EGESIA (‛Ηγησνας, Hegesias) di Cirene
Filosofo cirenaico, vissuto al tempo di Tolomeo I. Caratteristica essenziale della sua dottrina era l'inversione dell'edonismo positivo di Aristippo in un edonismo negativo, che vedeva ormai il fine dell'azione non tanto nella soddisfazione del piacere quanto nell'esclusione del dolore. Di qui un'etica della rinuncia e dell'indifferenza, che veniva in certi aspetti a identificarsi con quella stessa del cinismo e dello stoicismo; e che anzi, priva degl'ideali individualistici ed etici a cui miravano tali dottrine, non poteva più trovare punto d'appoggio quando avesse dubitato della capacità umana a sfuggire realmente alla sfortuna e al dolore. Ideale dell'insensibilità e senso della debolezza umana di fronte al dolore condussero quindi parallelamente E. a quel pessimismo persuasore di morte, che gli procurò il soprannome di Τεισιϑάνατος e indusse Tolomeo, preoccupato del successo della sua propaganda al suicidio, a vietargli d'insegnare. E a uno di tali candidati al suicidio per fame, che s'immaginava sottratto a tal fine per l'intervento di amici, E. faceva, nel suo 'Αποκαρτερῶν ("Quello che si lascia morire"), esporre le sue dottrine.
Bibl.: Nessun frammento è rimasto: tra le fonti antiche, v. Diog. Laerzio, II, 93 segg., e Cicerone, Tuscul., I, 83-84. Tra gli studî moderni: J. C. Murray, An ancient Pessimist, in The philosoph. Review, II (1893), pp. 24-34; H. Diels, Der antike Pessimismus, Berlino 1921, p. 24. V. inoltre cirenaici.