EDITORE (fr. éditeur; sp. editor; ted. Verleger; ingl. publisher)
La distinzione fra editore, tipografo, libraio è di origine piuttosto recente. Nell'uso comune si dà oggi il nome di editore a chi esercita l'industria della produzione e divulgazione di opere letterarie, artistiche, scientifiche, musicali, per mezzo della stampa, anche se non attenda direttamente all'arte tipografica e al commercio librario. In passato, il nome si attribuiva solo a chi, con intenti critici, procurava la pubblicazione di opere inedite considerate importanti per la storia della cultura, oppure di quelle già note ripresentava il testo emendato (v. edizione: Edizione critica) o accompagnato da note e da commenti. In questo senso si possono ricordare come editori nell'antichità quegli eruditi, retori, scoliasti di professione, o quegli amici e protettori della cultura, che facevano trascrivere più copie di manoscritti, opportunamente rivedute, corrette e dichiarate dove non apparivano di facile interpretazione, per offrirle in vendita e per conservarle alla consultazione degli studiosi in apposite biblioteche.
La funzione dell'editore, nel senso odierno, si è venuta determinando solo dopo l'invenzione della stampa e quando il rischio industriale di un'abile mediazione fra autori e compratori di libri ha potuto essere concepito e assunto come un'impresa per sé stante, anche se necessariamente connessa col calcolato prezzo del lavoro tipografico e della rivendita.
Nei primi tempi gli editori celebri erano insieme maestri di erudizione e di tipografia. Con i Manuzio basterà ricordare quei loro emuli e successori insigni che furono i Giunti, i Giolito, gli Estienne, i Gryphius, gli Elzevier; tutti abili artefici o dotti umanisti, che lavorando a conto proprio o valendosi della munificenza di potenti protettori, approfondivano lo studio delle lingue antiche, preparavano trattati di scienza e di religione, davano in luce le migliori poesie in volgare, mentre personalmente attendevano a disegnare, incidere e sperimentare i più perspicui caratteri per la stampa. Così, per merito loro, questa industria, nata dal desiderio di moltiplicare il lucroso spaccio delle carte da gioco e delle immagini sacre, porgeva i più validi contributi alla grande opera della Rinascenza.
Ma già con Pietro Benbo, con Erasmo di Rotterdam, con Guglielmo Budé, con Isacco Casabuono, s'inaugura la serie degli editori puramente letterati, che stanno a fianco del tipografo: Erasmo offre gli scritti da pubblicare e J. Froben li stampa: si ha cioè una netta distinzione tra il filologo che ha la cura di un'edizione e l'editore tipografo. In seguito la possibilità di associare diversi collaboratori in un intento comune permetterà di effettuare vastissime compilazioni e collezioni numerose di agiografie, di testi classici, di vere e proprie enciclopedie; e il vanto di tali edizioni resterà tradizionalmente attribuito, secondo i casi, al nome di una accademia, di un convento, di un istituto che le ideò e le promosse, o di un uomo illustre che le diresse, o anche di un semplice libraio che ne ebbe la responsabilità finanziaria. Restano inseparabili dai noti dizionarî i nomi della Crusca, dell'Academie française, dell'Academia Española. I Rerum Italicarum Scriptores restano legati al nome del Muratori, mentre rimane nell'ombra il ricordo di quel sodalizio di nobili milanesi che aiutò la preparazione e provvide alla stampa dell'opera monumentale. Da Diderot e D'Alembert s'intitola la prima enciclopedia francese, come dal Chambers quella inglese, mentre pochi saprebbero ancora rammentare i librai che avevano ottenuto il privilegio delle edizioni. Invece per le grandi raccolte di scrittori usciti presso i Didot, C.B. Tauchnitz, B. Teubner e i loro successori, conviene ricercare i nomi dei veri editori nei singoli volumi, mentre le raccolte stesse conservano la notorietà di quei celebrati tipografi e librai.
Appartiene alla storia letteraria la menzione dei filologi che si applicarono, col fiorire dell'Umanesimo, alla revisione e alla pubblicazione dei testi antichi, e degli eruditi, dei critici, dei traduttori che continuarono e approfondirono la loro opera. Spetta alla storia della tipografia e alla bibliologia (v. queste voci; formato; libro; ecc.) accennare alle modificazioni portate alla struttura del libro in questi secoli. Gli editori hanno dovuto tener conto di tali trasformazioni per soddisfare i gusti del pubblico; la fortuna delle loro iniziative andò naturalmente collegata anche a mutevoli condizioni di tempo e di ambiente. L'arte tipografica, decadente in paesi e in periodi di reazione ecclesiastica e politica, conservava un certo vigore di espansione solo nella relativa libertà di Venezia, della Svizzera calvinista e dell'Olanda; ma fuori di quei territorî non bastando a sé stessa, né bastandole i privilegi di stato che punivano le abusive riproduzioni degli stampati, doveva aiutarsi col favore di particolari istituzioni. Solo più tardi, quando già si erano attenuati i rigori della Controriforma e si annunziavano gli albori dell'età contemporanea, sorse la libera industria editoriale.
