CUMMINGS, Edward Estlin
Poeta, narratore, critico e pittore statunitense, nato a Cambridge (Massachusetts) il 14 ottobre 1894, morto a North Conway (New Hampshire) il 3 settembre 1962. Laureatosi ad Harvard, nel 1917 si arruolò nel corpo di spedizione della Croce Rossa statunitense e partì per la Francia. Accusato, probabilmente a torto, di spionaggio a favore dei Tedeschi, venne arrestato dalle autorità francesi.
Da questa amara esperienza nacque il suo unico romanzo, The enormous room (1922; trad. it., 1963), in cui, con modalità a tratti già tecnicamente sperimentali, è testimoniata la sua scoperta dei valori − solo apparentemente ordinari − della solidarietà e della quotidianità di contro alle assurdità della società costituita e alle crudeltà della guerra. Tra il 1920 e il 1937 C. visse per lunghi periodi in Europa.
Il suo primo volume di poesie, Tulips and chimneys, è del 1923; lo seguirono: XLI poems (1925), is 5 (1926), W (Viva) (1931), No thanks (1935), 50 poems (1940), Xaipe (1950), Poems, 1923-1954 (1954), 95 poems (1958), 73 poems (1963). Fra le sue prose, particolare interesse rivestono Eimi (1933), resoconto di un viaggio in Russia, molto critico nei confronti della realtà sociale e politica di quel paese, e i: six non-lectures (1953), una raccolta di saggi. Nel 1927 scrive anche un dramma espressionista, Him; nel 1935 un balletto, Tom, ispirato a La Capanna dello zio Tom di H. Beecher Stowe, e nel 1946 Santa Claus, a morality. Nel 1957 ottiene il Bollingen Prize per la poesia. La sua vena pittorica si ritrova specificamente in un volume di disegni e acqueforti, CIOPW (1931), il cui titolo deriva dalle iniziali di charcoal, ink, oil, pencil e watercolor, i materiali usati.
Dalla pittura C. mutua − come del resto gran parte della poesia modernista − un'attenzione acuta per la forma grafica: minuscole, parentesi, punteggiatura, impaginazione hanno sempre un valore espressivo ed enfatico. Egli tenta, infatti, di riprodurre la simultaneità delle impressioni quali si realizzano nell'''eterno'' presente, nonché la dinamicità e la solidità del reale proprio grazie alla frammentazione della parola (perfino da un capo all'altro di una poesia), al trasferimento della parola da un ruolo grammaticale all'altro (i verbi sono spesso trattati come sostantivi e viceversa), alla curiosa invenzione di parole composte. Le parole diventano, allora ''oggetti'', acquistano una dimensione plastica nella cui semantica C. riesce talvolta a scavare per dilatarne le potenzialità referenziali, restando, però, talora vittima del puro virtuosismo tecnico, dell'effetto sorprendente ma superficiale, del gioco. In questi casi, egli si ferma al capriccio lezioso e stravagante, quando non, addirittura, al gusto infantile per i doppi sensi triviali. Nel trattare, invece, i temi lirici convenzionali (amore, natura, fede) C. mostra spesso un'esuberanza di moduli e di ritmi e una freschezza, una delicatezza, una precisione di linguaggio davvero incantevoli. Postuma (1965) è uscita una sua raccolta di fiabe, Fairy tales (trad. it., 1975). Nel 1973 è stata pubblicata l'edizione critica della sua opera poetica completa, Poems, 1905-1962, mentre una scelta delle sue lettere (Selected letters, a cura di F. W. Dupee e G. Stade) ha visto la luce nel 1969. Tra le traduzioni italiane ricordiamo inoltre: Poesie (1963); Tom (1967); Poesie e lettere (1974).
Bibl.: N. Friedman, E.E. Cummings: the growth of a writer, Carbondale (Illinois) 1964; B. A. Marks, E. E. Cummings, New York 1964; W. Eckley, Checklist of E. E. Cummings, Columbus (Ohio) 1970; E. E. Cummings: a collection of critical essays, a cura di N. Friedman, Englewood Cliffs 1972; C. Norman, E. E. Cummings: the Magic-Maker, New York 1972; I. R. Fairley, E. E. Cummings and ungrammar, ivi 1975; G. Lane, I am: a study of E. E. Cummings's poems, Lawrence (Kansas) 1976; R. M. Kidder, E. E. Cummings: an introduction to the poetry, New York 1979; R. S. Kennedy, Dreams in the mirror: a biography of E. E. Cummings, ivi 1980.