Balassa-Samuelson, effetto
Relazione che lega fra loro due fenomeni distinti: quello secondo cui i prezzi tendono a essere più alti nei Paesi più ricchi e il fatto che le economie a forte crescita tendono a sperimentare un aumento dei prezzi dei beni non commerciabili, che spinge verso un apprezzamento reale del cambio. Il modello B.-S. (dal nome dei due economisti, B. Balassa e P. Samuelson che lo hanno enunciato indipendentemente nel 1964) prevede che la produttività (o il suo tasso di crescita) vari maggiormente nel settore dei beni commerciabili, aperti alla concorrenza internazionale, che non in quello dei beni non commerciabili. Il livello generale dei prezzi in ciascun Paese dipende da quelli del settore dei beni tanro commerciabili che non commerciabili, e i salari normalmente si eguagliano nei due settori (grazie alla mobilità del lavoro all’interno dello stesso Stato). Siccome i prezzi dipendono positivamente dal rapporto fra salari e produttività, e quelli nel settore dei beni commerciabili sono uguali tra Paesi per effetto del commercio internazionale, i salari relativi rifletteranno il vantaggio di produttività nel settore dei beni commerciabili, e il prezzo dei beni non commerciabili (nonché il livello generale dei prezzi) risulterà superiore laddove sussiste maggiore produttività. Pertanto, i Paesi più ricchi tenderanno ad avere prezzi più alti. Analogamente, i Paesi in forte crescita sperimenteranno tassi d’inflazione superiori a causa della maggiore dinamica dei prezzi nel settore dei beni non commerciabili, con conseguente apprezzamento reale del tasso di cambio. Diversi studi hanno verificato empiricamente l’effetto B.-S., con riscontri per lo più favorevoli. La previsione che i Paesi più ricchi abbiano anche prezzi più alti è generalmente accettata, mentre più controversa è la tesi che i Paesi a maggiore sviluppo sperimentino un apprezzamento reale del tasso di cambio. Recentemente, il modello di B.-S. è stato utilizzato per spiegare i differenziali inflazionistici tra i Paesi appartenenti all’area euro, giungendo alla conclusione che la diversità di incremento nella produttività sono una delle principali determinanti della variabilità nei tassi d’inflazione tra questi Paesi.