De Amicis, Edmondo
Scrittore (Oneglia, Imperia, 1846 - Bordighera, Imperia, 1908). Dopo aver frequentato la scuola militare di Modena partecipò come ufficiale alla guerra del 1866. Nel 1867 cominciò la sua collaborazione alla rivista «Italia militare» di Firenze, un organo di propaganda del ministero della Guerra, dove pubblicò bozzetti militari in cui mescolava sapientemente racconti, apologhi, cronache e memorie autobiografiche. I bozzetti ebbero grande successo e furono raccolti nel 1868 nel volume Vita militare. Nel 1870 seguì, come corrispondente, l’esercito italiano nella spedizione romana e nel 1871 lasciò la carriera militare per dedicarsi al giornalismo e alla letteratura. Collaborò con diverse testate e fu inviato della «Nazione». In otto anni, tra il 1871 e il 1879, pubblicò sei fortunati racconti di viaggio, un genere relativamente nuovo per i tempi: Spagna (1872), Olanda (1874), Ricordi di Londra (1874), Marocco (1876), Costantinopoli (1878-79), Ricordi di Parigi (1879). Il suo successo di scrittore divenne clamoroso con Cuore, un libro per ragazzi, uscito nel 1886. Vi si raccontava, in forma di diario, un anno di scuola, la terza elementare, di un giovane scolaro torinese, Enrico Bottini. Quello che Enrico annotava man mano sul quaderno «su ciò che aveva visto, sentito, pensato nella scuola e fuori» era arricchito degli interventi dei genitori e della sorella e corredato dai racconti mensili narrati dal maestro che costruivano un percorso preciso e coerente: si succedevano infatti di volta in volta le figure di protagonisti eroici ciascuno sullo sfondo di una diversa regione italiana. Ambientato a Torino, dove De Amicis si era nel frattempo stabilito e dove condusse una vita semplice e ritirata, il libro offre inoltre uno spaccato della società borghese e operaia della città. I valori dominanti, segnati da un forte umanesimo sentimentale, sono lo studio, il merito, l’onestà, la dignità, l’amore per la patria, tutti declinati come una nuova religione rigorosamente laica. L’adesione sincera e non superficiale al nascente socialismo italiano lo portò a confrontarsi con le correnti letterarie più impegnate sui temi sociali, a moderare l’ottimismo sentimentale di Cuore e a metterne in discussione il nazionalismo, pur attraversato da una vena democratica e solidarista. Ne sono testimonianza Sull’oceano, pubblicato nel 1899, il diario della sua traversata dell’Atlantico a bordo della nave Galileo in cui vengono denunciate, con commossa partecipazione, le drammatiche condizioni degli emigranti, ma anche Fra scuola e casa del 1892 o Amore e ginnastica sempre del 1892, in cui emerge un’analisi assai più critica della realtà scolastica. I suoi romanzi sociali, come La maestrina degli operai (1895), soffrono tuttavia di un approccio populistico e genericamente solidaristico. Partecipò assiduamente all’attività di propaganda del Partito socialista e collaborò ai giornali e ai periodici a esso legati. Scrittore assai prolifico, nel 1905 pubblicò L’idioma gentile, un testo dedicato alla questione della lingua in cui riprendeva le posizioni di Manzoni. Alla sua morte lasciò in forma di manoscritto il romanzo Primo maggio, pubblicato solo nel 1980.