FERUGLIO, Egidio
Nacque a Feletto Umberto (ora Tavagnacco, in provincia di Udine) il 1º sett. 1897 da Luigi e da Anna D'Agostina e compì gli studi classici ad Udine. Sin da adolescente si appassionò alle ricerche geografiche e geologiche, prendendo parte alle esplorazioni e alle ricerche della Società alpina friulana e del Circolo speleologico e idrologico di Udine, allora sotto la guida di O. Marinelli e di F. Musoni. Si iscrisse poi all'università di Firenze, dove fu allievo del Marinelli. Richiamato alle armi, combatté valorosamente e fu decorato. Riprese poi gli studi e si laureò nel 1920 in geologia a Firenze. con C. De Stefani. Assistente presso la stazione chimico-agraria sperimentale di Udine dal 1920 al 1922, passò poi all'università di Cagliari, come assistente alla cattedra di geologia.
Nel 1925 iniziava il primo dei suoi lunghi soggiorni in Sudamerica. Fu dapprima alle dipendenze della Direzione generale dei giacimenti petroliferi della Repubblica argentina (1925-1928); negli anni 1928-1932 intraprese ricerche geologiche e paleontologiche in Patagonia meridionale, nella spedizione guidata dal p. A. M. De Agostini. Rientrato in Italia, divenne nel 1933 libero docente con l'incarico di paleontologia presso l'istituto di geologia dell'università di Bologna, diretto da M. Gortani, con il quale aveva già collaborato nell'inverno 1928-29.
Il rifiuto di iscriversi al Partito nazionale fascista gli impedì di partecipare ai successivi concorsi, per cui il F. scelse la via dell'esilio. Nel marzo del 1934 accettò l'incarico di direttore del rilevamento topografico e geologico della Patagonia e della Terra del Fuoco, e in seguito dell'Argentina centrale. Nel 1940 fu nominato professore di geologia e di mineralogia nella facoltà di agraria dell'università nazionale di Cuyo (Mendoza) e nel 1943 andò a ricoprire la cattedra di geologia storica, tettonica e del petrolio nell'Istituto del petrolio da lui stesso fondato.
Al suo rientro in Italia nel 1948 venne nominato ordinario di geologia presso l'università di Torino (con effetto dal 1933). Nel 1953 si trasferì a Roma, ove morì il 14 luglio 1954.
Il F. pubblicò a soli 17 anni la sua prima memoria scientifica di rilievo, Fenomeni carsici nella valle dell'Alberone, sulla rivista Mondo sotterraneo (VIII[1913], pp. 37-42). Estese poi le sue ricerche agli insediamenti neolitici del Friuli, al carsismo e al glacialismo delle Prealpi Friulane. Gli studi sui terreni della provincia natale confluirono nella redazione del foglio Udine della Carta geologica delle Tre Venezie (Venezia 1925, e Note illustrative, ibid. 1929). La prima fase degli studi del F. si concentrò essenzialmente su tre ordini di problemi: i terreni quaternari del Friuli, la struttura delle Prealpi (a lui si deve l'individuazione di scaglie tettoniche embricate, disposte a ventaglio e in parte rovesciate verso la pianura, quali costituenti la formazione), l'assetto idrogeologico della pianura della sua regione. Nonostante la scarsezza di reperti paleontologici nelle zone da lui studiate, il F. fu in grado di determinare con esattezza il succedersi di terreni mesozoici e paleogenici.
