DWINGER, Edwin Erich
Scrittore tedesco, nato a Kiel il 23 aprile 1898. Figlio d'un ufficiale di marina e d'una russa, mentre compiva gli studî ginnasiali fu inviato, appena sedicenne, al fronte orientale, rimanendo poche settimane più tardi gravemente ferito e prigioniero dei Russi. Nel 1918 fuggì dal campo di concentramento in Mongolia, dove era rinchiuso, e partecipò alla guerra civile fra bolscevichi e "guardie bianche" dalla parte di queste ultime; fatto prigioniero una seconda volta, riuscì nuovamente ad evadere stabilendosi, nel 1921, in Germania, dove tuttora risiede.
Le prime, drammatiche esperienze giovanili hanno lasciato una impronta decisiva nella produzione letteraria dello scrittore, cui fanno - spesso - anche da sfondo immediato, fin dalle prove iniziali ancora rivolte a una ricerca di "poesia pura", i romanzi Korsakoff (1926), in cui un principe russo fuggito di fronte alla rivoluzione trova la via del raccoglimento religioso e della natura in un atteggiamento di spirituale umiltà; Das letzte Opfer (1928), ritratto di una donna che cerca di restituire fiducia nella vita al marito, ufficiale dell'esercito ora smarrito nel caos del dopoguerra e Die zwölf Räuber (1931), dramma spirituale d'un ex-commissario bolscevico (ma cfr. anche il romanzo Das grosse Grab, 1920, e i racconti Zug durch Sibirien, 1934). La vena più autentica di D., per altro (e insieme il suo limite) è quella di "cronista" del suo tempo: nascono allora la trilogia Die deutsche Passion (Die Armee hinter Stacheldraht, 1929; Zwischen Weiss und Rot, 1930; Wir rufen Deutschland, 1932), ampio affresco che abbraccia i rapporti russo-tedeschi nel periodo 1915-1924, e i romanzi Die letzten Reiter (1935), sul corpo tedesco di spedizione in Curlandia nel 1919, e Auf halbem Wege (1939), sul putsch di Kapp e i moti della Ruhr. In seguito, il problema della presenza del bolcevismo sulla scena europea è diventato il tema sempre più assillante della sua produzione: da Und Gott schweigt...? (1936) e Spanische Silhouettess (1937) a General Wlassow (1951) Sie suchten die Freiheit (1952) e Die verlorenen Söhne (1956). Ma l'esperienza immediata e quotidiana degli anni cruciali 1939-1945 ispira a D. anche Der Tod in Polen (1940), Panzerführer (1941) e Wenn die Dämme brechen (1950); mentre nel romanzo avveniristico Es geschah im Jahre 1965 (1957) egli descrive i "quattro giorni che sconvolsero il mondo": la "cronaca" di una ipotetica terza guerra mondiale. Ricordiamo ancora, per completare il quadro della sua produzione narrativa, il racconto Das namenlose Heer (1935).
D. ha dato infine al teatro i drammi Die Namenlosen (1932), Wo ist Deutschland? (1933) e Der letzte Traum (1934).
Bibl.: F. Lennartz, Deutsche Dichter und Schriftsteller unserer Zeit, 8ª ed., Stoccarda 1959, pp. 170-171.