FEUILLERE, Edwige
Feuillère, Edwige (nata Edwige Cunati)
Attrice teatrale e cinematografica francese, nata a Vesoul (Haute-Saône) il 29 ottobre 1907 e morta a Parigi il 23 novembre 1998. Benché le sue doti drammatiche e la sua bellezza malinconica siano state valorizzate molto di più sul palcoscenico che sullo schermo, la sua partecipazione ad alcuni film di rilievo la rese per un decennio, tra la fine degli anni Trenta e la fine degli anni Quaranta, l'attrice più popolare del suo Paese.
Dopo aver compiuto gli studi presso i conservatori di Digione e di Parigi, nel 1930 cominciò a recitare in teatro, in parti secondarie. Lo stesso anno si sposò con l'attore Pierre Feuillère, da cui si separò nel 1937, pur conservandone il cognome. Anche il suo debutto nel cinema, avvenuto in Cordon-bleu (1931) diretto da Karl Anton, non le consentì di interpretare ruoli importanti per alcuni anni, durante i quali recitò con lo pseudonimo di Coa Lynn. Il successo giunse infine nel 1935 con Golgotha (Golgota) di Julien Duvivier e, soprattutto, con Lucrèce Borgia (Cesare e Lucrezia Borgia) di Abel Gance, il primo film in cui ebbe una parte da protagonista e che fece scandalo per una sua scena di nudo. Ma il suo tipo di attrice stentava a definirsi, finché, dopo alcuni film commerciali, l'incontro con Max Ophuls sul set di Sans lendemain (1939; Tutto finisce all'alba) le consentì di delinearlo in quello della donna fatale suo malgrado, che portò poi anche sul palcoscenico. Dopo la Seconda guerra mondiale i suoi film, spesso diretti da registi famosi (Marcel L'Herbier, Jean Cocteau, Christian-Jaque), delinearono una nuova figura: quella della 'gran dama' dall'aspetto regale; consacrazione di questa immagine, e anche sua ultima grande interpretazione, fu la matura ma ancora affascinante signora che seduce un ragazzo in Le blé en herbe (1954; Quella certa età) di Claude Autant-Lara. Anche in occasione di questo film scoppiò uno scandalo. Al contrario della sua carriera teatrale, che proseguiva su livelli elevati, quella cinematografica si perse a partire dal 1954 in film minori, a eccezione di En cas de malheur (1958; La ragazza del peccato) di Autant-Lara; fino a quella sorta di 'omaggio alla carriera' che Le chair de l'orchidée (1974; Un'orchidea rosso sangue) di Patrice Chéreau rappresentò per lei e per altri 'mostri sacri' (Valentina Cortese, Simone Signoret, Alida Valli). In seguito si dedicò solo al teatro.
R. Kemp, Edwige Feuillère, Paris 1951; M. Mida, Edwige Feuillère e lo schermo, in "Sipario", giugno 1954, 98; A. Feydeau, Edwige Feuillère, Paris 1983.