EGIRA
. È la parola araba hiǵrah ("emigrazione, secessione"), con cui appunto s'indica l'abbandono della Mecca compiuto nel settembre 622 d. C. da Maometto con i suoi compagni, allorché ebbe perduto ogni speranza di vincere l'ostilità che la sua predicazione incontrava nell'oligarchia meccana della tribù di Quraish, a cui egli stesso apparteneva. Dalla Mecca, con un viaggio sulle cui peripezie la posteriore tradizione leggendaria ha molto ricamato, il profeta passò a Medina, dove aveva allacciato relazioni e stretto accordi che gli permettevano di stabilirvisi liberamente, quale capo della nuova comunità stringentesi attorno a lui, e in certo senso arbitro della situazione locale medinese (v. maometto; islamismo). Tale anno della "migrazione" (corrispondente dunque al 622 d. C.) fu più tardi scelto, sotto il califfo Omar, come inizio dell'era musulmana (era dell'ègira", o addirittura "ègira"), di cui costituì l'anno1; va però notato che l'inizio di tale era fu logicamente fissato non già al mese di rabī‛ I (corrispondente al settembre) in cui effettivamente avvenne la secessione di Maometto, ma all'inizio dell'anno lunare ordinario in cui tale secessione era avvenuta, cioè al 1 muharram (- 16 luglio 622), che segna appunto il primo giorno dell'era musulmana.
Bibl.: L. Caetani, Annali dell'Islām, I, Milano 1905, pp. 345-360.