Porter, Edwin Stanton
Regista cinematografico statunitense, nato a Connellsville (Pennsylvania) il 21 aprile 1869 e morto a New York il 30 aprile 1941. Personalità poliedrica (lavorò anche come operatore, sceneggiatore, produttore) e padre del film narrativo, fu il maggiore innovatore, sul piano tecnico ed estetico, del cinema statunitense dei primi anni. I primati per lungo tempo riconosciutigli (primo film a soggetto, primo con un uso elaborato del montaggio, primo western) sono stati in seguito ridimensionati o relativizzati; rimane tuttavia indubbia la sua grande importanza nella storia del cinema, soprattutto per l'efficace impiego delle immagini alternate, finalizzato a sviluppare in maniera coerente e continuativa la narrazione e a creare un effetto di suspense. Nel corso della sua attività presso la Edison Manufacturing Company (1900-1909), pur mutuando gli elementi costitutivi fondamentali del linguaggio cinematografico da Georges Méliès e dai pionieri della Scuola di Brighton, li perfezionò, ne estese l'uso e li applicò a strutture drammatiche sempre più audaci, che culminarono nel celebre The great train robbery (1903; L'assalto al treno). La sua produzione nella seconda parte della carriera risultò invece decisamente più convenzionale, pur se diresse alcuni film che ottennero grande successo e contribuì a porre le basi dello studio system e dello star system.
Dopo aver abbandonato la scuola a soli quattordici anni e avere svolto i mestieri più vari, sviluppando quel vivo interesse per la tecnica che avrebbe caratterizzato la sua attività di uomo di cinema, si arruolò per tre anni nella marina militare. Trasferitosi a New York, il 23 aprile 1896 allestì il Koster & Bial's Music Hall per il primo spettacolo cinematografico della città, effettuato con il Vitascope. Nel 1898 fu assunto come proiezionista e responsabile della programmazione nella più importante sala newyorkese, l'Eden Musee Theatre, che utilizzava apparecchi Lumière, e iniziò ad acquisire familiarità con le strutture narrative, unendo brevi film in programmi a tema. Girò anche per conto proprio documentari e cinegiornali che vendeva a varie case di produzione, tra i quali The America's cup race (1899), dove utilizzò inediti effetti di controluce. Contemporaneamente, per costruire un nuovo proiettore, il Beadnell, aprì una propria azienda, la American Sportagraph Company, che però fu distrutta da un incendio.
Nel novembre 1900 fu assunto dalla Edison, dapprima come tecnico incaricato di perfezionare il proiettore Kinetoscope, e dal febbraio 1901 come direttore del primo studio al coperto dell'azienda dove lavorò come operatore e regista. Realizzò numerosi film lunghi due o tre minuti, che in parte documentavano fatti di cronaca, in parte costituivano microstrutture narrative che impiegavano trucchi fotografici ispirati a Méliès (sovraimpressioni, fermo-immagine, riprese in trasparenza, inquadrature multiple): da Pan-American exposition by night (1901), uno dei primi esempi di ripresa notturna, a Uncle Josh at the moving picture show (1902), forse il primo caso di metacinema. Passò poi a opere più lunghe ed elaborate, tra cui Jack and the beanstalk (1902), di cinque minuti, che faceva uso di scenografie accurate e di lastre di lanterna magica. Il loro successo lo indusse a girare tre film ancora più complessi sul piano visivo e su quello della costruzione narrativa. Accostando immagini di repertorio sull'attività dei pompieri alle riprese di una donna e un bambino assediati dal fuoco, realizzò The life of an American fireman (1902) di sei minuti, considerato il primo film narrativo americano, in cui impiegò, ispirandosi a Fire! (1901) di James Williamson, il primo piano, un primitivo montaggio e la dissolvenza incrociata. L'ambizioso Uncle Tom's cabin (1903) di diciotto minuti, la prima riduzione cinematografica del romanzo di H.B. Stowe, costituì solo in apparenza un ritorno al 'teatro filmato'. The great train robbery, un western di dodici minuti tratto dal dramma di S. Marble, segnò l'apice delle sue capacità creative ed ebbe un effetto travolgente sugli spettatori, anche per la celeberrima inquadratura (che gli esercenti potevano scegliere di collocare all'inizio o alla fine del film) del capo dei banditi (interpretato dall'attore George Barnes) che punta la pistola e spara in direzione dell'obiettivo (e dunque del pubblico); fu infatti costantemente campione d'incassi negli Stati Uniti fino al 1915.
