MALAN, Edmondo (Edmondo Dino Raul)
Nacque a Torino il 22 marzo 1910 da Arnaldo, clinico otorinolaringoiatra dell'ateneo torinese, e da Maria Edmea Hahn, entrambi di formazione valdese. Iscrittosi alla facoltà di medicina e chirurgia dell'Università torinese, fu allievo di G. Levi, direttore dell'Istituto di anatomia umana normale, sotto la cui guida svolse alcune ricerche di morfologia e fisiologia che pubblicò quando era ancora studente.
Si tratta dei seguenti studi: Di alcune particolarità dei vasi e del tessuto osseo che circondano il nervo acustico nelle sue ramificazioni, in Monitore zoologico italiano, XLII (1931), 6, pp. 162-166; Dei vasi glomerulari del labirinto osseo, in Boll. della Soc. italiana di biologia sperimentale, VI (1931), pp. 832-834; Decorso spirale ed irregolare delle miofibrille nel muscolo tensore del timpano, ibid., VII (1932), pp. 533 s.; Particolari connessioni dell'incudine con la parete della cassa del timpano, ibid., VIII (1933), pp. 305-307.
Laureatosi nel luglio del 1933 con una tesi di anatomia comparata dell'orecchio, che fu poi oggetto di due pubblicazioni (Étude d'histologie comparée sur quelques modifications particulières des fibres du tensor tympani dues à la sénescence, in Archives de biologie, XLV [1934], pp. 355-375; Morfologia comparata del muscolo "tensor tympani", in Zeitschrift für Anatomie und Entwicklungsgeschichte, CIII [1934], pp. 409-437), si orientò subito verso la specializzazione chirurgica: entrato come assistente volontario nella clinica chirurgica torinese diretta da O. Uffreduzzi, cominciò a lavorarvi sotto la guida di A.M. Dogliotti, che avrebbe considerato il suo vero maestro e che dal 1935 avrebbe seguito nelle varie sedi. Fu così aiuto volontario presso l'Istituto di patologia speciale chirurgica dell'Università di Modena fino al 1937, quindi nella clinica chirurgica di Catania aiuto incaricato dal 1938 e, conseguita nel 1939 la libera docenza in patologia speciale chirurgica, dal giugno del 1940 assistente ordinario.
Richiamato alle armi in quel mese, il M. prestò servizio sul fronte greco-albanese presso il 29 nucleo chirurgico, meritando la decorazione con la croce al merito di guerra. L'impegno militare non ostacolò la sua carriera: conseguita nel 1941 una seconda libera docenza, in clinica chirurgica, nel giugno dello stesso anno fu nominato aiuto ordinario nella clinica chirurgica catanese, nella quale dal luglio al novembre 1942 esercitò le funzioni di direttore supplente. Incaricato dell'insegnamento di clinica chirurgica nell'Università di Catania dal novembre 1943 all'aprile 1949, fu trasferito nell'istituto di patologia speciale chirurgica dell'ateneo di Parma dapprima, dal novembre 1949 al novembre 1950, come direttore incaricato, poi come professore straordinario. In questa Università passò quindi a dirigere l'istituto di clinica chirurgica generale come straordinario dal novembre 1951 e come ordinario dal novembre 1953. A Parma, dove dal 1951 fu direttore della scuola di specializzazione in chirurgia, il M. fondò il primo Centro italiano di studi di patologia e chirurgia vascolare, con annesso reparto di degenza nel quale furono eseguiti i primi interventi di rivascolarizzazione diretta, e curò la realizzazione del Centro trasfusionale presso gli Ospedali riuniti.
Chiamato dalla facoltà medica dell'Università di Genova, il M. vi diresse come professore ordinario l'istituto di patologia speciale chirurgica dal febbraio 1956 all'ottobre 1959, e quello di clinica chirurgica generale dal novembre 1960 al dicembre 1964. Nella nuova sede, inoltre, diresse le scuole di specializzazione in chirurgia, in anestesiologia e in angiologia; e realizzò il Centro per lo studio e la cura delle malattie vascolari periferiche con sede in una apposita divisione ospedaliera a direzione universitaria.