Così, se in Italia pochi nomi di editori notevoli si possono citare nel Seicento (P. Matini a Firenze, i Mascardi a Roma, A. Bulifon a Napoli, i Soliani a Modena, i Marescandoli a Lucca, A. Pinelli e Baglioni a Venezia), per tutto il secolo seguente è un rifiorire d'imprese che dai campi della pura erudizione s'innalzano alla dottrina storica e alla speculazione filosofica. Acquistano rinomanza in quel tempo: i Volpi-Comino, la Tipografia del Seminario di Padova; A. Zatta, G. Pasquali di Venezia; i Remondini di Bassano; i Manni, G. Cambiagi di Firenze; T. Masi di Livorno; L. e P. Dalla Volpe di Bologna. Grandeggia sulla fine del secolo il nome di G.B. Bodoni (v.); e a Milano, sotto il reggimento del Melzi d'Eril e del viceré Eugenio, comincia quell'opera di lunga lena che fu la ripubblicazione, per cura della Società tipografica dei Classici italiani, delle opere migliori della letteratura nazionale. La raccolta di 255 volumi (1803-14) non fu abbandonata con la caduta del governo a cui era dedicata. Ebbe un supplemento di 23 volumi a Pisa (1818-25), editore N. Capurro, e un seguito per le opere del sec. XVIII di 153 volumi, anche a Milano, dalla stessa Società dei Classici (1818 segg.). Ma già nel 1814 G. Silvestri iniziava una nuova Biblioteca scelta e insieme una Raccolta di novellieri; A. F. Stella, pronto a intuire il genio del Leopardi, invitava il poeta a lavorare per le sue crestomazie; nel 1825 N. Bettoni, già editore dei Sepolcri del Foscolo, avviava da Brescia una Biblioteca classica. Altre case milanesi iniziavano allora la loro fortuna secolare: i Vallardi con pubblicazioni d'indole geografica e guide per viaggiatori; Sonzogno con una ricca collezione di storici greci tradotti; ma per tutto l'ex Regino italico era un gran fervore di attività libraria: gli animi umiliati dalla dominazione straniera si raccoglievano nel conforto degli studî e delle speranze; ed ecco nel culto delle tradizioni nazionali riuscire particolarmente apprezzate le raccolte di antichi scrittori in prosa o in rima. Nei primi decennî del secolo erano in gara a moltiplicare i volumi: a Venezia, G. Antonelli, con le rinnovate collezioni del Parnaso italiano, e la Tipografia di Alvisopoli (dal nome del paese in cui un patrizio veneto, Alvise Mocenigo, l'aveva dapprima fondata), con edizioni di classici; a Firenze, D. Passigli e altri. Vennero in seguito G. Pomba, che nella sua nuova Biblioteca popolare includeva opportunamente opere moderne di ogni letteratura; F. Le Monnier, con i volumi della Biblioteca nazionale, G. Barbèra, con le note collezioni, fra cui la Biblioteca diamante. Questi erano, per così dire, gli uomini d'avanguardia. Dopo l'unità d'Italia G. Romagnoli diffondeva da Bologna le Opere inedite o rare dei primi tre secoli e le Curiosità letterarie; G. Daelli affidava a E. Camerini i volumetti della Biblioteca rara. Nello stesso campo sorgevano più tardi N. e C. Zanichelli, E. Loescher, G.C. Sansoni, e poi i continuatori del Sonzogno, con la Biblioteca classica economica, e al tempo nostro i Carabba di Lanciano, l'Unione tipografica editrice torinese, erede del Pomba, G. Laterza, iniziatore, fra l'altro, della nuova collezione degli Scrittori d'Italia tuttora in corso di pubblicazione; ecc.
Ma non è possibile tentare di seguire lo svolgimento della attività editoriale nei diversi rami senza invadere il campo sterminato della bibliografia; per l'Italia l'intera produzione editoriale dal 1847 è registrata nel Catalogo della Libreria italiana di A. Pagliaini (Milano 1901 segg.). Dovremmo far parola dei libri di consultazione, dalla Biografia universale dell'editore Missiaglia all'Enciclopedia popolare del Pomba, dalla Biografia degli italiani illustri del sec. XVIII e dei contemporanei di E. De Tipaldo alla storia letteraria suddivisa per epoche e per generi (editore F. Vallardi); dalle sparse pubblicazioni di fonti e di documenti storici per cura di accademie e di privati alla ristampa dei Rerum italicarum Scriptores iniziata da S. Lapi di Città di Castello, dai rendiconti scientifici e dai periodici specializzati alla più recente e immensa produzione scolastica.
Gli editori che ebbero fama negli anni di preparazione del Risorgimento italiano sono quelli che associarono il loro nome a opere di scrittori insigni o meglio a tentativi di pubblicazioni periodiche intese a sollevare lo spirito pubblico. Così non sarà dimenticato il libraio G.P. Vieusseux, in quanto fu l'editore animoso dell'Antologia e dell'Archivio storico. In tempi di più fiera persecuzione politica non mancarono editori che concorsero con le loro imprese all'intento d'introdurre clandestinamente le stampe attraverso le vigilate frontiere dei diversi stati italiani. In italiano poteva far comporre a Marsiglia il Mazzini i fascicoli della Giovine Italia, e altri esuli, come N. Tommaseo, trovarono facile ospitalità in tipografie straniere; in Svizzera vanno soprattutto ricordate la Tipografia Elvetica di Capolago (v.) e la tipografia di S. Bonamici a Losanna. Non erano poi infrequenti le false date, come quelle di Londra o di Bastia, per opere effettivamente stampate in Italia.
Mentre negli anni del Risorgimento gli editori tendevano a rimettere in onore con gli stud- soprattutto i fatti e i sentimenti inerenti alle tradizioni letterarie e civili della patria, negli ultimi decennî del secolo essi si volgono piuttosto a misurare la distanza che può separarli tecnicamente dai loro concorrenti stranieri.
La diffusione del libro in alcuni paesi è molto più progredita che in Italia, non solo per la cura data al libro mediante la raffinatezza grafica e per maggior corredo d'incisioni e illustrazioni, ma anche e soprattutto per la popolarità di quelle letterature. Sorgono quindi anche in Itdlia propositi d'incoraggiamento alla letteratura amena del romanzo, della novella, del periodico letterario. L'influenza esercitata dalla Francia in questo campo si può ravvisare nell'emulazione delle due case principali di Milano in quei tempi, la Sonzogno e la Treves, che, riproducendo in sollecite traduzioni i capolavori romantici stranieri, diedero vita l'una alla Biblioteca universale, e l'altra alla Biblioteca amena che, di gran lunga più ricca e più varia, poté ottenere il favore del pubblico con una raccolta di quasi 2000 volumi. Ambedue attendevano poi a pubblicazioni scientificfle educative, per la giovinezza, e forse avevano in vista le parigine esperienze delle case Flammarion e Hachette. Si è detto dell'importanza che venne ad avere nel libro l'ornamento delle incisioni. Le grandi prove date in questo campo dagl'illustratori francesi del periodo romantico furono anche in Italia riprodotte e imitate: Dante e l'Ariosto con le figure del Doré ottenevano una popolarità che non si sarebbe avuta altrimenti, anche con l'aiuto dei più abili richiami commerciali. Messi su questa via, gli editori non esitarono a profittare dei più perfezionati strumenti meccanici che via via si venivano inventando per il trasporto diretto dell'immagine fotografica nella stampa, e cominciarono a divulgare vedute, riproduzioni d'opere d'arte e ritratti in libri speciali, in apposite monografie, in semplici cartoline, di facilissimo smercio.
Nello studio dei progressi che si potevano raggiungere nella presentazione al pubblico di libri ben fatti e ben rilegati non è da tacere l'esempio dato in Inghilterra da William Morris, che, dopo aver predicato nel periodo ruskniano l'estetica della casa bella impiantò anche un'officina per mostrare come si poteva produrre a buon mercato il libro bello. I risultati notevoli ottenuti in quel senso furono poi abilmente imitati in Germania e associati alla ricerca del minimo prezzo.
Principali case editrici italiane.
