FERRARI FONTANA, Edoardo
Nato a Roma l'8 luglio 1878 da Edoardo e Giuseppa Ferrari, compi gli studi classici e si iscrisse nel 1892 alla facoltà di medicina presso l'università di Roma, laureandosi nel 1901. Decise poi di impiegarsi come segretario presso il consolato italiano di Montevideo, spostandosi l'anno seguente presso quello di Rio de Janeiro.
Trasferitosi a Buenos Aires nel 1902, iniziò a studiare canto e nello stesso anno si esibì come dilettante in concerti fra amici e in manifestazioni canore di carattere amatoriale. Presto venne notato dagli impresari della compagnia di operette Zucchi e Ottonello, dai quali venne scritturato: cantò così per circa quattro anni nel paese sudamericano.
Tornò poi in Italia, dove firmò un contratto con la compagnia Città di Milano, in seno alla quale sostenne ruoli dalla tessitura piuttosto incerta tra quella baritonale e tenorile. Fu così che poté partecipare alla prima rappresentazione italiana dell'operetta Hans il suonatore di flauto di L. Ganne, messa in scena al teatro Dal Verme di Milano il 5 dic. 1907, ma poco tempo dopo lasciò la compagnia per dedicarsi a un più serio studio del canto. Il felice esito di un'audizione col giovane ma già affermato T. Serafin lo indusse a lasciare l'operetta e a perfezionarsi nel repertorio drammatico.
Fu probabilmente grazie a Serafin che il F. poté debuttare come tenore drammatico il 23 dic. 1919 al teatro Regio di Torino nel Tristano e Isotta di R. Wagner, in sostituzione di G. Borgatti, ammalatosi improvvisamente. Il successo fu tale che l'impresa del teatro Regio lo confermò per il marzo dell'anno successivo come protagonista del Guglielmo Ratcliff di P. Mascagni.
L'esito di questi due debutti gli aprì le porte di altri teatri, primo fra tutti il Comunale di Bologna, dove nell'ottobre 1910 fu protagonista del Tannhäuser di Wagner accanto a R. Stracciari (Wolfram); il mese seguente sulle stesse scene interpretò il personaggio di Pollione nella Norma di V. Bellini.
Nel dicembre dello stesso anno tornò al teatro Regio di Torino per cantare ne La vestale di G. Spontini (Licinio) e nuovamente nel Tannhäuser, in cui, nonostante la passione e il vigore d'accenti, venne criticato per "una certa esagerazione nel marcare troppo la sillabazione, caricando la frase musicale di eccessivo peso declamatorio a scapito del canto legato" (La Stampa, 4 febbr. 1911).
Il F. fece tesoro di tali riserve perché, quando nel marzo 1911 si presentò al pubblico del Regio nel Tristano e Isotta, si rivelò molto attento a dare al canto una linea più naturale e, di conseguenza, più sobria ed espressiva (ibid. 10 marzo 1911). Il mese seguente debuttò al teatro Costanzi di Roma nella prima ripresa dei Don Sebastiano di G. Donizetti, rappresentata in occasione dell'Esposizione musicale nell'aprile 1911: accanto a lui erano M. Battistini (Camoens) e Virginia Guerrini (Zaida). Questa volta le critiche furono unanimemente favorevoli e furono ammirate la bellezza della voce, le doti di freschezza, la dizione "di una chiarezza assolutamente non comune" (IlMessaggero, 14 apr. 1911). Ancora sulle scene del Costanzi partecipò pochi giorni dopo a un concerto straordinario, offerto dall'impresa dei teatro al Sindacato dei cronisti, interpretando Pollione nel primo atto della Norma con Giannina Russ.