Il suo nome si era intanto imposto negli ambienti universitari e nella comunità medico-scientifica sia per l'operosità didattico-formativa e la capacità organizzativa costantemente dimostrate sia, e soprattutto, per le numerose ricerche condotte in ambito chirurgico. Recò infatti importanti e originali contributi in vari settori della specialità, dall'ortopedia e traumatologia (Autoinnesti cartilaginei in focolai mobili di frattura: tentativi sperimentali per creare delle nuove articolazioni, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Catania, XI [1943], n. unico, pp. 47-49; Primi contributi all'infibulamento midollare nelle fratture delle ossa lunghe, ibid., XII [1944], 1, pp. 1-5, in collab. con G. Enria; L'infibulamento metallico midollare nelle fratture delle ossa lunghe (contributo di 28 infibulamenti), in Chirurgia, I [1946], pp. 216-234), alla neurochirurgia (In tema di trattamento di ascessi cerebrali (contributo alla terapia degli ascessi post-traumatici), in Boll. della Soc. medico chirurgica di Catania, XIII [1945], 7, pp. 89-94; Pachimeningite emorragica interna, ibid., XIV [1946], 1, pp. 7-12; Il trattamento primario delle lesioni cranio-cerebrali, ibid., XV [1947], 1, pp. 1-8; Cisti idatidea del IV ventricolo operata con successo, in Acta neurologica, II [1947], pp. 137-147, in collab. con C. Pero), alla chirurgia mediastinica con la messa a punto della tecnica di utilizzazione operatoria di una fascia prevertebrale (Lo spazio prevertebrale retromediastinico [nota 2ª], in Minerva chirurgica, IV [1949], pp. 679-683, in collab. con A. Puglionisi), alla chirurgia dell'esofago (Trattamento chirurgico del cancro dell'esofago, in Atti del II Congresso nazionale di chirurgia toracica, Torino, 1951, I, Relazioni, Roma 1951, in collab. con A.M. Dogliotti; La nostra esperienza nella chirurgia del cancro dell'esofago, in Chirurgia toracica, VII [1954], pp. 39-43, in collab. con S. Serrano).
Una particolare attenzione il M. dedicò allo studio di due importanti settori della clinica chirurgica, l'anestesia e rianimazione e la patologia vascolare. Dopo la pubblicazione dei primi lavori di tecnica e di fisiopatologia sperimentale (Anestesie loco-regionali in otorinolaringologia, in A.M. Dogliotti, Trattato di anestesia - narcosi - anestesie locali, regionali, spinali, Torino 1935, pp. 349-357; Conseguenze delle anestesie prolungate sulla conduzione nervosa, in Giorn. italiano di anestesia e analgesia, III [1937], pp. 193-197; Basi sperimentali per una anestesia endopleurica, ibid., IV [1938], pp. 421-462), con la collaborazione dei suoi allievi impresse un impulso decisivo al progresso dell'anestesiologia, che considerava una disciplina indispensabile al miglioramento dei risultati operatori (La valutazione della resistenza dell'operando (Relazione al IV Congresso della Soc. italiana di anestesiologia, Trieste 1952), in Minerva anestesiologica, XX [1954], 2, pp. 49-81, in collab. con S. Occhipinti - C. Bianchi). Iniziò a interessarsi della fisiopatologia vascolare in considerazione della possibilità di utilizzare la via endoarteriosa per l'inoculazione di farmaci o di mezzi di contrasto per la diagnostica angiografica (in collab. con G. Enria: L'arterioterapia nella pratica clinica, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Catania, XII [1944], pp. 441-444; Terapia endoarteriosa, Torino 1947) e