EGMONT, Lamoral, conte di
Nacque il 18 novembre 1522 nel castello di La Hamaide (Hainaut), da Giovanni IV conte di Egmont e da Francesca di Lussemburgo. Come suo padre e altri membri dell'illustre famiglia olandese alla quale egli apparteneva, E. servì in modo brillante negli eserciti di Carlo V: ne fu ricompensato nel 1546 con la concessione del Toson d'oro e nel 1553 col titolo di principe di Gavre. Nel 1544 sposò Sabina, figlia di Giovanni, conte palatino del Reno. Specialmente dopo l'abdicazione di Carlo V egli mostrò i suoi talenti militari: nel 1557 fu gran parte della vittoria di S. Quintino e nel 1558 vinse una battaglia decisiva sui Francesi a Gravelines. Nel 1559 fu nominato governatore e comandante generale delle Fiandre e dell'Artois, e membro del Consiglio di Stato, che doveva assistere nel governo dei Paesi Bassi Margherita di Parma, dopo la partenza di Filippo II per la Spagna. Nel Consiglio, egli diresse con Guglielmo d'Orange l'opposizione della nobiltà nazionale alla Consulta, cioè alla commissione che gestiva, effettivamente, gli affari del paese, e in particolare al Granvelle. La Consulta s'ispirava agl'interessi della monarchia spagnola e, fedele alla volontà del re, intendeva di reprimere l'eresia col massimo rigore. E. e i suoi amici desideravano invece un governo che curasse gl'interessi dei Paesi Bassi; e reclamavano anzitutto il ritiro delle truppe spagnole e l'attenuazione dei provvedimenti rigorosi presi contro i protestanti. Non poterono impedire la creazione, nel 1559, di 14 nuovi vescovati (riorganizzazione ecclesiastica che doveva servire ai disegni politici e religiosi del re); ma seppero trarre profitto dal forte malumore, nato in seguito a questa misura, per ottenere nel 1564 finalmente il ritiro di Granvelle. L'anno dopo E. fu mandato in Spagna presso Filippo II per cercare di ottenere da lui un sistema di governo conforme ai desiderî della nobiltà dei Paesi Bassi. Il re lusingò la sua vanità, ma E. non cedette. L'irritazione provocata da questo insuccesso fu una delle cause del "Compromesso dei nobili" del 1566 (v. paesi bassi: Storia). E. non faceva parte di questo gruppo, ma manteneva dei rapporti con esso. E quando i calvinisti si misero a saccheggiare le chiese in Fiandra, E. represse debolmente questi eccessi degli "iconoclasti". Benché profondamente cattolico, egli cercò, ma senza la necessaria abilità, di realizzare un modus vivendi coi protestanti. Ma Filippo II era deciso a reagire, e inviava nei Paesi Bassi il duca d'Alba (1567). Guglielmo d'Orange si ritirava in Germania; E. invece si era da qualche mese completamente sottomesso alle vedute del governo centrale. Ma la sua sottomissione fu inutile. Il duca doveva colpire tutti coloro che avevano tentato di tenere in scacco l'assolutismo reale. Il 9 settembre 1567 E. fu arrestato, insieme con il conte di Hornes, e fu rinchiuso nel castello di Gand. Nello stesso giorno fu creato il tribunale "dei Torbidi"; dopo una parvenza di processo, E. e Hornes furono condannati a morte, il 4 giugno 1568, per lesa maestà e ribellione. Il giorno dopo furono decapitati a Bruxelles.
Nell'Egmont del Goethe la materia storica è elaborata assai liberamente: il dramma, terminato soltanto a Roma nel 1787, era stato concepito dal poeta, e in gran parte scritto, nel 1775, a espressione del suo "Sturm und Drang". E al tempestoso spirito da cui in origine il dramma del Goethe nacque - non alla figura storica di E. - s'ispirò più tardi, nel 1809, il Beethoven nella sua celebre Ouverture.
Bibl.: H. Pirenne, Histoire de Belgique, II, IV, 3ª ed., Bruxelles 1923-1927; Obreen, Lamoral graaf van Egmont, in Nieuw Nederlandsch Biographisch Woordenboek, II, Leida 1914; Th. Juste, Le comte d'Egmont et le comte de Hornes, Bruxelles 1862; F. Rachfahl, Wilhelm v. Oranien u. der Niederländische Aufstand, Halle e L'Aia 1906-24, voll. 3.