Anche in altre opere di P. per la Edison si possono individuare novità sul piano estetico e linguistico. What happened in the tunnel (1903) è uno dei primi film in cui le dissolvenze hanno la funzione di ellissi temporali; in The ex-convict (1904) e The kleptomaniac (1905) il montaggio parallelo fu utilizzato come risorsa drammatica, nel primo per raffigurare ambienti diversi, nel secondo per criticare il diverso trattamento riservato dalla magistratura a ricchi e poveri; The seven ages (1905) presenta un uso pionieristico delle luci direzionali in funzione narrativa, che avrebbe influenzato Billy Bitzer, l'operatore di Griffith; The dream of a rarebit fiend (1906), The Teddy bears e College chums, entrambi del 1907, sono trionfi di trucchi ed effetti speciali, tra cui titoli animati, scene riprese 'a passo uno' e divisioni dello schermo in diversi riquadri. In seguito P. si concentrò soprattutto sugli aspetti organizzativi del lavoro cinematografico. Messo a capo del reparto produttivo dell'azienda, nel 1907 promosse la costruzione dei nuovi grandiosi Bedford Park Studios nel quartiere del Bronx, e supervisionò il lavoro di un folto gruppo di registi da lui formati, tra cui James Searle Dawley, insieme al quale firmò quasi tutti i suoi successivi film per la Edison; tra essi Rescued from an eagle's nest (1907), che vide il debutto di Griffith come attore, e Fireside reminiscences (1908), in cui una descrizione psicologica è ottenuta tramite la sovrapposizione nella stessa inquadratura di immagini diverse, quella del protagonista e quelle dei suoi ricordi.
Alla fine del 1909 lasciò la Edison per fondare con Joseph Engel e William H. Swanson una propria società, la Defender Pictures, dal 1910 Rex Film Company; per essa, dirigendo il lavoro di registi come Arthur C. Miller e Otis Turner, produsse e supervisionò oltre cento film (in media uno alla settimana: cfr. Balshofer, Miller 1967), alcuni dei quali girati da lui, come A heroine of '76 e Fate, entrambi del 1911. Nel 1912 fu, insieme ad Adolph Zukor, tra i fondatori della Famous Players Film Company, di cui divenne direttore generale, supervisore della produzione e tesoriere. Diresse inoltre, pur se con un linguaggio ormai antiquato, la maggior parte dei più prestigiosi e commercialmente fortunati lungometraggi dell'azienda: oltre a cinque con Mary Pickford, The prisoner of Zenda (1913), la prima delle numerose versioni cinematografiche del romanzo di A.J. Hope; The count of Monte Cristo (1913) tratto dal famoso romanzo di A. Dumas e diretto con Joseph Golden, nonché molti altri diretti insieme a Hugh Ford, tra cui il kolossal The eternal city (1915), girato a Roma.
Lasciata la Famous Traykrs Film nel 1915, fondò la Precision Machine Corporation, con cui iniziò la grande produzione del proiettore Simplex (da lui progettato nel 1908 e messo in commercio su piccola scala dal 1911), che lo rese ricco; investì molti dei suoi guadagni in esperimenti con il colore, il suono, lo schermo panoramico e le immagini in rilievo. Si ritirò nel 1925, ma perse tutti i suoi risparmi nella crisi di Wall Street del 1929. Morì in un anonimato quasi totale.
Charles Musser, il suo principale biografo, ha realizzato su di lui il documentario Before the nickelodeon: the early cinema of Edwin S. Porter (1982).
G. Sadoul, English influences on the work of Edwin S. Porter, in "Hollywood quarterly", Fall 1947.
F.J. Balshofer, A.C. Miller, One reel a week, Berkeley 1967.
K. Brownlow, Hollywood: the pioneers, New York 1979, passim.
L. Jacobs, Edwin S. Porter and the editing principle, New York 1979.
T. Gunning, D.W. Griffith and the origins of American narrative film, Urbana (IL) 1991, passim.
Ch. Musser, Before the nickelodeon. Edwin S. Porter and the Edison Manufacturing Company, Berkeley 1991.