per rimuovere le embolie, evitando in tal modo l'esecuzione di interventi demolitori (Considerazioni cliniche e terapeutiche sulle embolie delle arterie degli arti, in Boll. della Soc. medico chirurgica di Catania, XVI [1948], pp. 198-200); collaborò poi con Dogliotti, utilizzando una vasta casistica, alla messa a punto di procedimenti chirurgici per il trattamento delle arteriopatie obliteranti periferiche, basati su una razionale classificazione eziopatogenetica di tali forme morbose (Terapia chirurgica delle arteriopatie obliteranti periferiche croniche, in Arch. ed Atti della Soc. italiana di chirurgia, LI Congresso, 1949, I, Relazioni, Roma 1949, pp. 9-211), richiamando l'attenzione sull'importanza del circolo collaterale e la possibilità di eseguire innesti vascolari (Fisiopatologia del circolo collaterale arterioso, in Minerva medica, XLII [1951], 1, pp. 265-271; La terapia chirurgica delle obliterazioni arteriose croniche con l'uso di innesti venosi autoplastici, in Minerva chirurgica, VII [1952], pp. 659-663); condusse accurati studi sulle anomale comunicazioni artero-venose degli arti inferiori, in seguito ai quali individuò e descrisse tre quadri clinici caratterizzati da sintomatologia algica urente a carico della metà posteriore (sindrome I di Malan), della parte anteriore (sindrome II di Malan, o sindrome di Malan-Lanzara) e dell'intera pianta del piede (sindrome III di Malan) in dipendenza di anomalie funzionali presenti nei territori di vascolarizzazione, rispettivamente, delle arterie tibiale posteriore, tibiale anteriore, interossea (Syndrome fonctionnel de l'artère tibiale antérieure du à une dérivation sanguigne à travers les communications artério-veineuses du talon, in La Presse medicale, LXII [1954], pp. 1447 s.; Patologia delle comunicazioni artero-venose della pianta del piede, in Boll. e memorie della Soc. piemontese di chirurgia, XXV [1955], 3, pp. 213-228; Syndromes fonctionnels du membre inférieur dus aux communications artério-veineuses de la plante du pied, in Lyon chirurgical, L [1955], pp. 641-653; Sindrome ischemica degli arti inferiori da dilatazione delle comunicazioni artero-venose della pianta del piede, in Minerva chirurgica, XI [1956], pp. 26-30; La sindrome emodinamica da comunicazioni artero-venose, in Arch. ed Atti della Soc. italiana di chirurgia, LXIII Congresso, Torino, 1961, Roma 1961, 1, pp. 321-351; si veda anche G.S. Donati - R. Cortinovis, Malattie delle anastomosi artero-venose, in Trattato italiano di medicina interna, diretto da P. Introzzi, VI, Firenze-Roma 1965, pp. 1464 s.). Un così vasto e stimolante campo di indagine offrì inoltre al M. e ai suoi allievi l'opportunità di introdurre nuovi strumenti per la rilevazione della fenomenologia ematocinetica (per es. La pletismografia digitale nella diagnostica e nella prognostica delle arteriopatie periferiche, in Medicina, IV [1951], pp. 497-518, in collab. con A. Puglionisi) e di documentare gli effetti della soppressione dell'innervazione simpatica sulla regolazione del tono vasale nelle arteriopatie periferiche (Interventi sul simpatico, in Trattato di tecnica operativa, fondato da O. Uffreduzzi e diretto da A.M. Dogliotti, II, 2, Torino 1955, pp. 239-292; Effects de la ganglionéctomie lombaire sur la fonction vasculaire, in Acta neurovegetativa, XIV [1956], pp. 190-203, in collab. con A. Puglionisi).
