ROD, Édouard
Scrittore svizzero di lingua francese, nato a Nyon (nel cantone di Vaud) il 31 marzo 1857, morto a Grasse (Alpi Marittime) il 29 gennaio 1910. Studiò a Losanna, a Bonn e a Berlino; indi iniziò a Parigi la sua vita letteraria, accostandosi alla scuola realista e pubblicando i primi suoi romanzi, fra cui La femme d'Henri Vanneau (1884) e La Course à la Mort (1885). Chiamato all'università di Ginevra nel 1886, v'insegnò letterature moderne e preparò i saggi critici su Dante (1891), Stendhal (1892), Lamartine (1893); ma nel 1893 rinunziò alla cattedra per ritornare a Parigi e dedicarsi interamente all'opera sua di scrittore.
Un successo notevole aveva riportato col romanzo Le sens de la vie (1889), a cui seguirono, ispirati a una meditazione intensa e proba della vita morale, La vie privée de Michel Tessier (1893), La seconde vie de Michel Tessier (1894), Le Silence (1894), Les Roches blanches (1895), Les Scènes de la vie suisse (1896), Dernier refuge (1896), Au milieu du chemin (1900), Mademoiselle Annette (1901), L'Eau courante (1902), L'ombre s'étend sur la montagne (1907), Le glaive et le bandeau (1910), e molti altri romanzi e novelle. Della sua estesa conoscenza delle letterature europee diede prova con le Études e Nouvelles études sur le XIXe siècle (1888 e 1898), con l'Essai sur Goethe (1898), L'affaire Jean-Jacques Rousseau (1906). Visitò a più riprese l'Italia, ne studiò con viva e profonda simpatia la storia e trattò degli scrittori italiani, specialmente contemporanei (Carducci, De Amicis, Fogazzaro, Boito, Giacosa, D'Annunzio, Ada Negri, G. Deledda, ecc.), in numerosi articoli sulla Revue des Deux Mondes e in altri periodici stranieri; tradusse in francese I Malavoglia del Verga (1900).
Bibl.: Ch. Beuchat, É. R. et le Cosmopolitisme, Parigi 1930.