effetti speciali
Per film senza alcun limite
Un uomo che vola, un'enorme esplosione, le acque del Mar Rosso che si dividono… al cinema tutto è possibile. Ma ovviamente nessuna di queste cose accade veramente davanti alla macchina da presa. È grazie agli effetti speciali che l'incredibile diventa possibile
La storia degli effetti speciali inizia prima della stessa storia del cinema. Durante il 19° secolo, infatti, effetti particolari erano sperimentati nei teatri per creare illusioni ottiche negli spettatori. Per esempio, l'apparizione di un fantasma era simulata proiettando un fascio di luce su un foglio semitrasparente recante il disegno di una figura umana, e dirigendo tale fascio verso una colonna di fumo o una tenda in movimento in modo da dare all'immagine un aspetto tremolante.
Gli effetti speciali più semplici sfruttano il fatto che il cinema, a differenza del teatro, può illudere sulle reali dimensioni di ciò che mostra. Per registrare la scena di una nave in tempesta è quindi possibile riprendere un modellino di barca in una vasca e, con gli opportuni accorgimenti fotografici, nessuno si accorgerà del trucco. Oppure, si possono sfruttare le proprietà stesse della pellicola cinematografica, come nella sovraimpressione, che consiste nel sovrapporre sugli stessi fotogrammi due riprese diverse. È una tecnica usata spesso, per esempio, per simulare un'esplosione: le immagini delle fiamme sono sovrapposte a quelle dell'edificio che deve esplodere.
Un classico strumento utilizzato negli effetti speciali è il chroma-key, o blu-screen. Quando si effettuano riprese con questa tecnica gli attori recitano di fronte a uno sfondo dal colore uniforme e molto intenso, di solito blu o verde. In seguito si usa un filtro, fotografico o elettronico, che sostituisce completamente quel colore con le immagini provenienti da un'altra ripresa. È fondamentale un piccolo accorgimento: che negli indumenti degli attori non ci sia assolutamente nulla del colore usato come sfondo, altrimenti ci si troverà con un buco nell'immagine. Questa tecnica serve a fare apparire i personaggi in uno scenario in cui sarebbe impossibile farli recitare realmente, la Luna o il fondo del mare, oppure farli recitare insieme a cartoni animati.
Negli ultimi anni, il settore degli effetti speciali cinematografici ha conosciuto una rivoluzione con l'introduzione del computer e delle tecniche digitali. Se prima gli effetti speciali erano ottenuti sovrapponendo e combinando riprese reali, con il computer non ci sono più limiti a ciò che si può mostrare sullo schermo. Le grandi scene di massa che una volta venivano realizzate con centinaia di comparse, per esempio, sono ora realizzate moltiplicando l'immagine di poche persone reali in una scena impostata al computer. Oppure è possibile creare personaggi o ambientazioni interamente virtuali: per esempio, nel film Sky captain and the world of tomorrow (2004) di Carry Conran tutte le ambientazioni sono realizzate al computer e gli attori hanno recitato ogni scena al blu-screen. In un certo senso così il cinema ritorna alle sue origini di macchina delle meraviglie, perché in molti film l'aspetto di illusione visiva ha più importanza del racconto della storia.
Un discorso a parte meritano gli effetti speciali sonori. In molti film il suono non è registrato direttamente durante le riprese. Gli attori aggiungono in un secondo momento le loro voci e i rumori d'ambiente sono riprodotti in vari modi. Un tempo, questo avveniva soprattutto con mezzi artigianali. Un classico esempio è il rumore degli zoccoli dei cavalli nei film western, che era riprodotto servendosi di gusci di noci di cocco. Oggi, anche in questo caso, si usano largamente le tecnologie digitali per creare suoni sintetici e renderli ancora più suggestivi con effetti come il surround nel quale, grazie all'uso di più altoparlanti disposti nella sala cinematografica, lo spettatore ha la sensazione che il suono arrivi da diverse direzioni.