Trasferito all'Università di Milano, il M. vi diresse le cattedre e gli istituti di patologia speciale chirurgica e propedeutica clinica dal 21 dic. 1964 e di II clinica chirurgica generale e terapia chirurgica dal 1 nov. 1968 nonché, dal novembre del 1967, le scuole di specializzazione in angiologia e in angiologia e chirurgia vascolare; il 23 dic. 1964, inoltre, fu nominato primario onorario degli Istituti ospitalieri. Nella nuova e definitiva sede proseguì i suoi studi sulla patologia e sulla clinica chirurgica dei vasi sanguigni, formando una schiera di validi allievi e istituendo uno dei primi centri per lo studio e la cura delle malattie vascolari, ritenuto il maggiore in Italia e uno dei più importanti in Europa; in stretta collaborazione con il clinico medico G. Melli, studioso dei problemi immunologici, eseguì numerosi interventi di ricostruzione arteriosa, la moderna tecnica chirurgica che si andava affermando in quegli anni in Italia e all'estero. Cominciò anche a interessarsi alla chirurgia dei trapianti e il 22 maggio 1969, in collaborazione con l'équipe chirurgica di E. Lasio, eseguì un trapianto di rene, il primo operato a Milano; trovatosi in breve tempo, in conseguenza del progressivo aumento delle richieste, a dover fronteggiare complessi problemi organizzativi riguardanti soprattutto le liste d'attesa e le modalità di prelievo e di trapianto degli organi, in considerazione anche dell'esperienza maturata da altri Paesi, nel 1974, in collaborazione con P. Confortini e G. Sirchia, decise di dar vita a un programma collaborativo tra le regioni Lombardia e Veneto, definitivamente formalizzato due anni più tardi con l'istituzione di una associazione di operatori, denominata Nord Italia transplant program (NITP). Nella sua clinica furono eseguiti in pochi anni numerosi interventi di trapianto renale, complessivamente ben 376 fino al 1978.
Tra i numerosi lavori pubblicati dal M. si ricordano: in collaborazione con A. Puglionisi, Congenital angiodysplasias of the extremities, I, Generalities and classification; venous dysplasias, in Journal of cardiovascular surgery, V (1964), pp. 87-130; II, Arterial, arterial and venous, and haemolymphatic dysplasias, ibid., VI (1965), pp. 255-345; Approach to fluid dynamic problems in reconstructive vascular surgery, in Surgery, LVI (1969), pp. 994-1003, in collab. con G. Noseda - T. Longo; in collab. con U. Roberti et al., La nostra esperienza nel campo della chirurgia dei tumori del glomo carotideo, in Arch. ed Atti della Soc. italiana di chirurgia, LXXI Congresso, Torino, 1969, Roma s.d., II, pp. 285 s., e La nostra esperienza nel campo della chirurgia delle carotidi extracraniche, ibid., pp. 287 s.; Il trattamento chirurgico delle ostruzioni dell'aorta infra e soprarenale, in Minerva chirurgica, XXV (1970), pp. 229-236; Improved technique for aorto-renal reconstruction: a haemodynamic approach, in Clinical science and molecular medicine, XLV (1973), suppl. 1, pp. 315 s., in collab. con U. Ruberti e A. Vegeto; Vascular malformations (Angiodysplasies), Milan 1974; Problemi connessi al trapianto renale. Esperienze del Centro trapianti di Milano. Introduzione e problemi organizzativi, in Minerva chirurgica, XXX (1975), pp. 845 s.; Problemi connessi. Risultati e conclusioni, ibid., pp. 880 s.; Il nostro trattamento della arteriopatia diabetica pura e della arteriopatia aterosclerotica nel diabetico, in Minerva cardioangiologica, XXIV (1976), pp. 253-259, in collab. con N. Tomassini e altri. Oltre a vari atti di congressi, il M. curò la pubblicazione di A.C. Perret, Chirurgia d'urgenza e tecniche operatorie. Prima edizione italiana sulla prima originale, Milano 1956, di Quadri arteriografici, ibid. 1958, e, in collab. con G.S. Donati e G. Nicolosi, della prima edizione italiana di R. Warren, Chirurgia, ibid. 1971-72. Tra i suoi scritti si ricordano ancora: L'intervento chirurgico nel vecchio, Fidenza 1955, in collab. con S. Serrano e A. Aroldi; L'ostruzione intestinale (fisiopatologia e clinica), Roma 1959, in collab. con A. Aroldi et al.; Aspetti sociali delle vasculopatie, in Scritti in onore di G. Ceccarelli, Padova 1959, pp. 605-630, in collab. con F. Aschieri; Malattie del mediastino, in Manuale di patologia chirurgica, diretto da G. Ceccarelli, II, 1, Padova 1967, pp. 287-336; Gli aneurismi dell'aorta addominale, Torino 1971, in collab. con G. Tiberio; Chirurgia vascolare, in Trattato di tecnica chirurgica, fondato da O. Uffreduzzi - A.M. Dogliotti, diretto da A.E. Paletto, ibid. 1980, pp. 594-1253.
