MILLAY, Edna St. Vincent
Poetessa americana, nata a Rockland (Maine) il 22 febbraio 1892.
Laureatasi nel 1917, pubblicò l'anno stesso il suo primo volume di liriche, Renascence and other poems, in cui cercò di esprimere attraverso emozioni personali la sua solidarietà col destino umano e con la bellezza dell'universo. In seguito, dal tono volutamente bohémien del volume A few figs from thistles, 1920, da un piano di poesia narrativa di The harp-weaver, 1923 e dai temi sociali di A buck in the snow, 1928, la M. passò a un tono decisamente personale, parlando delle sue emozioni amorose con grande sincerità e franchezza nella sequenza di sonetti Fatal interview, 1931, che se può far pensare ai Sonetti dal portoghese di E. Barrett Browning e a Modern Love di G. Meredith, resta nondimeno opera personale in un riconoscibile svolgimento drammatico e nell'espressione di un dolente pessimismo, e pose la M. tra le migliori poetesse americane.
Di carattere ideologico e polemico fu invece la successiva raccolta Conversation at mignight, 1937, che peraltro rimane uno scintillante giuoco intellettuale. Di nuovo personale, ma in modo calmo e pensoso, si è mostrata nel volume Huntsman, what quarry?, 1939. La sua opera poetica è stata raccolta in due volumi di Collected Sonnets, 1941 e Collected Lyrics, 1943. Incline a drammatizzarsi, a momenti di autocompassione, cade non di rado in un fraseggio facile, cui la fattura e la melodiosità del verso hanno procurato innumeri lettori. Ma il meglio della M. è da cercare nei momenti in cui il suo realismo e il suo romanticismo s'illuminano e integrano a vicenda in un'arte maggiormente disciplinata. La M. ha scritto anche novelle e varie opere drammatiche in versi, di cui alcune per musica.
Bibl.: C. Van Doren, Youth and wings, in Century, giugno 1923, pp. 310-16; A. E. Du Bois, E. St. V. M., in Sewanee Revue, gennaio-marzo 1935, pp. 80-104; Ch. Cestre, Les poètes américains, Parigi 1948, pp. 144-155.