Bari. - Giuseppe Laterza e figli: fondata nel 1885 a Putignano da Vito Laterza; trasferita a Bari nel 1889. Collezioni: Opete di B. Croce, Opere di G. Gentile, Scrittori d'Italia, Scrittori stranieri, Filosofi antichi e medievali, Classici della filosofia moderna, Piccola biblioteca filosofica, Biblioteca di cultura moderna, Studî religiosi ed esoterici, ecc. Rivista: La Critica.
Bergamo. - Istituto italiano d'arti grafiche S.A.: sorto nel 1884 per merito del cartografo Gaffuri, da una tipografia bergamasca, consolidato nel 1895. Pubblicazioni: d'arte, di lusso, geografiche, canografiche, scolastiche. Collezioni: "Italia Artistica" (monografie), ecc. Rivista: Emporium.
Bologna. - Licinio Cappelli: fondata nel 1880 a Rocca S. Casciano, poi trasportata a Bologna. Pubblicazioni: volumi tecnico-scientifici, libri per bambini e signorine, letteratura amena in genere. Collezioni: Opera omnia di Alfredo Oriani, Testi filosofici e pedagogici, ecc. - Nicola Zanichelli S.A.: trae le origini dall'antica libreria Marsigli e Rocchi, rilevata dallo stampatore modenese N. Zanichelli nel 1866. Fu per molti anni ritrovo di letterati e uomini di cultura. Trasformata in società anonima nel 1906. Pubblicazioni: letterarie, storiche, scientifiche; da ricordare particolarmente le opere complete del Carducci e del Pascoli, la continuazione dei Rerum italicarum scriptores, ecc. Collezioni: Biblioteca storica bolognese, Storia delle religioni, I poeti greci tradotti da E. Romagnoli, Atti delle Assemblee costituzionali italiane. Rivista: Scientia.
Cagliari. - Fondazione "Il Nuraghe": fondata nel 1922. Pubblicazioni regionali sarde (arte, viaggi, biografie, ecc.).
Catania. - Francesco Battiato: pubblicazioni agrarie. - Nicolò Giannotta: fondata nel 1874. Si affermò come editrice delle opere di Rapisardi, Capuana, ecc. Ora pubblica libri scolastici e di varia letteratura.
Firenze. - F.lli Alinari S.A.: fondata nel 1854 da Leopoldo Alinari, costituita in società anonima nel 1920. Pubblicazioni: libri d'arte; oltre 60.000 riproduzioni in nero e a colori di opere d'arte. Collezioni: Italia monumentale, Città e luoghi d'Italia, ecc. - G. Barbèra: fondata riel 1854 da Gaspero Barbèra. Pubblicazioni: letterarie, storiche, giuridiche, scolastiche. Edizione nazionale delle opere di Galilei. Collezioni: Collezione scolastica, Biblioteca legislativa, Opera omnia (di classici italiani), Collezione diamante, Collezione gialla, ecc. - R. e F. Bemporad S. A.: fondata nel 1840 da A. Paggi, cui successe il genero Roberto Bemporad. Pubblicazioni: soprattutto scolastiche e per la gioventù; inoltre opere letterarie, politiche, almanacchi. Notevoli le edizioni nazionali di Dante e di Mistral. Collezioni: Quaderni fascisti, Collezione letterdria, ecc. Istituto geografico militare: v. firenze. - F. Le Monnier: fondata nel 1832, ebbe grande influenza durante il Risorgimento. Pubblicò dapprima opere scolastiche, poi classici, volumi di storia, filosofia, ecc. Collezioni: Biblioteca delle giovani italiane, ecc. Riviste: Studi it. di filol. classica, ecc. - Leo S. Olschki: fondata a Verona nel 1883, poi trasferita a Venezia (1890), quindi a Firenze (1897). Pubblicazioni: dantesche, d'arte, di bibliografia. Collezioni: Inventarî dei mss. delle biblioteche d'Italia, Biblioteca di bibliografia ital. Riviste: La Bfiliofilia, Il Giornale Dantesco, Archivum Romanicum, Archivio storico italiano. - Libreria editrice fiorentina: fondata nel 1902, pubblica esclusivamente opere di apologetica e di religione, in senso cattolico. Collezioni: Testi cristiani, I libri della fede, Città e terre mistiche, Biblioteca agostiniana, ecc. - Società Editrice Rinascimento del libro: fondata nel 1926. Pubblicazioni: d'arte, letteratura e scienza. Collezioni: Raccolta nazionale dei classici Studi d'arte medievale e moderna, Grandi stranieri, ecc. - G. C. Sansoni S.A.: fondata nel 1874. Pubblicazioni: scolastiche, di classici, storiche, letterarie. Notevole l'edizione nazionale del Petrarca, in corso di stampa. Collezioni: Biblioteca dei classici italiani (già diretta dal Carducci), Biblioteca critica della letteratura italiana, Biblioteca Sansoniana straniera, "Lectura Dantis". - Casa editrice G. Nerbini: fondata nel 1897, specializzata in edizioni di carattere popolare, a dispense; pubblica soprattutto romanzi storici, di avventure, ecc. - Casa editrice Adriano Salani: fondata nel 1862, pubblica libri destinati al popolo, a grande tiratura e a basso prezzo. Collezioni: Romanzi, Biblioteca Salani illustrata, Manuali pratici, "Florentia" di classici italiani, ecc. - Stamperia Nazionale Braille: pubblicazioni per i ciechi. - Vallecchi Editore S. A.: fondata nel 1908 da Attilio Vallecchi, riunì i migliori giovani letterati toscani ed ebbe notevole influenza sul rinnovamento letterario italiano. Pubblicazioni: letterarie, filosofiche, storiche, politiche, ecc. Edizioni: Collana storica, Uomini e idee, I Classici. Riviste: La nuova scuola italiana, Civiltà moderna.
Foligno. - Franco Campitelli: fondata nel sec. XIX da Feliciano Campitelli. Pubblica opere letterarie di politica, tecnologia, ecc.
Lanciano. - Giuseppe Carabba fu Rocco: fondata nella seconda metà del sec. XIX. Pubblicazioni: scolastiche, di cultura generale e filosofica. Collezioni: Cultura dell'anima, ecc. - Gino Carabba: pubblica la raccolta "Scrittori italiani e stranieri".
Livorno. - S. Belforte & C.: fondata nel 1834 da Salomone Belforte. pubblica edizioni ebraiche, libri di carattere didattico e per la gioventù. - Raffaello Giusti: fondata nel 1869. Pubblica principalmente libri scolastici. Collezioni: Biblioteca degli studenti, Biblioteca di classici greci, Manuali Giusti, ecc. Riviste: Arch. stor. di Corsica, Giorn. di pol. e di lett.