La maturità scientifica del F. è caratterizzata dagli importanti studi su vasti territori del Sudamerica, dall'Argentina, (con particolare riferimento alla Patagonia e alla Terra del Fuoco, di cui redasse carte geologiche) al Cile, dal Brasile centrale e meridionale all'Uruguay. Particolarmente importanti furono i rilevamenti da lui effettuati nella regione del lago Nahuel Huapí e le sue ricerche sulla stratigrafia e la paleontologia della Patagonia. Il F. si soffermò a studiare il glacialismo quaternario della zona centrale della Cordigliera e gli anfiteatri morenici della Patagonia. Lo studio dei terrazzi marini della regione portava alla determinazione di sei livelli succedutisi nel corso delle ere geologiche, due dei quali attribuibili ad epoche interglaciali, e caratterizzati dalla presenza di una fauna di clima caldo. Le sue raffinate conoscenze paleontologiche lo portavano a modificare attribuzioni oramai classiche di alcune formazioni del continente australe. In particolare la scoperta di una flora fossile tipica del Giurassico nel complesso porfirico su cui poggia la coltre sedimentaria della Patagonia extra-andina lo convinceva ad abbandonare la datazione triassica della formazione. Ricca di risultati fu anche l'esplorazione dei territori che si affacciano sul golfo di San Giorgio, nella Terra del Fuoco, di cui stabilì le analogie strutturali e tettoniche con la Patagonia. Il valore dei risultati ottenuti nelle lunghe esplorazioni del continente americano australe valsero al F. alti riconoscimenti a livello internazionale, tra cui la partecipazione alla monografia della Geological Society of America dedicata al Sudamerica.Dopo il rientro in Italia, il F. riprese i suoi studi idrogeologici, paleontologici e speleologici del Friuli, raccolti nel suo ultimo lavoro, La regione carsica di Villanova in Friuli (in Pubblicazioni dell'Ist. geol. d. Univ. di Torino, II [1954], pp. 1-68).
Fu autore di un centinaio di pubblicazioni, tra cui si ricordano: I terrazzi della pianura pedemorenica friulana (pubbl. d. Uff. idrografico d . Magistr. alle Acque, n. 107), Venezia 1920; Le terrazze della valle della Sieve e dei dintorni di Firenze, in Boll. d. Soc. geologica ital., XXXIX (1920), pp. XCII-C; Il Ciondar des Paganis: stazione neolitica presso Faedis, in Mondo sotterraneo, XII (1921), pp. 11-32; L'altipiano carsico del Ciaorlèce nel Friuli, ibid., XIII (1922), pp. 1-89; Sulla morfologia del Campidano in Sardegna, in Boll. d. Soc. geologica ital., XLIII (1924), pp. 205-208; La zona delle risorgive del Basso Friuli fra il Tagliamento e la Torre. Descrizione geologica e idrologica, in Ann. d. Staz. chimico-agraria di Udine, s. 3, I (1925), pp. 1-346; Estudio geológico de la región pre y subandina en la latitud del Nahuel Huapí, in Anales d. Soc. argentina d. estud. geogr. "Gaea", II(1927), pp. 425-434; Fossilidevonici del Quemado (San Pedro de Jujuy) nella regione subandina dell'Argentina settentrionale, in Giorn. di geologia, V (1930), pp. 71-97; Risultati scientifici della spedizione A. De Agostini nelle Ande del Lago Argentino (Patagonia australe), in Boll. d. Soc. geologica ital., LI (1932), pp. 85-94; I terrazzi marini della Patagonia, in Giorn. di geologia (n. spec.), VIII bis (1934), pp. 1-288; Palaetnografia Patagonica, in Mem. d. Ist. di geologia d. Univ. di Padova, X-XII (1936-37), pp. 384; Mapa geológico de la Patagonia al sur del paralelo 42 y Tierra del Fuego, Buenos Aires 1939; Descripciòn geológica de la Patagonia, I-III, Buenos Aires 1949-50.
Fonti e Bibl.: Necrol. in Riv. geografica ital., LXI (1954), pp. 331-335; in Boll. d. Soc. geol. it., LXXIII (1954), pp. 110-121, con bibl. completa; M. Gortani, E. F., in Rass. speleologica ital., VII (1955), pp. 64 s.; Id., Comm. del corrispondente E. F., in Rend. dell'Acc. naz. dei Lincei, cl. di scienze fis., mat. e nat., s. 8, XVIII (1955), pp. 233-237;W. A. S. Sargeant, Geologists and the history of geology, London 1980, II, p. 995; IV, p. 2596; Cento anni di geologia ital., Bologna 1984, p. 25.