Anhalt, Edward
Sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense, nato a New York il 28 marzo 1914 e morto a Pacific Palisades (California) il 3 settembre 2000. Ammirato per la padronanza del mestiere e per la versatilità, lavorò per più di cinquant'anni nell'industria cinematografica hollywoodiana ottenendo due premi Oscar: nel 1950 con Panic in the streets (Bandiera gialla) di Elia Kazan e nel 1964 con Becket (Becket e il suo re) di Peter Glenville. Scrisse soggetti e sceneggiature originali, spesso in collaborazione con sua moglie Edna (1950-1957), e soprattutto adattò opere letterarie e teatrali di grande successo.
Durante il corso di giornalismo frequentato alla Columbia University, A. girò alcuni documentari occupandosi anche della loro produzione. Negli anni 1937-38 fu tra i primi a sperimentare l'uso del colore per la televisione; l'esperienza televisiva si rivelò utile per il suo lavoro cinematografico perché gli fornì una conoscenza approfondita degli strumenti tecnici e degli elementi necessari per creare un racconto visivo basato su una solida struttura e su un buon ritmo narrativo. Esordì nel cinema nel secondo dopoguerra, con la Columbia Pictures e la Fox, e fin dall'inizio si manifestò il suo talento e l'interesse per la scrittura di film appartenenti al genere giallo, gangster e d'azione: Strange voyage (1945), Avalanche (1946; per il quale venne accreditato con lo pseudonimo Andrew Holt) entrambi diretti da Irving Allen, Bulldog drummond strikes back (1947) di Frank McDonald, The gentleman from nowhere (1948) di William Castle e The crime doctor's diary (1949) di Seymour Friedman. Nel 1950, insieme alla moglie, scrisse il soggetto per Panic in the streets, thriller dalle ambientazioni e atmosfere noir. La sua collaborazione con Edward Dmytryk iniziò nel 1952 con il soggetto per The sniper (Nessuno mi salverà, per il quale ottenne una nomination all'Oscar), uno dei primi ritratti di serial killer del cinema americano, e proseguì nel 1958 con la sceneggiatura di The young lions (I giovani leoni), basata sul romanzo di I. Shaw, in cui A. diede prova di una profonda sensibilità drammatica valorizzata dalla superba interpretazione di Marlon Brando. Oltre a The sniper, anche The member of the wedding (1952) di Fred Zinneman fu prodotto da A. con Stanley Kramer, che divenne poi il regista di due suoi adattamenti: Not as a stranger (1955; Nessuno resta solo), dal romanzo di M. Thompson, e The pride and the passion (1957; Orgoglio e passione), dal romanzo di C.S. Forester. In deroga alla sua consueta fedeltà al testo originale, nell'adattamento del dramma di J. Anouilh, Becket, A. ne modificò l'impianto, sviluppando il rapporto di amicizia e di potere fra re Enrico II (Peter O'Toole) e Thomas Becket (Richard Burton), e lasciando in secondo piano l'aspetto problematico e filosofico del testo teatrale. Dopo una breve incursione nel musical con Girls! Girls! Girls! (1962; Cento ragazze e un marinaio) di Norman Taurog e la commedia Boeing boeing (1965) di John Rich, A. tornò al genere giallo con The Boston strangler (1968; Lo strangolatore di Boston) di Richard Fleischer. Basandosi sulla ricostruzione fatta da G. Frank di un episodio di cronaca avvenuto a Boston negli anni Sessanta, A. lavorò sia sulla struttura del film, narrativamente diviso in tre parti, sia sul personaggio, contribuendo così al rinnovamento della figura del serial killer, un uomo dall'aria insospettabile che si rivela un omicida. Avvicinatosi al western con John Sturges (Hour of the gun, 1967, L'ora delle pistole ‒ Vendetta all'OK Corral), diede un contributo significativo alla revisione del genere, già cominciata a metà degli anni Sessanta, scrivendo nel 1972, insieme a John Milius, Jeremiah Johnson (Corvo rosso non avrai il mio scalpo) di Sydney Pollack. Riuscendo a trovare il giusto equilibrio fra film d'avventura e documentario, i due sceneggiatori modificarono lo stereotipo degli indigeni amerindi presentandoli come rappresentanti di una cultura dalle peculiari specificità e non inferiore a quella dei bianchi. Dopo il film di guerra Escape to Athena (1979; Amici e nemici) di George Pan Cosmatos, e il film d'azione Green ice (1981; Ghiaccio verde) di Ernest Day, A. tornò a lavorare con John Frankenheimer per il quale, nel 1961, aveva già adattato un romanzo di E. Hunter realizzando la sceneggiatura del film giudiziario di impegno civile The young savages (Il giardino della violenza). Nel 1985, insieme a George Axelrod, scrisse così il suo ultimo film, d'avventura e d'azione, tratto da un romanzo di R. Ludlum, The holcroft covenant (Il ritorno delle aquile).
W. Froug, in The screenwriter looks at the screenwriter, New York 1972; N. Roddick, in American screenwriters, Detroit 1984.