EDUI (lat. Aedui)
Popolo della Gallia Celtica, ricco e potente. Occupava fra la Loira e la Saône un territorio corrispondente press'a poco ai dipartimenti della Saône-et-Loire, della Nièvre e, in parte, della Cote-d'Or e dell'Allier. I loro vicini erano a nord i Lingones e Carnutes, ad ovest i Bituriges, ad est, separati dalla Saône, i Sequani, a sud i Segusiavi e gli Ambarri, che erano loro clienti. Il paese presenta due aspetti diversi: nella pianura della Saône, dove fiorivano le città di Matisco (Mâcon) e di Cabillonum (Chalon-sur-Saône), feraci culture; dietro, il massiccio montagnoso dei Morvan, dominato da un oppidum vastissimo e inespugnabile, Bibracte, oggi il MontBeuvray, che era la città capitale della nazione edua. Scavi eseguiti dal 1868 in poi sull'altipiano hanno fatto ritrovare parte delle mura di difesa, e accertato che la città era centro importantissimo, anche in epoca romana, d'industria metallurgica, di oreficeria e smaltatura. Ivi si adorava la Dea Bibracte, divinità di una fontana donde l'oppidum attinse il nome. Il popolo eduo era governato da un magistrato elettivo, unico e annuale, che si chiamava vergobretos; non aveva il diritto di uscire dalla città, quindi era magistrato puramente civile che non poteva comandare l'esercito in campagna. Come nelle altre città galliche, il vergobreto era assistito da un senato.
La posizione strategica e commerciale degli Edui era eccellente: tenevano le vie che uniscono il bacino della Loira con quello della Saône da una parte, con quello della Senna dall'altra: le comunicazioni più comode fra nord e sud, fra Mediterraneo e Oceano, passano attraverso la Borgogna, che era proprio il loro paese. Erano quindi invidiati dai popoli vicini. Quando i Romani ebbero fondato in Gallia la provincia della Gallia Narbonese e vinto il re arverno Bituito, trovarono facilmente negli Edui degli alleati (121 a. C.), cui conferirono il titolo eccezionale di "fratelli e consanguinei del popolo romano". L'alleanza servì sommamente gl'interessi politici e commerciali di Roma, e diede d'altra parte agli Edui il primo posto fra i popoli della Gallia. Però gli Arverni, uniti ai Sequani, formavano una fazione rivale che, dopo i molti anni di lotta, sentendosi sopraffatta, chiese l'aiuto dei Germani: Ariovisto, re dei Suebi, entrò in Gallia e gli Edui furono vinti.
Diviziaco, nobile eduo, druida e capo del partito romano, andò a Roma a richiedere il soccorso del senato (63 a. C.). Quando Cesare intervenne in Gallia, gli Edui l'accolsero come un salvatore: fu Diviziaco che invocò l'aiuto di Cesare, vincitore deili Elvezî, contro Ariovisto. Nei primi anni della conquista, gli Edui furono fedeli alleati di Cesare; ma nel corso dell'insurrezione nazionale del 52 lo tradirono; Bibratte diventò il quartiere generale dei popoli confederati; sembra però che non fossero stati per Vercingetorige alleati irreprensibili. Sotto l'Impero, il paese eduo fu compreso nella provincia gallica della Luġdunese. Augostodunum (vedi autun) sostituì l'antica Bibratte e diventò una delle città gallo-romane più prospere, finché fu distrutta da Tetrico. La fonte più informata sugli Edui è il De bello gallico di Giulio Cesare.
Bibl.: C. Jullian, Histoire de la Gaule, II, Parigi 1908, pp. 535-40; III, Parigi 1909, pp. 28, 137 seg., 162 seg.; Hirschfeld, in Corp. Inscr. Lat., XIII, p. 400; E. Espérandieu, Recueil général des bas-reliefs de la Gaule romaine, III, Parigi 1910, p. 49 seg. - Sulla forma del nome, v. A. Holder, Altkeltischer Sprochsschatz, Lipsia 1891-1908, s. v. Aidous.