Messina. - Giuseppe Principato: fondata nel 1887. Pubblicazioni: storiche, scolastiche, giuridiche, filosofiche, mediche, di alta cultura.
Milano. - Giacomo Agnelli di Aldo Lozza: fondata nella seconda metà del sec. XVII; per oltre un secolo pubblicò solo libri liturgici; sul principio del sec. XIX iniziò la pubblicazione di opere educative e scolastiche. La nuova direzione è del 1925. Pubblicazioni: varia letteratura, viaggi, libri educativi, romanzi per la gioventù. - Alfieri & Lacroix: fondata nel 1898. Pubblicazioni d'arte e di lusso. - Alpes: fondata nel 1921. Pubblicazioni: di politica, educazione, arte, viaggi, ecc. Collezioni: "Itala gente dalle molte vite", Viaggi e scoperte di navigatori ed esploratori italiani, Collezione di cultura politica. - Baldini & Castoldi: fondata nel 1872. Letteratura amena, opere del Fogazzaro. - A. Bertarelli: fondata nel 1880; si è specializzata nelle pubblicazioni religiose della Casa ed. S. Lega Eucaristica. - Raffaello Bertieri: libri d'arte tipografica, opere numerate. Rivista: Il risorgimento grafico. - Bestetti & Tumminelli, Casa ed. d'arte: fondata nel 1906, specializzata in edizioni d'arte. Pubblica importanti riviste del ramo: Dedalo, L'Architettura, Bollettino d'arte del Ministero dell'E.N., Modelli d'arte decorativa. Si è unita nel 1931 in una sola anonima con l'A. L. I., la Casa Treves e l'Istituto Giovanni Treccani. - Casa Editrice Bietti: fondata nel 1870, pubblica opere in edizioni economiche. Collezioni: Immortali, Classici, Biblioteca internazionale, ecc. - Casa Ed. Ceschina: fondata nel 1925. Pubblica opere di letteratura narrativa e di arte. Ha pubblicato un'Enciclopedia delle moderne arti decorative italiane. - Edizioni "Corbaccio": fondata nel 1925. Pubblica opere narrative, storiche, di viaggi, biografie, ecc. Collezioni: Collana storica, Cultura contemporanea, ecc. - "Dante Alighieri" di Albrighi-Segati & C.: fondata nel 1895, rilevò la Casa S. Lapi di Città di Castello. Pubblicazioni: scolastiche, scientifiche, filosofiche, letterarie. Collezioni: Biblioteca rara, Classici latini e greci, Biblioteca storica del Risorgimento, Opuscoli danteschi. Riviste: Nuova rivista stor., La Rassegna, ecc. - Ulrico Hoepli S. A.: fondata nel 1871. Pubblicazioni: scientifiche, tecniche, letterarie, artistiche. Collezioni: Manuali Hoepli, Biblioteca classica hoepliana, Letteratura dantesca, Corpus nummorum italicorum (a cura di S. M. il Re Vittorio Emanuele III) i grandi pubblicazioni illustrate e di lusso. - Istituto Editoriale Italiano (Soc. An. Notari): fondato nel 1909. Pubblicazioni varie. Collezioni: Collezione romana, Classici italiani. - "L'Eroica": fondata a La Spezia nel 1911 da Ettore Cozzani, insieme alla rivista omonima. Pubblicazioni: d'arte, di poesia, di prosa narrativa, di cultura varia. Collezioni: I gioielli de l'Eroica, I narratori, I poeti, ecc. - A. Mondadori S. A.: fondata nel 1907 da Arnoldo Mondadori, costituita in anonima nel 1910. La direzione generale è a Milano, l'ufficio vendite e l'officina tipografica a Verona. Pubblicazioni: letteratura narrativa, poesia, libri scolastici. Collezioni: Collezione sulla grande guerra (Diarî, studî, documenti); Politeja (Collezione di studî politici); Le Scie (biografie, documenti, memorie); Le meraviglie del passato; I libri gialli. - Casa editrice Carlo Signorelli: fondata nel 1907, pubblica soprattutto libri scolastici. - Società Editrice Libraria: v. più sotto Francesco Vallardi. - Casa Ed. Sonzogno S. A.: antica casa rinnovata nel 1861 da Edoardo Sonzogno. Fu poi diretta dal nipote Riccardo e quindi da Alberto Matarelli, attuale proprietario. Pubblica prevalentemente opere di carattere divulgativo e popolare (da ricordare la Grande enciclopedia popolare, la Storia universale, ecc.). Collezioni: Classica, Romantica, Capolavori dell'umorismo, Biblioteca universale, Biblioteca del popolo, Biblioteca dei fanciulli, ecc. - Touring Club Italiano: v. turismo. - F.lli Treves S.A.: fondata nel 1861 da Emilio Treves, a cui si unì, dal 1870, il fratello Giuseppe. Nel 1904 la ditta fu trasformata in società anonima. Morto nel 1916 E. Treves, gli successe Giovanni Beltrami, e a questo, morto nel 1926, Calogero Tumminelli. Nel 1931 si è unita in una sola anonima con l'A. L. I., la Casa Bestetti e Tumminelli e l'Istituto Giovanni Treccani. La casa Treves ha raccolto, specie dall'ultimo ventennio del sec. XIX in poi, la miglior produzione letteraria italiana, e ha pubblicato numerose opere importanti di storia, filosofia, teatro, politica, libri per l'infanzia, dizionarî, ecc. Collezioni: Biblioteca amena, Teatro, Collezioni d'arte, Le più belle pagine degli scrittori italiani scelte da scrittori viventi, ecc. Riviste: L'illustrazione italiana, Pègaso, Leonardo, Giornale critico della filosofia italiana. - Antonio Vallardi: fondata nel 1750, nella seconda metà dell'Ottocento la casa iniziò la pubblicazione di libri e riviste per le scuole e per la gioventù. Pubblica varie collane di letteratura amena, di volgarizzazione; libri di viaggi, atlanti, stampe scientifiche e artistiche a scopo didattico, ecc., oltre a varî importanti dizionan. - Francesco Vallardi: fondata nel 1840, si dedicò soprattutto a pubblicazioni di medicina, poi anche di diritto, scienze commerciali, letterarie, storiche, ecc. Ha rilevato la Società Editrice Libraria e la Athenaeum, continuandone l'importante produzione giuridica. Pubblica varie riviste mediche e la Rivista di diritto commerciale. - Vita e Pensiero: fondata nel 1914, pubblica opere di filosofia, ascetica, apologetica, teologia, ecc.; è la casa editiice dell'università cattolica del Sacro Cuore. Collezioni: Biblioteca neo-scolastica, Profili di Santi, Pensiero cristiano, ecc. Riviste varie.
