EDOARDO III, Re d'Inghilterra
Primogenito di Edoardo II d'Inghilterra e di Isabella di Francia, E., nato a Windsor nel 1312, fu incoronato re nel 1327, in seguito all'abdicazione del padre. Assunto il potere nel 1330, dopo un periodo di reggenza della madre, avanzò pretese al trono di Francia, assumendone il titolo di re nel 1340; nel 1360, però, con il trattato di Calais, rinunciò a ogni pretesa al regno di Francia, pur annettendo all'Inghilterra Calais, il Ponthieu e l'Aquitania. E. morì a Sheen nel 1377.Le prime opere direttamente legate a E. sono due manoscritti che gli furono offerti tra il 1326 e il 1327, quando era ancora adolescente: una raccolta di testi letterari che annoverava anche il Trésor di Brunetto Latini e il Roman de Fauvain (Parigi, BN, fr. 571), dono di fidanzamento nel 1326 dei consiglieri di Filippa di Hainaut, futura sposa di E., e il trattato De nobilitatibus, sapientiis et prudentiis regum, scritto nel 1325-1327 (Oxford, Christ Church Lib., 92), presentatogli dall'autore Walter de Milemete nel 1327. Entrambi i codici, splendidamente miniati, contengono i ritratti di E., della madre Isabella e della consorte Filippa. Sarebbero inoltre da riferire a E. e a Isabella i ritratti dipinti in un salterio datato al 1325-1335 (Oxford, Bodl. Lib., Douce 131).Si conservano anche due salteri, stilisticamente divergenti tra loro, appartenuti a Filippa di Hainaut; il primo (Londra, Dr. Williams's Lib., Ancient 6) fu probabilmente eseguito subito dopo il matrimonio con E., celebrato nel 1328, da un artista i cui modi si avvicinano a quelli del Salterio Queen Mary, degli inizi del sec. 14° (Londra, BL, Royal 2.B.VII); il secondo (Londra, BL, Harley 2899), molto più tardo, è forse da attribuire a Roberto, miniatore personale di Filippa, documentato tra il 1343 e il 1350. Questo manoscritto si mostra influenzato artisticamente dalla produzione francese di metà secolo e presenta in parte quel ductus raffinato e calligrafico che divenne il tratto peculiare della miniatura inglese del pieno Trecento, in particolare dei codici commissionati dalla famiglia Bohun.Ritratti ufficiali di E. compaiono inoltre nei grandi sigilli reali. Nel secondo grande sigillo del 1327 (per. es. Durham, Cathedral, Dean and Chapter, 1.4.Reg.2), che nella formulazione riprende quello di Luigi X di Francia (1314-1316), è evidente l'influenza esercitata dalla regina madre, Isabella di Francia, nel periodo della sua reggenza (1327-1330). Il sesto dei grandi sigilli del 1340 (Londra, BL, Loose seal XXXVI.4), sia per le forme delle architetture sia per lo stile delle figure, è da mettere in relazione con opere fiamminghe; in questo sigillo il giglio di Francia è inquartato nello scudo inglese, motivo araldico adottato da E. in quell'anno; ciò costituiva una chiara affermazione delle sue rivendicazioni al trono di Francia, che portarono, nel 1339, allo scoppio della guerra dei Cento anni.Le pitture murali un tempo nella cappella di S. Stefano nel palazzo londinese di Westminster, del 1350-1363, sono testimoniate soltanto da frammenti (Londra, British Mus., Trustees) e da una copia ad acquerello del ciclo effettuata prima dello stacco da Richard Smirke nel 1800 ca. (Londra, Society of Antiquaries). Essi consentono comunque di valutare come l'impostazione spaziale dei dipinti, che raffigurano i membri della famiglia reale, potesse adeguatamente confrontarsi con le opere eseguite all'epoca in Europa. Le pitture mostrano un fine modellato realizzato a olio e tempera su fondo preparato in biacca, tecnica molto avanzata rispetto a quella di solito in uso nel continente. È possibile distinguere la mano di due maestri: quella di Ugo di St Albans, pittore a conoscenza di modelli italiani, come rivelano l'impostazione e la tipologia delle teste di alcune figure, e quella di un artista i cui modi trovano riscontro nella miniatura fiamminga del sec. 14° (per es. nel Roman d'Alexandre, del 1338-1344; Oxford, Bodl. Lib., 264).Gli angeli del Giudizio finale sulla parete orientale della sala capitolare nell'abbazia di Westminster a Londra, anch'essi del tempo di Ugo di St Albans, presentano testa larga, mento ampio e occhi piccoli, secondo i dettami della pittura italiana della metà del Trecento e sono da mettere in relazione con i dipinti frammentari del baldacchino del sepolcro di Edoardo, principe di Galles, detto il Principe Nero, primogenito di E., nella cattedrale di Canterbury (1376).La tomba del Principe Nero con il giacente in rame (1377-1380), quella in marmo di Filippa di Hainaut, acquistata da Jean de Liège nel 1367 (Londra, abbazia di Westminster), e quella in rame di E., del 1377-1380 (Londra, abbazia di Westminster), costituiscono importanti esempi di come la visione idealizzata del defunto, individuabile già nelle effigi di Enrico III e di Eleonora di Castiglia, del 1291-1293 (Londra, abbazia di Westminster), andasse evolvendo, dopo l'arrivo in Inghilterra del monumento funerario di Jean de Liège, verso una ritrattistica più verista. Infatti il modello in legno per la statua giacente di E., ricavato probabilmente da una maschera di cera utilizzata per il funerale del re, raffigura sul lato sinistro del volto gli effetti della malattia che lo aveva colpito in tarda età; nonostante lo scultore abbia attenuato i segni delle deformazioni fisiche nella realizzazione in rame del giacente, il modello venne seguito piuttosto fedelmente.Durante il regno di E. si ebbe in architettura l'evoluzione del decorated style verso le forme del perpendicular style, soprattutto nella ricostruzione del coro della cattedrale di Gloucester (ca. 1330) e della maestosa torre d'incrocio, con pianta ottagonale, della cattedrale di Ely (ca. 1334).Questo fu uno dei più importanti periodi dell'arte inglese anche per la scultura e per la pittura, che intrapresero nuove vie di ricerca. Nel Salterio Luttrell, del 1340 ca. (Londra, BL, Add. Ms 42130), e nei manoscritti commissionati dalla famiglia Bohun (per es. il Salterio di Humphrey, del 1350-1360; Vienna, Öst. Nat. Bibl., 1826) si riflettono sperimentazioni di carattere illusionistico e di microarchitettura, presenti anche sulla facciata delle cattedrali di Exeter (1350-1365) e di Lincoln (1360-1380). Inoltre le vetrate delle cattedrali di Gloucester e di York non hanno confronto in Europa per l'impiego più aggiornato della grisaille e del giallo a 'macchie di argento', che permetteva di evidenziare parti di vetrata senza piombatura.
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