italia (Milano 1931 e 1960), opera pubblicata nel 1906 da G. Martorelli.
Tale scelta fu probabilmente un omaggio al suo predecessore, ma fu anche dettata dalla consapevolezza che il volume, ampiamente apprezzato dagli ornitologi, ma soprattutto adatto a un vasto pubblico di semplici appassionati, cacciatori e di gente comune, ben si collocava nel panorama editoriale del tempo. Produrre un testo specialistico destinato agli studiosi non sarebbe invece stata una scelta felice, dal momento che l’Ornitologia italiana di E. Arrigoni degli Oddi, edita nel 1929, era, e sarebbe a lungo rimasta, un insuperabile punto di riferimento per gli addetti ai lavori.
L’unica opera descrittiva di ampio respiro del M. è rappresentata da Gli uccelli dell’Africa orientale italiana (I-IV, Pavia [ma Milano] 1940-44), pubblicata in collaborazione con G. Gnecchi Ruscone.
Si tratta della prima ampia monografia mai realizzata sull’avifauna del Corno d’Africa. Costituita da quattro volumi, conta oltre 800 pagine, arricchite da 152 tavole a colori espressamente realizzate dal vero dal noto pittore naturalista G. Gallelli. Gli uccelli sono trattati a livello sottospecifico e, oltre alla descrizione dei piumaggi e alla distribuzione, sono per la prima volta indicati con i loro nomi volgari, coniati, nella maggior parte dei casi, dallo stesso autore. Purtroppo il quarto volume consta delle sole tavole perché, dopo la distruzione della collezione ornitologica del Museo, il M. non volle realizzare il testo basandosi esclusivamente su fonti compilative. Per lo stesso motivo il quinto volume, che avrebbe dovuto completare l’opera, non fu nemmeno incominciato.
Negli anni giovanili il M. praticò l’attività venatoria a scopo scientifico, ricorrendo all’uso del fucile per raccogliere materiali da studio, ma andando avanti negli anni sostituì la doppietta con il binocolo e preferì dedicarsi alla semplice osservazione e al birdwatching, conferendo alla ricerca ornitologica nel nostro Paese una veste più attuale.
Il M. morì a Milano il 12 genn. 1980.
Opere. L’elenco completo delle pubblicazioni del M. si trova in C. Conci - P. Brichetti, Bibliografia del dr. E. M., in Atti della Soc. italiana di scienze naturali, CXXI (1980), pp. 415-435. Oltre a quelle ciate nel testo, si ricordano: Contributo alla conoscenza degli uccelli della Somalia italiana, ibid., LXXIV (1935), pp. 333-371; Gli uccelli fino ad oggi notificati per la Somalia italiana, ibid., LXXV (1936), pp. 307-389; Aves, in Missione biologica nel paese dei Borana. Raccolte zoologiche, II, p. 1ª, Roma 1939, pp. 5-39; Raccolte ornitologiche nella regione del Lago Tana, in Missione di studio al Lago Tana, IV, Roma 1939, pp. 1-145; Aves, in Missione biologica in Sagan-Omo, VII, Roma 1943, pp. 119-197; Escursione ornitologica al Parco nazionale degli Abruzzi, in Riv. italiana di ornitologia, XXIX (1959), pp. 129-169; Il Picchio dalmatino o Picchio a dorso bianco di Lilford - «Dendrocopus leucotus lilfordi» (Sharpe et Dresser) - nidifica nel Parco nazionale degli Abruzzi, in Natura, L (1959), pp. 77-79. Saggio sull’avifauna del Lago Trasimeno (Umbria), in Riv. italiana di ornitologia, XXXII (1962), pp. 153-234; L’ornitofauna della Sila (Calabria), ibid., XXXIV (1964), pp. 1-183; in collab. con S. Frugis: Gli uccelli delle isole Eolie (Messina, Sicilia), ibid., XXXVII (1967), pp. 91-234; Gli uccelli dell’Arcipelago Ponziano (Mar Mediterraneo), ibid., XXXVIII (1968), pp. 301-426; Lo storno roseo, Pastor roseus (L.) in Italia, ibid., XXXIX (1969), pp. 128-157; Gli uccelli ad oggi riscontrati nelle isole Linosa, Lampedusa e Lampione (Isole Pelagie, Canale di Sicilia, Mediterraneo), ibid., XL (1970), pp. 77-283; in collab. con E.A. Di Carlo: Gli uccelli dell’isola d’Elba (Toscana), ibid., pp. 285-388; La Cinciarella algerina - «Parus caeruleus ultramarinus» - Bonaparte è un uccello sedentario nell’isola di Pantelleria (Trapani), ibid., XLI (1971), pp. 25-27; Gli uccelli fino a oggi rinvenuti o notati all’isola di Pantelleria (Provincia di Trapani, Sicilia), ibid., XLIII (1973), pp. 173-437; L’avifauna dell’isola di Capraia (Arcipelago toscano) con appendici sugli uccelli noti per la Gorgona, elenco degli uccelli inanellati presi nell’Arcipelago toscano e in Corsica, ibid., XLV (1975), pp. 97-217.
Fonti e Bibl.: A Milano, presso la Biblioteca del Museo civico di storia naturale, insieme con la sua biblioteca privata, si conservano carteggi e documenti manoscritti relativi all'attività ornitologica del M., donati dagli eredi dopo la sua morte. Al M. sono dedicati i seguenti scritti biografici di vario respiro: C. Conci, E. M. (1896-1980), in Atti della Soc. italiana di scienze naturali, CXXI (1980), pp. 397-414; P. Brichetti, E. M. (1896-1980), in Riv. italiana di ornitologia, L (1980), pp. 173-178; E.A. Di Carlo, In memoria di E.M., in Gli uccelli d’Italia, V (1980), pp. 55-58.