Napoli. - Gaspare Casella: fondata nel 1852 da Gennaro Casella. Pubblicazioni: letterarie e scolastiche. - Nicola Jovene & C.: fondata nel 1854, pubblica soprattutto opere di carattere giuridico, economico e politico. - A. Morano S. A.: fondata nel 1849, ha pubblicato le opere del De Sanctis (ora in nuova edizione) e del Settembrini; edizioni scolastiche, dizionarî, ecc. - F. Perrella, S. A. Fondata nel 1901 da Francesco Perrella. Pubblicazioni: filosofiche, storiche, letterarie, scolastiche. - R. Ricciardi: fondata nel 1907. Pubblicazioni: letterarie e di critica.
Novara. - Istituto Geografico De Agostini: fondato nel 1901; pubblicazioni geografiche. Collezione: Visioni italiche.
Palermo. - Remo Sandron: fondata nel 1839 da Decio Sandron, continuata da Remo (1873) e poi dai figli di questo. Pubblica soprattutto testi scolastici, ma anche opere letterarie e di cultura. Collezioni: L'indagine moderna, Biblioteca Sandron di scienze e lettere, Collezione Sandron di classici italiani: id. di classici greci, latini, stranieri, Biblioteca dei popoli, Collezione settecentesca, I grandi pensatori, Studî pedagogici, ecc.
Roma. - R. H. Danesi: fondata nel 1839, pubblica grandi edizioni d'arte, archeologia, paleografia. Collezioni: Codici Vaticani, I manoscritti e i disegni di Leonardo da Vinci, ecc. - Desclée & C.: fondata nel 1867, specializzata in pubblicazioni liturgiche, teologiche, ecclesiastiche. - A.F. Formìggini: fondata nel 1908, a Bologna-Modena, trasferita a Genova dal 1911 e dal 1916 a Roma. Pubblica varie collezioni: Classici del ridere, Profili, Medaglie, Lettere d'amore, Apologie, Polemiche Poeti italiani del XX secolo, Enciclopedia delle Enciclopedie. Rivista: L'Italia che scrive. - Istituto Giovanni Treccani: fondato nel 1925 a iniziativa del sen. G. Treccani, presieduto da questo e diretto da G. Gentile e da C. Tumminelli, ha iniziato la pubblicazione della Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, prepara un Dizionario biografico degli Italiani, la riproduzione della Bibbia di Borso d'Este e altre opere culturali. Si è unito nel 1931 in una sola anonima con l'A. L. I., la Casa Treves e la Casa Bestetti e Tumminelli. - Libreria del Littorio: fondata nel 1927, pubblica opere di cultura, legislazione, politica, ispirate alle direttive del regime fascista. - Libreria dello stato: alle dipendenze del Provveditorato generale dello stato, istituito con r. decreto-legge 18 gennaio 1923, n. 94; riunisce tutte le pubblicazioni statali, tra cui oltre sessanta periodici. Pubblica anche grandi edizioni di lusso. - Libreria di Scienze e Lettere del dr. G. Bardi: pubblicazioni scientifiche, filosofiche, archeologiche, di critica, ecc. - P. Maglione: succeduta alla Casa Loescher (v. appresso Chiantore di Torino), pubblica opere di storia, filologia, letteratura, arte, archeologia.
Spoleto. - Claudio Argentieri: fondata nel 1921, pubblica edizioni d'arte di lusso a tiratura limitata. Pubblica una collezione intitolata: Biblioteca rara e curiosa del '700.
Torino. - F.lli Bocca: fondata nel 1775, attualmente diretta da Giuseppe Bocca, ha avuto la sua espansione soprattutto nel sec. XIX. Pubblica opere eulturali e scientifiche. Collezioni: Biblioteca di scienze moderne, Piccola biblioteca di scienze mod., Letterature moderne. Riviste: Archivio di antropologia e psichiatria, Rivista musicale italiana. - F.lli Buratti (già Ribet): fondata nel 1927, pubblica opere letterarie e artistiche di autori nuovi italiani. Collezioni: Scrittori contemporanei, Incisori contemporanei. - Giovanni Chiantore: succeduta alla Casa Loescher (fondata nel 1861), ne continua l'attività pubblicando opere scientifiche, storiche, filologiche. Collezioni: Collezione di classici greci e latini, Scrittori di Francia, ecc. Riviste: Giornale storico della letteratura italiana, Rivista di filologia e d'istruzione classica, Archivio glottologico italiano, Studi medievali, Pallante e altre. - S. Lattes & C.: fondata nel 1839 da Simone Lattes, trasformata in anonima nel 1918, pubblica opere scolastiche, di tecnologia, di commercio, medicina, storia, ecc. Collezioni: Biblioteca tecnico-industriale, Manuali Lattes, ecc. - Casa editrice Marietti: fondata nel 1820, specializzata in pubblicazioni cattoliche. - G. B. Paravia & S.: fondata nel 1728 da G. B. Paravia, pubblica soprattutto opere scolastiche, educative e per la gioventù. Collezioni: Corpus scriptorum latinorum paravianum, Classici italiani, Scrittori stranieri tradotti, Piccola biblioteca di filosofia e pedagogia, Classici greci e latini, Collana storica Sabauda, Storia e pensiero, eec. Riviste: Rivista stor. it. - "Slavia": fondata nel 1926, pubblica versioni dirette e integrali di opere straniere. Collezioni: Il genio russo, Il genio slavo, Scrittori slavi. - Società editrice internazionale (S. E. I.) S. A.: costituita nel 1910 in società anonima, pubblica specialmente libri scolastici e per la gioventù, ispirati alla religione cattolica, e opere di carattere religioso. Collezioni: Classici italiani, latini, greci, stranieri, Vite dei Santi, Collana di filosofia, ecc. Riviste: Convivium, Didaskaleion, ecc. - Società tipografica editrice nazionale (S. T. E. N.) S. A.: si ricollega all'antica stamperia Favale (Torino 1815), poi diventata Casa editrice Roux & Viarengo; costituita in anonima nel 1906, la STEN pubblica opere di svariata indole culturale, nelle seguenti principali collezioni: Monumentali storie di Roma, Biblioteca del Risorgimento italiano, Biblioteca tecnica, Collezione di scienze sociali e politiche, Grande biblioteca d'arte, ecc.; ha un importante reparto editoriale di musica sacra. - Unione tipografica-editrice torinese (U. T. E. T.) S. A.: le sue origini risalgono alla libreria-tipografia Vedova Pomba & Figlio (fine sec. XVIII). Giuseppe Pomba si affermò ben presto con indovinate edizioni di classici latini e autori italiani. Nel 1850 la direzione era assunta dai cugini Pomba, e la ditta veniva trasformata in anonima nel 1854. Pubblicazioni: Cultura generale, scienze-mediche, agrarie, fisiche e chimiche, giuridiche e sociali, tecnologia, ecc. Collezioni: di medicina, dei classici italiani, ecc. Riviste varie.
