annuncio, effetto di
Variazione del comportamento degli operatori economici per effetto dell’a. di provvedimenti di politica economica da parte delle autorità di governo dell’economia. In conseguenza dell’effetto di a., gli agenti economici mutano le proprie decisioni prima, e in una certa misura, indipendentemente dalla concreta attuazione delle misure annunciate, in quanto, in base al principio di razionalità, i loro comportamenti sono condizionati non dall’a. in sé, ma dalle aspettative rispetto agli effetti futuri dei provvedimenti annunciati. Le reazioni degli operatori possono risultare di per sé sufficienti a produrre i risultati attesi dall’adozione delle misure annunciate, ancor prima della loro effettiva attuazione. Per es., l’a. da parte delle autorità monetarie di voler aumentare il tasso di sconto, se interpretato dalle banche come segnale dell’intenzione di adottare una politica monetaria più restrittiva di quella attuata fino a quel momento, può spingere gli istituti di credito a contrarre la concessione di prestiti, provocando così una restrizione dell’offerta di moneta, in linea con l’obiettivo annunciato di accrescere il tasso di sconto. Può tuttavia accadere che le reazioni legate alle aspettative degli agenti, anziché rafforzare, vanifichino l’efficacia dei provvedimenti di politica economica annunciati. Ciò si verifica quando la credibilità dell’a. viene messa in discussione dagli agenti, che ravvisano una ineguatezza o intempestività in quei provvedimenti. In tali circostanze, le misure di politica economica sono efficaci solo se non annunciate; se invece, a seguito dell’a. gli agenti prevedono la possibilità che le autorità modifichino la decisione inizialmente annunciata, essi effettueranno le proprie scelte in funzione di tale previsione e non più degli effetti derivanti dall’a. del provvedimento. Un esempio di a. non credibile fu quello reltivo alla crisi degli accordi di cambio del Sistema Monetario Europeo (SME) del 1992, allorché l’impegno dichiarato dalle autorità monetarie dell’Italia e della Gran Bretagna di difendere la parità del cambio della lira e della sterlina, attraverso l’aumento del tasso di interesse, fu ritenuto dagli operatori non coerente con l’esigenza di contrastare le conseguenze della recessione, che nel frattempo aveva colpito le economie dei due Paesi. Il fatto che le aspettative degli agenti riflettessero non tanto l’a. delle autorità di volere difendere la parità dei cambi, quanto l’idea della inevitabile necessità di adottare politiche espansive per contrastare la recessione, fu all’origine di un massiccio attacco speculativo, che provocò la fuoriuscita della lira e della sterlina dagli accordi di cambio dello SME. Nel formulare gli a. di misure di politica economica, le stesse autorità di governo non possono prescindere dal modo in cui gli agenti formano le proprie aspettative in risposta a tali a. e dai comportamenti che ne conseguono. Ne deriva un’interazione strategica tra autorità di governo e agenti, che costituisce oggetto di studio della teoria dei giochi (➔ giochi, teoria dei) applicata alla politica economica.