Head, Edith (nata Edith Claire Posener)
Costumista cinematografica statunitense, nata a San Bernardino (California) il 28 ottobre 1898 e morta a Hollywood il 24 ottobre 1981. Con otto Oscar e oltre trenta nominations conquistati in più di mezzo secolo di attività, è stata la costumista più premiata della storia del cinema. Durante la lunga carriera, a differenza di molti suoi colleghi, vestì indiscriminatamente uomini e donne e realizzò costumi per ogni genere cinematografico: dal musical al western, dall'horror alla commedia.
Dopo aver trascorso la sua infanzia in un paesino nel deserto del Nevada, si trasferì a Los Angeles con la famiglia. Terminati gli studi secondari, si iscrisse alla University of California di Berkeley dove si laureò in lingue per poi insegnare francese e spagnolo alla Hollywood School for Girls di Los Angeles. Fallito il suo breve matrimonio con Charles Head e costretta a trovare un impiego più stabile e redditizio, rispose a un annuncio del "Los Angeles Times", entrando così in contatto con Howard Greer, capo-costumista della Paramount che era in cerca di un'assistente. Nel 1923 ebbe così inizio la sua carriera. Divenne prima assistente di Travis Banton (che aveva sostituito nel 1927 Greer) per divenire poi, nel 1938, capo-costumista della Paramount, dove rimase fino al 1967, anno in cui si trasferì alla Universal. Ciò nonostante, nel corso della sua carriera collaborò saltuariamente anche con altre case cinematografiche come la Metro Goldwyn Mayer, la Warner Bros., la Columbia e la Fox. Il suo nome è legato all'immagine di alcune celebri dive di Hollywood: da Olivia De Havilland a Veronica Lake da Grace Kelly a Barbara Stanwyck. Per quest'ultima creò, tra gli altri, gli abiti di The lady Eve (1941; Lady Eva) di Preston Sturges e di Double indemnity (1944; La fiamma del peccato) di Billy Wilder. Qualche anno dopo trasformò Audrey Hepburn in impeccabile icona del gusto. La vestì per la prima volta sul set di Roman holiday (1953; Vacanze romane) di William Wyler, ottenendo nel 1954 l'Oscar per i costumi. Il suo intuito la portò a non camuffare l'esile attrice, del tutto sotto tono rispetto alle maggiorate dell'epoca, ma a evidenziare le sue caratteristiche regalandole quel look semplice e sofisticato che sarebbe poi entrato nella storia della moda. Gli altri sette Oscar li ottenne per The heiress (1949; L'ereditiera) di Wyler, Samson and Delilah (1949; Sansone e Dalila) di Cecil B. DeMille, All about Eve (1950; Eva contro Eva) di Joseph L. Mankiewicz, A place in the sun (1951; Un posto al sole) di George Stevens, Sabrina (1954) di Wilder, The facts of life (1960; Un adulterio difficile) di Melvin Frank, The sting (1973; La stangata) diretto da George Roy Hill.
Nel corso della sua carriera scrisse anche il libro autobiografico The dress doctor (1959), realizzato in collaborazione con J. Kesner Ardmore, e nel 1983 Edith's Head Hollywood (in collab. con P. Calistro). Recitò nel ruolo di sé stessa in Lucy Gallant (1955) di Robert Parrish e in The Oscar (1966; Tramonto di un idolo) di Russel Rouse. La morte la colse mentre stava lavorando ai costumi di Dead men don't wear plaid (1982; Il mistero del cadavere scomparso) di Carl Reiner.
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