Venezia. - Ferdinando Onigania: fondata nel 1846 ha pubblicato lussuose edizioni, attinenti soprattutto all'arte e alla storia di Venezia. Notevole particolarmente la riproduzione del Breviario Grimani.
Case editrici musicali. - Dell'editoria musicale, che iniziatasi in Italia (O. Petrucci, sec. XV), anche oggi annovera case italiane tra le più note nel mondo (basti citare Ricordi e Sonzogno di Milano), si troverà illustrazioni propria, a cagione del particolare carattere di tale editoria, nella voce italia: Musica. V. anche musica.
I dati sono desunti da Le droit d'auteur, organo ufficiale del Bureau international de l'Union pour la protection des mœuvres littḫraires et artistiques (Berna, dicembre 1930). Per l'Albania, la Grecia, la Polonia la Romania, la Turchia, la Iugoslavia e i Paesi Baltici, mancano dati ufficiali.
Le cifre riguardanti l'Italia sono desunte dall'unica fonte ufficiale il Bollettino delle pubblicazioni ricevute per diritto di stampa dalla R. Biblioteca Nazionale centrale di Firenze, nel quale, per varie ragioni, viene registrata solamente una parte dell'intera produzione editoriale italiana. L'Istituto centrale di statistica ha affidato all'Istituto italiano del libro di Firenze l'incarico di fornire una precisa rilevazione statistica della produzione editoriale italiana; questo, valendosi delle fonti principali: Bollettino cit. e schedario del materiale non compreso nel Bollettino pervenuto alla Biblioteca nazionale di Firenze, integrate da varie altre fonti, ha elevato notevolmente la cifra delle unità bibliografiche, fornendo per il 1928 i dati seguenti:
Bibl.: Per notizie sui tipografi ed editori italiani a tutto il sec. XIX, cfr. G. Fumagalli, Lexicon typograph. Italiae, Firenze 1905; per gli editori moderni v. in Catalogo dell'Espos. di libri italiani, New York 1928, Milano 1928; Giorn. della libreria, XLIII e XLIV (1930-31); Istituto centrale di statistica, s. 6ª, IX, Statistica della produzione bibliografica italiana nel 1928, Roma 1930; Elenco generale degli editori, ecc., Milano 1931.
Il contratto di edizione.
Nel linguaggio giuridico la parola "edizione" abbraccia non soltanto, come nel linguaggio comune, la pubblicazione fatta per le stampe del manoscritto di un libro o altro lavoro letterario, ma ogni altro mezzo per il quale un'opera dell'ingegno può essere moltiplicata in copie in guisa che ciascuno del pubblico ne possa acquistare un esemplare da essere letto o veduto, o il cui contenuto intellettuale possa essere appreso con l'aiuto di un'arte accessoria d'interpretazione (arte musieale, p. es.). Si tende a estendere la nozione dell'edizione anche alle forme modernissime del disco fonografico e della pellicola cinematografica, parlandosi, così, di edizione fonografica e cinematografica; e si ritiene da qualcuno che possa estendelsi anche alla radio-diffusione. Interessa d'inquadrare questi mezzi nuovi di riproduzione nel contratto di edizione per differenziarli dalle forme di comunicazione dell'opera che hanno luogo a profitto di un pubblico riunito, e mantenere, pertanto, distinti i corrispettivi diritti d'autore. Così, chi compra il disco fonografico acquista soltanto l'esemplare di un'edizione fonografica e non può, quindi, farlo suonare pubblicamente senza il consenso dell'autore; e parimenti chi acquista un apparecchio radiofonico non può fare ascoltare dal pubblico la trasmissione raccolta dalla sua radiola. Contratto di edizione, in significato generico, è quello per il quale l'editore (ossia una persona che esercita l'industria di provvedere alla stampa o ad altra forma di moltiplicazione per copie dell'opera dell'ingegno, e alla sua diffusione) assume questa impresa nei rapporti dell'autore o d'altro titolare dei diritti esclusivi di pubblicazione e di riproduzione dell'opera. Ma l'editore può svolgere la sua attività per conto, rischio e spese dell'autore, dietro un corrispettivo da questo versato; o, all'opposto, per suo conto, rischio e spese, versando egli invece all'autore un compenso per la cessione a suo favore dei diritti esclusivi. Nella prima ipotesi (che si verifica specialmente per opere il cui smercio non lascia sperare un margine di profitto) il contratto non presenta caratteristiche giuridiche particolari, essendo un comune contratto, misto di locazione di opera e di mandato. Nella seconda ipotesi, invece, ha natura tutta speciale, che invano si è cercato di ricondurre sotto il profilo di una delle classiche figure contrattuali ereditate dal diritto romano. La denominazione di contratto di edizione è generalmente adoperata in riferimento a questo rapporto speciale.
Sino alla seconda metà del secolo passato il diritto d'autore è stato concepito generalmente come un diritto patrimoniale, inteso allo sfruttamento economico dell'opera e assimilabile, secondo una dottrina in addietro assai diffusa, a un diritto di proprietà di natura speciale (proprietà intellettuale). Coerentemente, il diritto dell'editore fu considerato come un diritto reale, autonomo, di ordine assoluto, che nella dottrina giuridica latina appare come lo stesso diritto che spetta all'autore e in cui l'editore è subentrato in virtù di una cessione; mentre nella dottrina tedesca appare piuttosto come un diritto nuovo (Verlagsrecht), costituito a carico del diritto che compete all'autore. Un nuovo moderno indirizzo giuridico, del quale il Piola Caselli è stato assertore in Italia, considera che lo sfruttamento economico non esaurisce il contenuto del diritto di autore. L'opera dell'ingegno va considerata, altresì, come un bene personale, ossia come una manifestazione della personalità intellettuale dell'autore, nella quale si realizzano interessi di natura ben differente (di reputazione personale, di carriera, politici, religiosi, ecc.: diritto morale di autore). Questa concezione, accolta interamente dalla legge 7 novembre 1925, n. 1950, modifica sostanzialmente la figura del contratto di edizione. Esso diventa un contratto, in virtù del quale l'autore trasferisce all'editore, non il diritto d'autore nella sua essenza, perché non trasferibile, ma soltanto quell'esercizio dei diritti esclusivi che è necessario ai fini dell'industria editoriale. L'edizione è un obbligo, quanto un diritto, dell'editore, e il rapporto editoriale si concatena e armonizza con quella parte personale del contenuto del diritto d'autore che rimane inerente alla persona dell'autore. Il contratto viene, perciò, a rappresentare un complesso di reciproci diritti e obbligazioni, interdipendenti e continuativi, fra autore ed editore; esso corrisponde a un fascio d'interessi, in parte comuni e uguali, in parte separati e diversi, ma collegati dall'unità delle operazioni che l'editore compie nell'interesse proprio e dell'autore. È un rapporto contrattuale che cade nella categoria generale dei contratti di associazione.
