EGISTO (Αἴγισϑος, Aegisthus)
Figlio di Tieste e, secondo una tradizione risalente forse a Sofocle, della figliuola di lui Pelopia ch'egli avrebbe, per consiglio d'un oracolo, violato mentre essa in una scura notte sacrificava ad Atena. Pelopia, che non ha riconosciuto il padre, va poi sposa ad Atreo ed espone il figlio natole dalla predetta disavventura, ma certi pastori lo raccolgono ed allevano con latte di capra: più tardi egli è cresciuto da Atreo, che lo ritiene figlio proprio. Nella notte della sua vergogna, Pelopia ha rapito al suo violatore la spada, che dà poi ad Egisto. Or accade che quando Tieste viene in mano d'Atreo, questi incarica Egisto di uccidere con quella spada Tieste. Ma Tieste riconosce la spada e di qui avviene il riconoscimento di Egisto come figlio di Tieste. Alla rivelazione di ciò, Pelopia si uccide con quella spada stessa, ma Egisto uccide Atreo e regna poi con Tieste. Secondo l'Agamennone di Eschilo invece Egisto, terzo figlio di Tieste, viene, ancora bambino, cacciato in esilio con suo padre, da Atreo, e torna poi per vendicarsi. Si tratta qui di leggende tarde, ignote a Omero. e inventate o dai tardi epici o dai tragici per trasportare anche nelle generazioni precedenti la macchia che insozza la casa di Agamennone. Secondo il lV libro dell'Odissea Egisto regna dopo Tieste in Micene (?) e durante l'assenza di Agamennone tenta di sedurgli la moglie Clitennestra, cosa che non gli riesce prima di essersi liberato di un nobile cantore che fa alla donna da savio consigliere. Riuscito nel suo intento, al ritorno di Agamennone lo fa trucidare durante un banchetto che gli appresta con l'aria di festeggiarlo. E. viene poi ucciso da Oreste (Odissea, I, 30).
Bibl.: W. Roscher, in Lexikon der griech. und röm. Myth., I, i (1884-86), col. 151 segg.; J. Escher, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, i, col. 972 segg.; C. Robert, Griech. Heldensage, I, Berlino 1920, p. 293 segg.; III, 2, Berlino 1926, p. 1292 segg.