Uomo politico francese (Troyes 1872 - Lione 1957). Militante nel partito radicale socialista, tra le due guerre fu più volte ministro e presidente del Consiglio (1924-25, 1926, 1932). Dopo la sconfitta militare della Francia (1940), come presidente della Camera dei deputati si schierò per la resistenza a ogni costo. Deportato in Germania (1944), nel dopoguerra fu a lungo (1947-54) presidente dell'Assemblea nazionale.
Prof. di lettere prima a Nantes, in seguito a Lione, fu eletto sindaco di questa città per la prima volta nel 1905. Militando nel partito radicale socialista, fu senatore nel 1912, ministro dei Lavori pubblici (1916-17) nel gabinetto A. Briand. Nel 1919 passò alla Camera dei deputati. La vittoria nelle elezioni del 1924 del suo partito lo portò alla presidenza del Consiglio (14 giugno 1924 - 16 aprile 1925). Presidente d'un brevissimo ministero (21-23 luglio) nel 1926, fu poi per due anni (1927-28) ministro della Pubblica istruzione nel governo di concentrazione repubblicana di R. Poincaré. Presidente onorario del suo partito, sostenitore della laicità dello stato, fu ancora presidente del Consiglio (giugno-dicembre 1932) o ministro in altri gabinetti, e sempre parlamentare influente, a lungo presidente della Camera dei deputati. In tale carica si schierò per la resistenza a ogni costo nella crisi del giugno 1940: sottoposto a provvedimenti restrittivi dal 1942, nel 1944 fu deportato in Germania. Ritornato, riprese la lotta politica nelle file del partito radicale, ma in posizione di indipendenza (opposizione alla Comunità europea di difesa). Eletto alla presidenza dell'Assemblea nazionale del genn. 1947, vi rimase fino al 1954 quando decise di non riproporre, per motivi di salute, la propria candidatura.
Membro dell'Accademia francese dal 1946, è autore di eleganti saggi su Madame Récamier e su Beethoven e di un libro di sue memorie, Jadis (1948-52). Ha scritto anche una documentata storia di Lione (Lyon n'est plus, 4 voll., 1937-40).