La citata legge sul diritto d'autore, 7 novembre 1925, n. 1950, contiene le regole organiche essenziali del contratto di edizione che vanno completate con le disposizioni generali del codice civile in tema di contratti. Codeste disposizioni generali sono da applicare per quanto concerne la capacità delle parti a stipulare un contratto di edizione, ponendole in relazione con la natura e portata dei diritti ceduti; il che dà luogo a difficoltà per conoscere se il contratto rientri tra quelli d'amministrazione ordinaria che il rappresentante dell'incapace conclude senza bisogno di autorizzazione particolare, nell'ipotesi che all'autore subentrino eredi incapaci o minorenni o che l'autore stesso sia divenuto incapace. Se il diritto d'autore spetta in comune a più persone occorre per la cessione del. suo esercizio all'editore il consenso di tutte o del giudice (art. 18). Se si tratta di opere postume si deve tenere presente il disposto dell'articolo 25: "Il dilitto di pubblicare le opere inedite spetta agli eredi dell'autore o ai legatarî delle opere stesse, salvo che l'autore abbia espressamente vietata la pubblicazione o l'abbia affidata ad altri. Le opere inedite non possono essere pubblicate prima che sia decorso, dalla morte dell'autore, il termine ch'egli abbia fissato". Si rammenti ancora che il diritto di publicare una corrispondenza epistolare spetta al suo autore, ma non può esercitarsi senza il consenso del destinatario (art. 12); e che a mente dell'art. 11 la pubblicazione del ritratto deve essere consentita dalla persona effigiata o dagli eredi del sangue ivi indicati, salvo i casi speciali di cui allo stesso articolo. La legge italiana sottopone l'alienazione del diritto d'autore a formalità analoghe a quelle per l'alienazione degli immobili. Il contratto di edizione deve farsi per atto pubblico o per scrittura privata sotto pena di nullità (art. 37), e deve essere trascritto nell'Ufficio della proprietà intellettuale, già annesso al ministero dell'Economia nazionale e ora al ministero delle Corporazioni (articoli 51 a 54, v. anche articoli 12 e 13 del regolamento approvato con r. decr. 15 luglio 1926, n. 1269). Il difetto di trascrizione rende privo d'efficacia il contratto di fronte ai terzi, ossia non solamente di fronte a un altro editore cui l'autore abbia successivamente alienato gli stessi diritti, ma di fronte, altresì, ai creditori dell'autore che potranno, nei limiti degli articoli 56 e 57, pignorare i diritti ceduti, malgrado la loro precedente cessione all'editore. Il contratto determinerà l'estensione dei diritti ceduti; ma l'art. 42 dispone che la cessione, anche assoluta ed esclusiva, dei diritti spettanti all'autore di un'opera dell'ingegno, non comprende, salvo patto in contrario, il diritto di traduzione, riduzione o adattamento dell'opera. Il contratto deve, dunque, interpretarsi restrittivamente, a disfavore dell'editore, il che corrisponde ai principî generali in materia d'interpretazione contrattuale, di cui agli articoli 1137-1138 cod. civ. Dubbî gravi possono sorgere, tuttavia, sulla portata del contratto dal punto di vista del numero delle edizioni e delle copie per ciascuna edizione, nonché sotto altri punti. A tenore dell'art. 38 il titolare del diritto d'autore deve consegnare l'opera nelle condizioni stabilite dal contratto, o, in mancanza, in forma che non ne renda troppo difficile e costosa la riproduzione. S'intende che, salvo per le opere delle arti belle che s'identificano con la loro forma esterna, l'art. 38 si riferisce alla consegna della veste materiale dell'opera, ossia di quel corpus mechanicum (in genere, il manoscritto) che serve di mezzo necessario per far conoscere e riprodurre il contenuto dell'opera stessa. L'obbligo della consegna deve essere adempiuto nel termine stabilito dal contratto, o se nessun termine è stabilito, senza ritardo (art. 1163 cod. civ.). Se si tratta d'opera da crearsi, il termine della consegna è subordinato, a parere del Piola Caselli, alla condizione si potuero, che naturalmente non è da invocarsi in caso di palese malafede, oscitanza o trascuranza. È d'uso che l'autore assista l'editore nell'allestimento dell'edizione, specie con la revisione delle bozze di stampa. Taluni considerano, tuttavia, questo uso come un diritto, anziché come un obbligo dell'autore. Come tale è regolato dalla legge nell'art. 46: "L'autore che cede il diritto di pubblicare un'opera per la stampa può introdurre nell'opera tutte le modificazioni che crede, purché non ne alterino il carattere e la destinazione, fino a quando la stampa dell'opera non sia compiuta; ma se l'autore fa sulle bozze correzioni da considerarsi come straordinarie, deve sopportarne le relative spese, salvo patto in contrario. Questa disposizione va posta in relazione con quella dell'art. 47: "Il cessionario che ha diritto di fare nuove edizioni dell'opera, ha l'obbligo, prima di eseguirle, di chiedere all'autore se voglia introdurvi modificazioni. In mancanza di accordo fra le parti, il termine per la presentazione delle modificazioni da parte dell'autore verrà stabilito dall'autorità giudiziaria". Si discute se in taluni casi, nei quali le modificazioni sono necessarie per aggiornare l'edizione, esse non diventino obbligo dell'autore; e se, in caso di rifiuto, l'editore non possa farle eseguire da terze mani. L'art. 38 obbliga l'autore cedente a garantire all'editore il pacifico godimento dell'opera per tutta la durata del contratto, quindi la paternità dell'opera, il suo carattere lecito, la sussistenza dei diritti esclusivi che cede. Si discute se e in quale misura l'obbligo abbracci il divieto di pubblicare altre opere che possano fare concorrenza commerciale all'opera che ha formato oggetto del contratto.
