Yang, Edward (pinyin Yang Dechang)
Regista cinematografico taiwanese, nato a Shanghai il 6 novembre 1947. Insieme a Hou Hsiao-hsien, è il cineasta più rappresentativo della nouvelle vague affermatasi a Taiwan dagli anni Ottanta, in particolare per l'esplorazione del rapporto tra memoria e presente, individui e metropoli, destini immersi nella solitudine e architetture postmoderne della città di Taipei. Nel 2000 ha vinto il premio per la regia al Festival di Cannes con Yi Yi (1999; Yi Yi ‒ e uno… e due…).
Nel 1949, dopo la caduta del governo nazionalista di Jiang Jieshi (Chiang Kai-shek), si trasferì con i genitori, funzionari di Stato, a Taiwan. Dopo la laurea in ingegneria elettronica, si recò nel 1972 negli Stati Uniti per specializzarsi in informatica, e contemporaneamente approfondì le sue conoscenze cinematografiche seguendo un corso di regia alla University of Southern California di Los Angeles (1973). Lavorò quindi per sette anni alla University of Washington di Seattle, svolgendo ricerche nel settore informatico. Rientrato a Taiwan nel 1981, lavorò come sceneggiatore con Chan Hung-chih (pinyin Zhan Hongzhi) e Yu Wei-yan (pinyin Yu Weyan), che con lui avrebbero fondato nel 1989 la casa di produzione indipendente Yang and his gang filmmakers, e realizzò un telefilm in due parti (Fuping, 1981, Erba palustre).Il suo esordio nel cinema è avvenuto con il film collettivo Guanyin de gushi (1982, noto con il titolo In our time), di cui ha firmato l'episodio Zhiwang (Attese) sulla vicenda di un adolescente negli anni Sessanta e la brutalità del sistema educativo. Dopo aver lavorato a Hong Kong come sceneggiatore per alcune commedie popolari, è tornato a Taiwan per dirigere il suo primo lungometraggio, Haitan de yi tian (1983, noto con il titolo That day on the beach), in cui descrive l'estinguersi della civiltà contadina soffocata da un'urbanizzazione senza limiti, attraverso le storie di una famiglia ancorata alle tradizioni e di altre coppie, formate da giovani di città ribelli e sognatori. Gli spazi metropolitani hanno così acquisito sempre più rilievo nell'opera del regista: Qing mei zhu ma (1985, noto con il titolo Taipei story) ritrae una città e i suoi abitanti, raccontando l'amore tra una donna in carriera e un uomo che sogna un lavoro negli Stati Uniti. Le relazioni umane dei personaggi di Y. sono sempre nel segno di una crisi profondamente vissuta, come in Kongbu fenzi (1986, noto con il titolo The terrorizer). Guling jie shaonian sharen shijian (1991; A brighter summer day), melodramma ambientato nel mondo delle bande di strada giovanili, è una produzione di grandi mezzi che ricrea meticolosamente la Taipei del 1960, profondamente influenzata da sentimenti anticomunisti e dalla cultura americana; un periodo di forti contraddizioni politiche e sociali, che il film descrive con intelligenza, scegliendo di privilegiare il punto di vista degli adolescenti in grado di vivere con particolare sensibilità le tensioni dell'ambiente. Dal 1992 la sua società, preso il nome di Atom Films and Theatre, si è allargata anche a produzioni teatrali (tra cui due dirette da Y. nel 1992 e 1993). Il regista è poi tornato a fissare lo sguardo sulla Taipei contemporanea, sul vuoto che in ogni inquadratura segna la distanza tra i personaggi, tra i corpi e gli spazi, nei film corali Duli shidai (1995, noto con il titolo A confucian confusion), sospeso tra notte e giorno, grattacieli di vetro e ideali confuciani; Majiang (1996, noto con il titolo Mah-jong), commedia nera nella quale si incastrano, come nel gioco evocato dal titolo, i destini di un gruppo di cinesi e di stranieri, e Yi Yi, ritratto esemplare di una famiglia come tante, con problemi d'incomunicabilità e di convivenza (talvolta difficile) tra tradizione e desiderio di rinnovamento.
Taiwan: nuove ombre elettriche, a cura di M. Müller, Venezia 1988, pp. 125-34, 159-68; Taiwan: cinema degli anni Novanta, a cura di A. Aprà, Milano 1998, pp. 93-120.