EGEO (Αἰγεύς, Aegeus)
Figlio di Pandione e di Pilia; dopo la morte del padre, riconquista l'Attica, coi fratelli Pallante, Niso e Lico, e nella spartizione gli tocca Atene oltre a una specie di supremazia sui fratelli. Poiché dalle sue prime spose non ha figli, E. ricorre all'oracolo di Delfi, che gli dà un oscuro responso per la spiegazione del quale si rivolge a Pitteo di Trezene. Questi inebria E. e lo pone quindi a giacere con la propria figliola Etra la quale già era stata visitata da Posidone. Nasce da Etra Teseo, che sino a sedici anni vive presso l'avo e poi raggiunge il padre che aveva in moglie Medea (v.). Teseo libera E. dalle insidie del fratello Pallante e dei suoi figli e, quando parte per Creta per liberare gli Ateniesi dal tributo di vittime umane che essi debbono al Minotauro (v.), stabilisce col padre che, se tornerà vittorioso, la vela nera della nave sarà cambiata in bianca. Teseo vince, ma dimentica di cambiare la vela; ed E. si precipita da una rupe nel mare che da allora prende il nome di Egeo. In realtà E., che aveva un tempietto in Atene, dov'era l'eroe eponimo della tribù Egeide, non fu che una ipostasi dì Posidone.
Bibl.: E. Wörner, in Roscher, Lex. der griech. und röm. Myth., I, i, col. 145 seg.; F. Studniczka, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 952 segg.; C. Robert, Griech. Heldensage, I, Berlino 1920, p. 144 seg.