Eguale (Equale, Iguale e Iguali al masch. sing.)
L'aggettivo ricorre tredici volte nell'opera di D. (tre nel Purgatorio, tre nel Paradiso, sette nella prosa del Convivio), e una volta nel Fiore: in prevalenza (nove volte) nella forma ‛ igual(e) ' al singolare e ‛ iguali ' al plurale. Indica, comparativamente, uguaglianza quantitativa o modale; assolutamente, dinota assenza di ineguaglianze; è anche usato avverbialmente. Si trova costruito, oltre che con la preposizione ‛ a ', con ‛ di ' e ‛ con ': Cv III V 19 questo luogo... ha lo die iguale con la notte.
Nel primo valore, riferito a uguaglianza nel tempo, in Cv III V 15 [quando] 'l giorno è de la mezza notte iguale, cioè " quando il giorno uguaglia metà della notte, nel solstizio d'inverno " (Busnelli-Vandelli); cfr. V 19, VI 3 lo dì equale de la notte, IV XXIII 7 (eguale); a questa accezione va rapportata la definizione tecnica dell'astronomia ore equali (Cv III VI 3), come distinte dalle temporali (cfr. Alfragano Liber de aggregationibus c. 11 " Omnis quidem dies cum nocte sua dividitur in 24 horas... et nominantur horae istae aequales, quoniam ipsarum quantitates non diversificantur... Temporales vero horae sunt illae quibus unaquae - que nox et dies in aestate et hieme est 12 horarum; sed earum quantitates diversificantur secundum longitudinem noctis et diei et eorum abbreviationes ", ediz. Campani, pp. 106 ss.). In quel passo del Convivio, la conservazione della -q- è per latinismo.
Detto di uguaglianza nello spazio, in Pg XV 20 da lo specchio / salta lo raggio a l'opposita parte, / salendo su per lo modo parecchio / a quel che scende, e tanto si diparte / dal cader de la pietra in igual tratta (altrettanto si scosta dalla perpendicolare, salendo, quanto se ne scosta scendendo: l'angolo di riflessione è uguale a quello d'incidenza).
Nel senso di uguaglianza di dimensione o d'intensità, in Pg XXVII 120 mai non furo strenne / che fosser di piacere a queste iguali; Pd XXXI 129 quella pacifica oriafiamma / nel mezzo s'avvivava, e d'ogne parte / per igual modo allentava la fiamma, cioè " la fiamma diminuiva d'intensità " (Casini-Barbi). Controversa rimane l'occorrenza di Pd XV 77 'l sol che v'allumò e arse, / col caldo e con la luce è sì iguali, / che tutte simiglianze sono scarse: " il sole [Dio] che v'illuminò e vi riscaldò, è perfettamente uguale nel suo ardore e nel suo sapere " (Barbi, Nuova filologia, pp. 10 ss.); il Sapegno interpunge ...e arse / col caldo e con la luce, è si iguali, / che..., e interpreta, riferendosi alla definizione che precede, di Dio come prima equalità (v. 74): " Dio, che v'illuminò con la luce della sua sapienza e vi infiammò col calore della sua carità, è così uguale rispetto a questi suoi attributi, che ogni altra uguaglianza sarebbe inadeguata a rendere l'idea di questa ‛ prima equalità ' alla stregua della quale tutte le altre si intendono e si misurano ". Per la forma, derivata dal nominativo aequalis, e presente negli antichi testi fiorentini, v. Parodi, Lingua 244.
L'aggettivo si trova adoperato anche con valore modale: cfr. Cv IV IV 9 la elezione di questo sommo officiale convenia primieramente procedere da quello consiglio che per tutti provede, cioè Dio; altrimenti sarebbe stata la elezione per tutti non iguale (cfr. Tomm. Sum. theol. I II 112 4 ad 1, e il commento di Busnelli-Vandelli: " Dio quindi a bene di tutti elegge il sommo officiale e gli sottomette tutti gli altri, curando così con ugual sapienza e bontà tutti; ma distribuendo beni maggiori e minori a' singoli... "; IV XIV 10 in questi altri animali e piante e minere bassezza e altezza non si noti, però che in uno sono naturati solamente ed iguale stato (cfr. Tomm. Sum. theol. I II 13 2 ad 3 " Quod ex hoc apparet, quod omnia quae sunt unius naturae, similiter operantur ").
Usato assolutamente, " che non presenta ineguaglianze ": Pd II 15 servando mio solco / dinanzi a l'acqua che ritorna equale, cioè " piana ", " senza solco ", dopo il passaggio della nave (cfr. il significato originale del latino aequus, come termine geografico).
Con valore avverbiale in Pg VIII 108 li angeli dier volta, / suso a le poste rivolando iguali, " di pari " (Buti), cioè " con ritmo regolato e simultaneo " (Sapegno); Fiore XLIV 10 e tutto là facea igual pesare. Cfr. equabile; equalità; equalmente.