CAVELL, Edith
Nata a Swardeston (Contea di Norfolk) nel 1866, fucilata a Bruxelles il 12 ottobre 1915. Era figlia di un pastore evangelico, e, rimasta nel 1884 orfana del padre, fu inviata dalla madre ad una pensione di Bruxelles. Avendo ereditato una discreta fortuna, si recò in Svizzera e poi in Baviera, per perfezionarsi come infermiera; concorse col danaro e con l'opera alla fondazione d'un ospedale modello. Rientrata nel 1895 in patria, proseguì con ardore i suoi studî nel London Hospital; poi, nel 1906, tornò a Bruxelles, dove divenne direttrice dell'Istituto medico di Berkendael, che aveva per scopo d'insegnare alle infermiere i metodi più moderni di cura. Scoppiata la guerra mondiale ed occupato il Belgio dalle truppe tedesche, ella trasformò il suo ospedale in un'ambulanza, dove curò amorevolmente tutti, amici e nemici. Ma quando il governatore tedesco pretese che le infermiere si impegnassero a sorvegliare i feriti, si ribellò a quella che le parve opera di spionaggio, e anzi aiutò col danaro e col consiglio i soldati francesi, belgi e inglesi che tentavano di passare in Olanda. Denunciata da una spia per favoreggiamento, il 5 agosto 1915 fu arrestata e rinchiusa nella prigione militare di Saint-Gilles. Durante l'istruttoria del processo e innanzi alla corte marziale disdegnò di difendersi. Fu condannata a morte e, nonostante i buoni uffici di potenze estere, specialmente degli Stati Uniti e della Spagna, la sentenza ebbe esecuzione.
Bibl.: P. Painlevé, La vie et la mort de miss Edith Cavell, Parigi 1916; L. M. Bossi, Il martirio di un'infermiera, Genova 1917.