Membro delle principali accademie e società chirurgiche italiane e straniere, fondatore con altri chirurghi della Società ligure di chirurgia e della Société européenne de chirurgie cardio-vasculaire, fu presidente di quest'ultima e della Società italiana e di quella lombarda di chirurgia, e vicepresidente delle Società italiane di trapianti d'organo e di angiologia. Professore onorario della facoltà di medicina dell'Università S. Maria del Rio Grande do Sul, ricevette nel 1973 il premio internazionale "La Madonnina" e "L'Ambrogino d'oro" dal Comune di Milano, nel 1974 la medaglia d'oro di benemerenza della Città di Milano e del ministero della Sanità, nel 1975 la Légion d'honneur. Collaborò alla redazione di vari periodici scientifici e fu caporedattore e coeditore del Journal of cardiovascular surgery, che con H. Haimovici e R. Deterling aveva fondato nel 1957.
Dal suo matrimonio con Fulvia Ezia Bianco ebbe la figlia Erika.
Sofferente di una cardiopatia, il M. decise di affidarsi all'équipe chirurgica dell'amico e collega M. DeBakey: recatosi a Houston, nel Texas, vi morì, dopo aver subito l'intervento, il 25 genn. 1978.
Al nome del M. fu intitolato il Centro cardiovascolare presso l'ospedale clinicizzato di San Donato milanese e alla sua memoria l'amministrazione comunale di Colorno, presso Parma, in occasione della VIII edizione delle "Giornate internazionali di chirurgia E. Malan" volle dedicare una sala della biblioteca presso il palazzo Ducale.
Fonti e Bibl.: Necr., in Giorn. di clinica medica, LIX (1978), pp. 344 s.; Minerva cardioangiologica, XXVI (1978), pp. 645 s.; Minerva chirurgica, XXXIII (1978), pp. 943 s.; La Ca' Granda, XIX (1978), 1, pp. 36 s.; E. Malan, Attività dell'istituto di patologia chirurgica negli anni accademici 1949-50 e 1950-51 e di clinica chirurgica negli anni 1951-52 e 1952-53, in Ateneo parmense, XXIV (1953), pp. 481-518; Id., Pubblicazioni personali (1932-1955) e degli allievi (1943-1955), Parma 1955; Università degli studi di Milano, Annuario a.a. 1977-78, Milano 1979, pp. 302-305; L. Sterpellone, Eponimia medica, Roma 1976, p. 284; G. Tattoni, Trentacinque anni di attività scientifica della scuola del prof. E. M., Maniago 1983; S. Occhipinti, Ricordo di E. Malan. Atti delle VI Giornate internazionali di chirurgia Edmondo Malan dedicate alla chirurgia cardiovascolare, I, "Chirurgia cardiaca", in Seminari di Colorno e Parma, XI (1991), pp. 27 s.; Aneddotica a ricordo del prof. M. Cerimonia inaugurale delle X Giornate internazionali di chirurgia Edmondo Malan, ibid., XIX (1999), 31, pp. 33-52; C. Bonessa, Diz. delle malattie eponimiche. Diagnosi e terapia, Milano 1999, p. 313; P. Pietri, L'arte della memoria. Ricordando E. Malan, in Il Lanternino, XXIII (2000), pp. 2-4; G. Cosmacini, Biografia della Ca' Granda. Uomini e idee dell'ospedale Maggiore di Milano, Roma-Bari 2001, pp. 242-246; G. Di Benedetto, Inaugurato il Padiglione Zonda nella sua completa ristrutturazione, in La Ca' Granda, XLV (2004), 1, pp. 12 s.; Il Policlinico. Milano e il suo ospedale, a cura di P.M. Galimberti - S. Rebora, Milano 2005, pp. 46, 121, 145-157, 196, 216, 224.