La principale ed essenziale prestazione che incombe all'editore è di pubblicare l'opera, il che è affermato dalla legge all'art. 39 e confermato dall'art. 44, modificato dal r. decr. legge 13 gennaio 1927, convertito in legge con modificazioni per effetto della legge 17 gennaio 1929, n. 20, secondo la quale se l'editore non ha pubblicato l'opera "nel termine di tre anni dalla conclusione del contratto di edizione, questo è risoluto di pieno diritto a favore dell'autore e dei suoi aventi causa. Il cessionario perde i diritti acquisiti e deve restituire l'originale dell'opera, mentre l'autore, i suoi eredi o legatarî conservano integralmente il diritto al compenso pattuito, oltre che al risarcimento dei danni se del caso. Qualunque patto in contrario è nullo". L'articolo aggiunge, ed è questa una estensione dell'obbligo della pubblicazione, ignota alle altre legislazioni, che: "Se l'opera musicale o drammatica dopo la prima rappresentazione o dopo il primo ciclo di rappresentazioni, non è ulteriormente rappresentata senza giusta causa si fa luogo alla risoluzione del contratto, anche se questo è stato posto in essere anteriormente alla pubblicazione della presente legge. Le eventuali controversie in questa materia saranno giudicate dal magistrato del lavoro con la procedura speciale stabilita con r. decr. 1° luglio 1926, n. 563. In tal caso i due esperti saranno nominati di volta in volta dalle parti, l'uno dall'autore, l'altro dal cessionario".
Il sopra ricordato art. 39 fissa anche talune modalità principali della pubblicazione, dicendo che il cessionario è obbligato a far rappresentare, eseguire o riprodurre l'opera col nome dell'autore o anonima o con pseudonimo, come all'autore piaccia e in perfetta conformità all'originale. Questi obblighi si riconnettono ai diritti personali (diritto morale) sulla paternità e sull'intangibilità dell'opera sanciti negli articoli 14 e 16. Delle altre modalità della pubblicazione rimane arbitro l'editore, purché non risultino offesi gl'interessi patrimoniali o personali dell'autore. La legge ammette un controllo dell'autore sulla fissazione del prezzo di copertina (art. 48): l'autore ha il diritto di opporsi a che il prezzo sia tale da pregiudicare gravemente i suoi interessi e la diffusione dell'opera, aggiungendo che la stessa regola si segua per le modificazioni di tale prezzo. Il citato art. 39 pone anche a carico dell'editore l'obbligo di pagare all'autore il compenso stabilito; la parola "stabilito" indica che si tratta di un elemento naturale, ma non essenziale del contratto. Infine la legge, a garanzia dell'esecuzione degli obblighi dell'editore intorno al numero delle edizioni e delle copie per edizione, dichiara all'art. 49 che, salvo patto in contrario, l'autore ha il diritto di contrassegnare o far contrassegnare ciascun esemplare dell'opera prima che sia posto in commercio. La legge, risolvendo una dibattuta questione, limita all'art. 40 la facoltà dell'editore di trasferire ad altro editore i diritti di autore cedutigli, disponendo che la cessione dei diritti spettanti all'autore di un'opera dell'ingegno, fatta in modo assoluto ed esclusivo, conferisce al cessionario la facoltà di cederli purché non abbia danno la diffusione dell'opera. Se la cessione è fatta in modo non esclusivo, il cessionario non può, salvo patto contrario, trasferire i suoi diritti, neppure cedendo l'intera sua azienda.
Il contratto si estingue, oltre che per i motivi comuni a ogni contratto, per taluni motivi particolari, fra i quali, anzitutto, quello regolato dall'art. 43 in quanto dichiara che: "Il contratto di cessione dei diritti spettanti all'autore di un'opera dell'ingegno, è risolto, se l'autore si trovi nell'impossibilita di portarla a termine, o muoia prima del compimento di essa. Se, tuttavia, una parte notevole e a sé stante dell'opera sia stata compiuta, il cessionario ha il diritto che il contratto resti in vigore per tale parte pagando il compenso proporzionato, salvo che l'autore abbia espressamente manifestato la volontà che l'opera non sia pubblicata se non compiuta interamente. Qualora la risoluzione del contratto abbia luogo a richiesta del cessionario, l'autore o i suoi aventi causa possono liberamente disporre dell'opera incompiuta. Ove la risoluzione abbia luogo a richiesta dell'autore o dei suoi aventi causa l'opera incompiuta non può essere ceduta ad altri". Altro caso speciale di estinzione a carico dell'autore è quello contemplato dall'art. 45: "Il contratto di cessione è risolto di pieno diritto se l'opera cade sotto la sanzione di una legge penale promulgata posteriormente alla conclusione del contratto". Di grande importanza, poi, e costituente una misura ignota ad altre legislazioni, è il ritiro dell'opera dal commercio, regolato dall'art. 15: "Qualora concorrano gravi ragioni morali, l'autore ha facoltà di ritirare l'opera dal commercio salvo a risarcire il danno agli editori e stampatori interessati. A garanzia di tale risarcimento egli può essere costretto, con decreto del presidente del tribunale, a prestare previamente idonea cauzione. La facoltà di ritirare l'opera dal commercio è personale e non trasmissibile".
Bibl.: (limitatamente alla dottrina italiana e dei paesi che su di essa hanno maggiore influenza) Italia: G. Satta, Edizione, in Digesto italiano; A. De Gregorio, Il contratto di edizione, Roma 1913; N. Stolfi, La proprietà intellettuale, 2ª ed., voll. 2, Torino 1915-1917; E. Piola Caselli, Trattato del diritto di autore, Napoli 1907, 2ª ed., Torino 1927, rifatta sulla base della nuova legge. - Francia: E. Pouillet, Traité de la propr. litt. et art., 3ª ed., Parigi 1908; A. Huard, Des contrats entre les auteurs et les éditeurs, Parigi 1889; P. Dupont-Rougier, Du contrat d'édition, Parigi 1907. - Germania: J. Kohler, Urheberrecht an Schriftwerken und Verlagsrecht, Stoccarda 1907; Ph. Allfeld, Das Verlagsrecht, 2ª ed., Monaco 1929; R. Voigtländer e Th. Fuchs, Ges. betreff. Urheb. und Verlagsrecht, Lipsia 1914; H. O. de Boor, Urheberrecht und Verlagsrecht, Stoccarda 1917; W. Goldbaum, Urheberrecht und Urhebervertragsrecht, 2ª ed., Berlino 1922; E. Heinitz e B. Marwitz, Ges. über das Verlagsrecht, 3ª ed., Berlino 1922; W. Hoffmann, Das Reichsgesetz über das Verlagsrecht, Berlino 1925.