Ormai definitivamente affermatosi nei teatri italiani, il 25 luglio 1911 diede inizio a una carriera internazionale, partecipando alla prima rappresentazione in Argentina de La fanciulla del West di G. Puccini nel ruolo di Dick Johnson, ruolo che alla prima assoluta al Metropolitan di New York (10 dic. 1910) era stato sostenuto da Enrico Caruso. Nel dicembre dello stesso anno era impegnato al teatro S. Carlo di Napoli nel Tristano e Isotta e nella Norma, che cantò nel gennaio del 1912; ambedue le produzioni lo videro accanto a Ester Mazzoleni nel ruolo della protagonista e sotto la bacchetta di L. Mugnone. Cantò più volte la Norma nel periodo tra febbraio e marzo 1912, dapprima al Regio di Torino e subito dopo al teatro alla Scala con Eugenia Burzio e diretto da T. Serafin, in cui venne apprezzato particolarmente per la sua capacità di svettare senza sforzo nel registro acuto, nonostante il timbro decisamente baritonale (Corriere della sera, 4 marzo 1912).
Il 26 giugno 1912 sposò in America la mezzosoprano ungherese Margarete Matzenauer, dalla quale divorziò nel 1917; nel 1919 sposò la cubana Edith Tallez. Il 10 aprile 1913 tornò al teatro alla Scala per prendere parte alla prima assoluta de L'amore dei tre re di I. Montemezzi, diretta da T. Serafiri, insieme con N. De Angelis e C. Galeffi, opera che replicò anche l'anno seguente accanto a C. Muzio.
Tra il 1913 e il 1914 intraprese una grande tournée in Nordamerica, che lo vide debuttare a Boston (ma le fonti non specificano in quale opera) e a New York, chiamatovi dal celebre impresario G. Gatti Casazza per interpretare L'amore dei tre re nella sua prima rappresentazione americana, che venne diretta da A. Toscanini, con Lucrezia Bori (Fiora) e Pasqule Amato (Manfredo). A partire da questo periodo le notizie riguardanti la carriera del F. si fanno sempre più scarse; si sa che nella stagione 1915-16 cantò all'Opera di Chicago e che nel 1920 colse grandi successi al Colón di Buenos Aires in Tristano e Isotta e ne La Walkiria di Wagner; in seguito continuò a cantare in Canada finché si ritirò dalle scene nel 1926 e si dedicò all'insegnamento a Toronto, dove morì il 14 luglio 1936.
Artista di grande sensibilità e intelligenza, era dotato di voce ampia e timbrata, dal timbro scuro, che, sebbene giudicata da alcuni critici poco estesa e poco portata al canto legato, aveva una purezza di intonazione e una chiarezza di dizione che le permettevano una splendida vigoria d'accenti, specialmente nei declamati dai quali ricavava effetti sorprendenti (La Tribuna, 14apr. 1911). Tali qualità gli permisero di eccellere nel repertorio cosiddetto "eroico", in particolare nei personaggi epicheggianti come quelli wagneriani: Tristano, Tannhäuser, Parsifal, Siegmund, Siegfried e Lohengrin, che fu il primo fra gli italiani a cantare anche nella lingua originale.
Il suo repertorio comprendeva inoltre Pagliacci di R. Leoncavallo, Carmen di G. Bizet, Aida di G. Verdi, Sanson et Dalila di C. Saint-Saëns, Cavalleria rusticana di Mascagni e Igioielli della Madonna di E. Wolf Ferrari. Nel 1915 incise per la Columbia arie tratte da Igioielli della Madonna, Otello di Verdi, Carmen di Bizet, Tristano e Isotta, Pagliacci, nonché dal Lohengrin, per la casa discografica Odeon-Bruno.
Fonti e Bibl.: Recensioni in Corriere della sera, 13 dic. 1907; La Stampa, 14 marzo 1910; 18 marzo 1910; 4 febbr. 1911; 10 marzo 1911; La Tribuna, 14 apr. 1911; 3 apr. 1911. C. Gatti, Il teatro alla Scala nella storia e nell'arte, Milano 1964, I, pp. 248, 251 s., 254; II, pp. 71 ss.; Le grandi voci, a cura di R. Celletti, Roma 1964, p. 274; V. Frajese, Dal Costanzi all'Opera, Roma 1978, III, p. 44; IV, p. 107; L. Trezzini, Due secoli di vita musicale a Bologna, II, Bologna 1987, pp. 139 s., 143; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, p. 205; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Supplemento, p. 229; The Macmillan Encyclopedia of music and musicians, p. 569; The Internat. Enciclopedia of music and musicians, p. 684.